Avete mai pensato a un computer portatile diverso dai soliti standard moderni, quelli dettati dal design ipertecnologico, dal profilo il più piatto possibile e dalle plastiche più robuste, lucide, accattivanti mai realizzate? Se non ci avete mai pensato, be', in Giappone sì! Ed ecco il risultato: un portatile di squisitissima fattura steampunk.
Quante volte avete desiderato un oggetto simile, proprio quando uscivate da un regime di letture de La macchina della realtà, di William Gibson & Bruce Sterling, con nella mente ben fisso il computer realizzato nella metà dell'800 da Babbage stesso? Per non parlare di Paul Di Filippo, che col suo Victoria ha delineato un'epoca e un immaginario epico per la Fantascienza; ecco, ora avete davanti proprio quel tipo di splendido laptop con cover in legno, meccanica presa pari pari da una vetusta macchina da scrivere, barra spaziatrice in legno, tasto del mouse che è un tasto Morse, campanella che avvisa quando viene premuto il tasto Enter (che equivale al fine riga della macchina da scrivere), un altoparlante degno riproduttore di suoni, porte USB, schede Ethernet, schermo TFT. Tutto in questo pesantissimo oggetto che non ha nulla di portabile, ma che nella metà dell'800 o ai primi del '900 avrebbe fatto impazzire chiunque di meraviglia e che è, pare, perfettamente funzionante.
Purtroppo, non si sa nulla di un'eventuale commercializzazione dell'oggetto, che se avvenisse da qui a breve mi vedrebbe in pole position, pronto ad acquistare a qualsiasi cifra (ho già pronto l'atto di ipoteca sulla casa...), con la valigia in mano già preparata per il Giappone.
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