Che cosa sarebbe Star Trek senza i fan? No, non stiamo parlando dei telespettatori, che sono un’altra cosa. Ma, dei fan.
Probabilmente non ci sarebbe mai stata una terza stagione della prima serie, e chissà, neanche i film e neppure le serie successive. Non sarebbe stato il fenomeno che è, e nessuno si sarebbe preso la briga di fare “qualcosa di diverso da Star Trek” come Babylon 5 o Farscape.
I fan sono la linfa vitale di Star Trek. Lo abbiamo visto al cinema anche in quella magnifica presa in giro (no, non è propriamente una parodia) che è Galaxy Quest (1999), il film di Dean Parisot, ;dove alla fine sono proprio i fan ad avere un ruolo decisivo nella storia. Linfa vitale al punto da creare, spesso a zero budget e con tanta fantasia, nuove serie o film ispirati a Star Trek.
Il più famoso è senz’altro Star Wreck, titolo completo Star Wreck in the Pirkinning, con un capitano Pirk volgarotto che si autoproclama imperatore del mondo e finisce con lo scontrarsi con un capitano Sherrypie di una fantomatica Babel 13 uscita da una dimensione parallela. Chiaro che a essere presa di mira qui non è solo l’Enterprise. Un’idea nata da cinque studenti finlandesi che in sette anni, con mezzi vicini allo zero, sono riusciti a confezionare un prodotto sorprendente, dalla qualità soprattutto visiva e sonora che non ha nulla da invidiare a film professionali. Il successo è stato tale che, in Italia, Jimmy ha comprato i diritti del film, lo ha fatto doppiare, e lo ha trasmesso lo scorso giugno.
Non è invece un progetto “low-budget”, quella che è considerata come la più ambiziosa delle serie televisive create dai fan,, che riporta sullo schermo l’equipaggio della serie originale, anche se, ovviamente, con attori diversi. Anche qui per la verità troviamo un curioso corto circuito con Babylon 5: nello speciale “webisodio” intitolato To Serve All My Days, presentato durante una delle tante celebrazioni del 40° anniversario della saga, special guest è Walter Koenig, che torna sì in veste di Pavel Chekov, ma un Chekov invecchiato che, ai fan della base spaziale di Sinclair e Sheridan, non può non far tornare in mente l’altro grande personaggio di fantascienza televisiva da lui interpretato, l’agente degli Psi Corps Alfred Bester.
Koenig, assieme ad altre stelle di primo o primissimo piano non solo di Star Trek, fra cui Nichelle Nichols (Uhura) e Grace Lee Whitney (Janice Rand), hanno partecipato a un altro progetto separato, ma girato su alcuni dei set di New Voyages: si tratta di Of Gods and Men, una mini serie in tre parti che dovrebbe essere scaricabile da Internet a partire da dicembre.
Decisamente più amatoriale, come testimonia la scarsa qualità visiva, è Hidden Frontier, una serie girata con il sistema del chroma key (quell’effetto speciale televisivo che permette di unire due sorgenti video, sfruttando un particolare colore per segnalare al mixer video quale sorgente usare in un dato momento, unendo ad esempio un attore in carne e ossa ad uno sfondo realizzato al computer), usato anche in Star Wreck, ma con risultati nemmeno lontanamente comparabili. Ambientata in gran parte sulla base Deep Space 12, risulta interessante per l’introduzione della problematica dell’omosessualità. In uno degli episodi, notevole anche per il trattamento del rapporto fra bajorani e cardassiani, troviamo il primo bacio fra uomini nella storia di Star Trek. C’è purtroppo voluto un produttore gay, Rob Caves, per colmare questa clamorosa lacuna nell’universo Trek. Hidden Frontier ha raggiunto ormai la sua settima stagione.
Dalla fedeltà impressionante con la serie classica, ma in modo diverso da New Voyages, Starship Exeter mette in scena le avventure dell’astronave Exeter, incontrata nell’episodio di Star Trek The Omega Glory, in italiano Le parole sacre. Per il momento sono stati realizzati solo due episodi, ma il risultato fa un certo effetto.
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