“Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno, su coloro che proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te” (Cfr Ezechiele 25, 17).

 

Come Jules Winnfield, il killer di Pulp Fiction portato al cinema da Samuel L. Jackson, anche il reverendo Ray McCall è un tipo simpatico che ama uccidere la gente recitando versetti delle sacre scritture. Bibbia nella mano destra e revolver fumante tra parole di piombo.

Protagonista di una terribile corrida di sangue e pallottole, Ray è la faccia seducente di Call of Juarez, probabilmente il miglior videogame western in senso stretto mai sviluppato per pc. Curioso arrivi non dall’America, ma dalla Polonia di Techland. Call of Juarez ha anche un’altra faccia, quella di Billy Candle, un ragazzo che ai problemi preferisce girare attorno. Lui e il reverendo sono gli attori principali di un intreccio che vuole il primo fuggire e il secondo braccarlo, sullo sfondo di un leggendario tesoro sepolto chissà dove, dalle parti di una cittadina del Messico.

Oltreché elementi fondanti di una narrativa duplice che tende a incontrarsi nel climax, Billy e Ray rappresentano anche due diverse interpretazioni del videogame di azione. Furtiva quando si controlla il ragazzo; pirotecnica quando i livelli richiedono di trasformarsi nella “mano del Signore”. Lo sparatutto 3D classico e febbrile giocato sulla figura del reverendo si avvicenda così al tentativo di migrare dinamiche alla Thief in un contesto da ultima frontiera, con qualche nuova ibridazione figlia delle piattaforme.

Va a gusti, come ovvio. Ma la metà di Billy si dimostra quasi sempre in affanno rispetto ai momenti intensi offerti dal cammino vendicativo di Ray. Questione di ritmo, questione forse di radicamenti strutturali. Della maggiore vivacità - e lucidità espositiva - delle sparatorie in ragione dei girotondi per non farsi scoprire. É più facile divertirsi a falcidiare i nemici, anche perché è il ruolo del pistolero inarrestabile che, guardando i film, si è sognato più di ogni altro di vestire.

Call of Juarez permette di farlo girovagando in una straordinaria ricostruzione digital interattiva del vecchio West. Il motore grafico codificato da Techland è generoso di effetti speciali da videoclip, ma a convincere è in primis la direzione del progetto che, pur senza sconfinare nelle terre assolutamente libere di Grand Theft Auto, disegna con passione per i grandi spazi aperti immensi deserti, montagne, canyon, cittadine e praterie. Ambienti di gioco adesso più vasti, adesso più particolareggiati, dove hanno luogo di volta in volta le vicende raccontate nei livelli – chiusi - del videogame.

Una quindicina di ore attraverso le quali ripercorrere un po’ tutte le situazioni tramandate dall’epopea western cinematografica, a piedi come a cavallo, con l’arco e il fucile, le colt singola e doppia, dalla diligenza e all’inferno della mitragliatrice rotante. Fino ai duelli da Mezzogiorno di fuoco, col sole negli occhi, il vento che ha smesso di soffiare e un battito di ciglia a fare la differenza tra chi vive e chi muore. Certi che con Call of Juarez non sarà il mito del West a capitolare.

Almeno stavolta, uno sviluppatore è riuscito a catturare l’atmosfera dei western del cinema e della tv e a inserirla in un gioco che, questo è importante, si regge in piedi indipendentemente dal contesto anche se, questo è vero, il contesto ne arricchisce la fattura, aiutando a digerire piccole sbavature qua e là. Scotto che si deve pagare spesso con le produzioni della nouvelle vague del pc che è esplosa nell’est europeo. Ma non dispiace affatto se si tratta di progetti fuori dal mucchio e pregiati come Call of Juarez.