- Ma quale Isabella! Cosa dici? - Anna Perenna era lì, mi aveva raggiunto. Sfuggì al mio abbraccio. - Tu sei tutto scemo. Sei scappato senza pagare la spada. Ma cosa facevi in quel cortile? Ripercorremmo il vicolo, io felice, lei sconcertata. Ero in Paradiso quando ci affacciammo di nuovo sulla piazza dell’antiquario, e mi accorsi che da lontano Salvatore ci salutava con la mano. Ripassammo davanti all’edicola. Anche per me fu difficile crederci: Gli Alieni lasciano Napoli, sconvolti da troppa fantasia. - Quando sono con te, trasformi tutto in un romanzo. Dai, Sigognac! - mi canzonò Anna che aveva compreso il mio volo al di qua dell’astronave. - Cammina, se no perdiamo l’ultima corsa della Cumana! Che gentile, Salvatore, con la spada ti ha regalato anche quel coso - aggiunse. - Ma non farti strane idee! Iniziammo così, godendo della piacevole oscurità, a percorrere la strada del ritorno. Procedendo di fretta, un po’ affannati, mi chiedevo che fine avesse fatto Girolamo. L’avevo lasciato sulla pietra, umiliato e piangente, in attesa di un viaggio di anni luce. Avrei fatto meglio a eliminarlo, per il bene di tutti i giusti. Per impedirgli di insegnare ancora la botta. Mentre riflettevo, pensando alla zia preoccupata del nostro ritardo, un omone ci incrociò. Quando, nella penombra, si levò il cappello per salutare la mia signora, lo riconobbi a stento. Continuando a camminare nella direzione opposta, ma mantenendo la faccia nella nostra, socchiuse gli occhi e aprì la bocca in un sorriso bieco, mi indirizzo entrambi i mignoli mancanti, sussurrandomi: - Arrivederci!
Ebbi l’impulso di fermarmi, ma lui affrettando il passo sparì.
Anna mi tirò per un braccio, invitandomi a proseguire. Poi domandò: - Chi era?
- Un alieno! - le risposi con rabbia. E strinsi con forza l’elsa della fedele spada.
Dopo la mia risposta fu Anna a fermarsi. Seccata dall’eccessivo protrarsi di quella storia, mi guardò come per dire - Ma ti rendi conto? - Invece mi gridò in faccia: - Alieno sarai tu! - Lo fece con la voce di una galassia lontana. E con uno strattone deciso mi scrollò di dosso Fracassa, Girolamo e gli altri personaggi. Mi sembrò quasi di vederli mentre, trasparenti, si dissolvevano nella nebbia e decollavano dalla bocca del Vesuvio.
Uscimmo da Spaccanapoli completamente bagnati.
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