Hai avuto difficoltà a trovare un editore? Quali consigli ti senti di dare ad altri scrittori alle prime armi?
Chi trova un amico, trova un tesoro. Chi trova un editore, caro mio, ne ha trovati due! Mi è sempre venuto da sorridere alle dichiarazioni trionfalistiche di alcuni autori o autrici italiani, che hanno pubblicato l’esordio con Tizio o Caio, colossi editoriali nazionali, quando non addirittura europei. Che devo dire? Beati loro. Forse la mia fortuna si è esaurita con un figlio che dorme undici ore a notte e due al pomeriggio: magari i loro sono sonnambuli o, peggio ancora, del tutto insonni!
Scherzi a parte, nei dieci mesi di gestazione di Il metallo degli dei, non è stato tutto rose e fiori. Quando visiti i siti internet dedicati agli aspiranti scrittori ti fai un’idea precisa di quanto sia difficile essere presi in considerazione dall’editoria, e non parlo solo di quella più famosa e reclamizzata.
Rifiuti (generalmente silenziosi), tempi di attesa biblici (dagli otto/nove mesi canonici fino all’anno, anno e mezzo) e, soprattutto, la consapevolezza che, per lungo tempo, non sarai altro che un ingombro sulla scrivania di qualcuno, sepolto fra altri ingombri come te. Una sorta di raccattapolvere che, prima o poi, qualcuno valuterà, sperando che quella mattina non si sia alzato dalla parte sbagliata del letto. Nella quasi totalità dei casi, il tuo sforzo di cervello andrà ad alimentare il riciclo della carta e l’unica cosa di cui potrai essere fiero, è di aver salvato, anche se per poco, il ramo di qualche pioppo. Quando stai scrivendo e ti si affacciano in testa certi pensieri (non sei nessuno, chi ti conosce, pensi veramente che qualcuno sarà così pazzo da investire i suoi soldi per pubblicarti e qualcun altro ancor più folle da comprare un tuo libro) la voglia di mollare è appena dietro lo schermo del pc. E ti assale. Ti assicuro che ti assale. Il trucco sta nel non arrendersi. Se si è convinti della bontà del proprio lavoro, presto o tardi qualcuno del settore la riconoscerà.
Con tutto questo, Il metallo degli dei ha avuto una dozzina di rifiuti, documentati da altrettante lettere che serbo per ricordo (“La sua opera non rientra nei nostri piani editoriali. Grazie comunque per aver pensato a noi”), una lunga serie di silenzi ma, più che altro, quattro proposte di pubblicazione, su circa cinquanta copie spedite in lungo e in largo per la nazione. Una risposta che, devo ammettere, mi ha stupito, e parecchio anche.
La Editing Edizioni di Treviso (oltre alla serietà di cui, peraltro, ho avuto prova anche per gli altri tre) ha messo sul piatto una veste editoriale che non si poteva rifiutare (rilegatura con sovracopertina, roba da signori!) e la carica super-convincente di chi ti affiderà l’inaugurazione di una nuova collana, la Editing Fantascienza. Il resto è venuto da sé. E ora siamo qui a parlarne.
Volendo dare una “etichetta” al tuo romanzo, come lo definireste?
Fantascienza di stampo classico. Una cornice complessivamente familiare, sia per il lettore consumato che per il novizio del genere, che inquadra una storia dove civiltà superiori alla nostra la fanno da padrone, grazie alla scoperta di nove metaelementi, detti anche le leghe mutevoli. Ma quando entra in ballo il metallo degli dei, le cose saranno destinate a cambiare... (scusa, ma un po’ di pubblicità non guasta mai).
Nel romanzo spicca indubbiamente la figura del terrestre Rjlke Devers e tu descrivi molto bene il suo riemergere da una “lunga morte”, poi descrivi la quasi totale incapacità sua e di chi l’ha raccolto di scambiare parole, di imparare il linguaggio di uno o dell’altro. Ritieni che nell’incontro nello spazio di due razze ci sarà questa difficoltà?
Assolutamente sì. Senza andare tanto lontano, prova a prendere un “homo padanus” dell’entroterra prealpino e ipertrasportalo nel giardino di un abitante di Scilla o Cariddi, non fa differenza. Sarei curioso di sapere se, dopo un mese, saranno almeno riusciti a capire che sono entrambi italiani!La differenza di linguaggio, amplificata dalle disparità culturali, sono già di per sé una miscela esplosiva. Se ci mettiamo pure che le razze che un domani incontreremo (perché le incontreremo, eccome se le incontreremo, ne sono più che sicuro...) saranno completamente diverse da noi, beh, la faccenda non ha bisogno d’altri commenti.
Quali sono i tuoi programmi a breve? Quando potremo leggere il secondo romanzo e... che titolo avrà?
Proprio nei giorni scorsi si sono definiti i dettagli (che poi tanto dettagli non sono): copertina, veste grafica complessiva e corollari vari. Per la seconda metà di ottobre, più verso la fine credo, sarà in libreria il secondo capitolo di Solar Maximum, dal titolo Il guardiano dei mondi. Poi mi dedicherò al terzo e, tempo permettendo, anche a qualcos’altro. Ho alcune ideuzze che mi girano...Quello che posso anticiparti, senza scoprire troppo le carte, è che Il guardiano dei mondi conterrà una piccola/grande sorpresa che, mi auguro, sarà apprezzata dal pubblico italiano (venghino, signori venghino!). Vedrai che anche voi del Corriere della Fantascienza ne sarete piacevolmente incuriositi... o almeno così spero!Grazie per l’opportunità concessa e ci vediamo per la recensione di Il guardiano dei mondi!
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