Sarà che questi sono un po' giorni di vacche magre per le news, dato che non ci sono cose particolarmente interessanti da dire, e allora bisogna accontentarsi di quello che passa il convento e provare a scovare le notizie anche là dove sembrerebbe che non ci siano. In questo caso parliamo di Day Break, nuova serie televisiva ABC in onda negli USA a partire dal 15 novembre prossimo, la quale racconta la storia di Brett Hopper, poliziotto della narcotici accusato di omicidio che, per motivi sconosciuti, si trova a rivivere più e più volte sempre lo stesso giorno, quello in cui viene accusato e imprigionato. Lo spunto narrativo è già stato ampiamente sfruttato soprattutto al cinema, basti ricordare la commedia Ricomincio da capo, interpretata in maniera sublime da Bill Murray. Nel caso di Day Break la storyline sembra andare decisamente verso l'action thriller, con un taglio da poliziesco psicologico di ultima generazione sul modello di Without trace e altri.
Succede che Sci Fi Wire pubblica una breve intervista a Rob Bowman, coproduttore esecutivo e regista sia del pilot che di altri episodi della serie e con un solidissimo background fs alle spalle, visto che si è trovato alla direzione di vari episodi di Quantum Leap, Alien nation, TNG e X-Files, oltre ad aver diretto al cinema Il regno del fuoco ed Elektra. Nel parlare della storia, Bowman sottolinea come la stessa sia solo in parte fantascientifica, visto che non vengono tirati in ballo alieni o quant'altro e che l'intera vicenda è ben ancorata al mondo reale. L'interesse principale del regista è stato quello di mostrare il lato emozionale e psicologico, presente ad esempio nel fatto che la fidanzata del protagonista (l'attore Taye Diggs) ogni giorno muore, nonostante i tentativi del poliziotto di impedirlo.
Poco dopo, sempre Sci Fi Wire pubblica un'altra intervista all'attrice Victoria Pratt, che in Day Break interpreta la suddetta fidanzata del protagonista, la quale se ne esce papale papale dicendo di non considerare il telefilm come di fantascienza. "Ovviamente c'è una parte di ignoto" spiega la Pratt, "ma riguarda il fatto che Hopper è il solo a rendersi conto di vivere sempre nello stesso giorno mentre gli altri personaggi, pur vivendo e imparando esperienze diverse per ogni giornata, il mattino dopo si svegliano senza ricordare nulla di ciò che hanno vissuto." L'attrice continua spiegando che l'intero show è basato sull'interplay tra i personaggi e sui conflitti irrisolti che li animamo. La frase rivelatrice la troviamo però all'inizio dell'intervista, quando Victoria Pratt dice con molta semplicità: "Tutto dipende da quale definizione dai della fantascienza."
Già, in effetti molto, se non tutto, dipende da questo. Il tema del loop temporale è stato affrontato parecchie volte, ma in quante di queste si è trattato di vera fantascienza? E' sufficiente darne una spiegazione scientifica, come per esempio nel malinconico racconto Temponauti (A Little Something for Us Tempunauts) di un certo P.K. Dick, oppure il semplice accadimento è sufficiente a giustificare la definizione? Ricordando la commedia di Bill Murray si direbbe di no; tornando a Quantum Leap, la premessa (piuttosto debole) faceva da collante a una serie di episodi tra i più variegati immaginabili. Ciononostante Quantum Leap è ritenuta una serie fantascientifica... In generale, se è facile dare la definizione per prodotti come Star Trek, non lo è invece per gran parte della produzione televisiva, in perenne oscillazione tra esigenze pratiche e idee potenzialmente valide da comprimere nei 42 minuti e mezzo della durata standard di un episodio. Una certa carenza di cultura fantascientifica fa il resto.
Non va meglio al cinema. Chi ricorda Atmosfera Zero, buon film di "fantascienza" degli anni ottanta con il sempre bravo Sean Connery, sa bene che si tratta semplicemente del remake del famosissimo western Mezzogiorno di fuoco, trasportato in una stazione mineraria su un satellite di Giove. Se la stessa storia la puoi ambientare nel futuro, nel vecchio west o all'epoca degli antichi romani, siamo proprio sicuri che si tratti di fantascienza? Basta l'ambientazione oppure è necessaria l'idea? In questo caso, la vera fantascienza si avrebbe quando la premessa, l'idea fantascientifica costituisce la colonna portante della storia, la sua spina dorsale; non si possono fare trasposizioni o ri-ambientazioni, poiché togliendo la premessa la storia cessa di esistere. Atmosfera Zero può esistere sotto varie forme; Star Trek esiste solo in quanto fantascienza, altrimenti non esiste.
Ma forse la cosa migliore da fare è lasciar perdere le definizioni, mettersi comodi in poltrona e godersi lo spettacolo...
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