Time out

Il mio primo episodio debuttò esattamente quaranta anni fa, l'8 settembre 1966 e, curiosamente, non fu il secondo pilota realizzato da mio padre, che andò invece in onda per terzo, il 22 settembre, bensì The Man Trap, il sesto episodio in ordine di produzione. Ma quel che importava era che ormai la nave fosse partita, la sua missione iniziata, il sogno che ero io, realizzato. E durò, nella sua prima incarnazione, per ben tre stagioni, la lavorazione delle quali avvenne a un ritmo terrificante. Se pensate che il solo pilota aveva preso a mio padre e alla troupe dieci mesi di lavorazione, sembrava un'impresa insormontabile realizzare sedici episodi, questo fu il primo contratto con la NBC, da mandare in onda uno ogni settimana a partire da settembre. C'era un'attività febbrile intorno a me. Ma la cosa più bella erano quell'ottantina di persone che lavoravano tutte avendo davvero a cuore le mie sorti, come

un vero equipaggio unito, anche fino a quattordici ore al giorno. Forse fu questo grande entusiasmo a fare in modo che, alla fine, ce la facessi, perché la mole di lavoro sembrava davvero insormontabile. Ma ci fu anche una programmazione scrupolosa dei tempi di realizzazione. Pensate che un episodio doveva assolutamente essere girato in soli sei giorni, che non di rado gli episodi venivano girati uno di seguito all'altro, e che si era stabilito che gli episodi dovessero essere finiti non oltre quindici giorni prima della data prevista della messa in onda. Fu per riuscire a destreggiarsi in questa programmazione spaventosa, che mio padre decise di utilizzare il girato originale del primo pilot rifiutato per realizzare un doppio episodio. In pratica con il tempo impiegato per girare un singolo episodio, la produzione se ne sarebbe ritrovati due, e questo avrebbe consentito una sorta di cuscinetto nel caso fossero accaduti imprevisti come incidenti o malattie negli attori, che avessero rallentato i forsennati ritmi di produzione. Tanto per darvi un'idea dei ritmi allucinanti, la produzione di The Menagerie nella sua nuova forma cominciò l'11 ottobre 1966, con l'inizio delle riprese, che terminarono il 18 ottobre. Ebbene, la prima parte dell'episodio andò in onda il 17 novembre e questo significa che fu inviato alla NBC intorno ai primi del mese, ovvero che per tutte le attività di post-produzione come il montaggio, l'aggiunta di effetti speciali, il doppiaggio dei suoni eccetera eccetera, mio padre e i suoi collaboratori impiegarono solo poco più di dieci giorni a finire l'episodio! Per la galassia, sembrava ancora più fantascienza della mia! Comunque lo show riuscì a mantenere i rigidi programmi imposti da NBC e Desilu e nella prima stagione vennero realizzati ben 29 episodi, escluso The Cage, per una messa in onda che continuò praticamente ininterrotta fino al 13 aprile 1967. La seconda stagione riprese poi il 15 settembre 1967 per terminare il 29 marzo 1968 con 26 episodi. Mentre tra il '68 e il '69 ce ne fu anche una terza, con altri 24 episodi. A quel punto la produzione venne interrotta. Forse mio padre pensava a una missione davvero quinquennale con cinque stagioni, ma il ritmo e, soprattutto, i costi di produzione stavano diventando davvero insostenibili, rispetto agli introiti degli sponsor, così gli studi decisero di non rinnovare il contratto a mio padre e io chiusi i battenti. Dopo qualche anno, mentre la mia popolarità cresceva grazie alle repliche e alla mia visione in giro per il mondo, uscii anche in una serie a cartoni animati. Si era tra il '73 e il '74. Ma mio padre credeva ancora molto in me. E, intorno al 1978 tentò di avviare una nuova missione quinquennale della U.S.S. Enterprise che si sarebbe dovuta chiamare Star Trek: Phase II. Molti protagonisti della serie principale sarebbero dovuti tornare, e in effetti i lavori procedettero spediti come se non ci fossero problemi. Furono scritte sceneggiature per ben dodici episodi e costruiti molti set e modelli. Sembrava proprio che dovessi tornare in TV, ma poco prima dell'inizio
Robert Wise sul set di <i>Star Trek</i>, con Roddenberry, Shatner, Kelley e Nimoy
Robert Wise sul set di Star Trek, con Roddenberry, Shatner, Kelley e Nimoy
della produzione, la serie fu cancellata. Devo dire che quella volta però per me non fu un dramma, perché in realtà quel lavoro non andò perduto. Non solo perché molte delle idee di Star Trek: Phase II furono utilizzate dieci anni più tardi per Star Trek: The Next Generation, ma soprattutto perché la Paramount, che nel frattempo era passata detentrice dei diritti su di me, aveva cancellato la serie con il proposito di farmi tentare la strada del grande schermo. Per questo devo dire grazie a Star Wars che, nel 1977, riportò in auge presso il grande pubblico l'avventura spaziale e contribuì così a farmi uscire dalla naftalina. In fondo George Lucas non è molto diverso da mio padre: visionario, maniaco dei dettagli, capace di immaginare e costruire dal nulla un universo intero e appassionare il mondo intero per trent'anni. Comunque, dicevo del film... Forse la cosa più straordinaria è che, a quasi dieci anni di distanza, mio padre riuscì a riunire l'intero cast originale, compreso Leonard Nimoy, che invece aveva declinato l'offerta di ritornare per la nuova serie. Per il soggetto del film, mio padre decise di adattare l'idea alla base del doppio episodio pilota che aveva pensato per la nuova serie e... Come? Mi sono dilungato troppo? Devo tagliare?! Per la galassia, ma ci sono ancora un sacco di cose da dire! I dieci film, la nuova serie con il capitano francese, l'androide pallido e gli altri, e poi la... la morte di mio padre, l'arrivo di Rick Vattelapesca, quel gioiellino di Deep Space 9, una delle mie cose di cui vado più fiero, e poi i giochi, i libri, quei simpaticoni di Voyager... No, scusate, ma di Archer preferirei non parlarne... Okay, okay, okay, adesso chiudo [sbuffa]. Lasciatemi almeno salutare, per la galassia!