Dylan Dog approda al numero 240 e, in attesa di festeggiare con la prossima uscita di ottobre i suoi primi venti anni, Sergio Bonelli Editore regala un succulento assaggio ai suoi lettori, che forse potrà risultare gradito anche agli appassionati della cara vecchia fantascienza. Il numero di settembre, attualmente in edicola, s'intitola Ucronia e fa dunque riferimento, in maniera esplicita, a uno dei filoni più prolifici del nostro genere preferito. Per l'occasione, dopo cinque anni di assenza, torna nelle sue originarie vesti di autore Tiziano Sclavi.
Il creatore di quello che è stato un fumetto culto per un'intera generazione di lettori aveva già affrontato temi cari alla fantascienza nel suo ultimo romanzo, Il tornado di Valle Scuropasso, lanciato dall'editore (Mondadori) con lo strillo di copertina che lo annunciava come thriller ufologico... Adesso torna alle tavole in bianco e nero del suo figlio prediletto "con una delle sue classiche storie sgangherate e sgangherabili, come le definisce Umberto Eco" e come è riconosciuto anche dal redazionale. Tra armate comunaziste (sic!) che invadono una Londra degna di Gernsback, scimmie senzienti che sorvolano le lande di Albione in dirigibile, alieni che approdano su una Terra ostile e inabitabile ed esperimenti volti a creare il primo computer quantistico della storia, il Dylan nazionale accetta l'ingaggio di una splendida modella (come gli capita piuttosto sovente, a dirla tutta) e, tra una battuta e l'altra di un Groucho in forma smagliante, si mette sulle tracce di uno psicopatico uscito direttamente dalle pagine di Brett Easton Ellis (autore, tra gli altri, di Glamorama e American Psycho, entrambi editi da noi per Einaudi), trovandosi suo malgrado invischiato in un complotto per destabilizzare il tessuto connettivo della realtà. Ma se la trama è tutta giocata sul filo dell'ambiguità, con molteplici derive narrative che s'intrecciano, si alternano, si sovrappongono e poi divergono, il risultato finale è una storia paradossalmente omogenea, risolta con eleganza e un enorme potere evocativo in un epilogo da vertigini.
A questo esito di certo contribuisce anche il tratto suggestivo di Franco Saudelli, un'altra "rentrée dylaniata", dopo anni di lontananza dalle tavole dylaniane. Dylan Dog numero 240 è attualmente in edicola. Posso solo consigliare, a chiunque ami il weird nella sua accezione più ampia, di non lasciarselo scappare.
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