La maledizione del verde
Poi, rispetto a quel modello, ci furono ancora alcuni aggiustamenti nelle proporzioni dei vari elementi del veicolo, ma finalmente avevo la mia nave. Non avete idea di quanto fosse emozionante per me. Avere intorno e dentro tutte quelle persone che pensavano a me in continuazione, mi nutrivano con la loro creatività, mi scaldavano con il loro febbrile lavoro, mi coccolavano con il loro entusiasmo, era qualcosa di straordinario. Ero ancora poca cosa, allora. E non so se qualcuno di loro allora si stava rendendo conto che lì, tra la fine del 1964 e l'inizio del 1965, intorno agli studi 14, 15 e 16 dei Desilu Studios a Culver City, si stava facendo qualcosa che avrebbe cambiato per sempre non solo il modo di intendere la fantascienza in televisione, ma probabilmente il mondo stesso della televisione. Probabilmente no. Di certo c'era anche chi pensava che mio padre fosse uno svitato. Era gente non abituata a pensare in modo fantascientifico. Ricordo un aneddoto divertente sulla lavorazione dell'episodio pilota. Non sto a raccontarvi la storia di The Cage, spero la conosciate. Ma a un certo punto la protagonista femminile doveva presentarsi con la pelle tutta verde. Così, qualche tempo prima di cominciare a girare, mio padre decise di fare alcuni test di ripresa. Prese un'attrice e la fece truccare da Fred Philips, un truccatore abilissimo. La donna si presentò davanti alla macchina da presa con tutto il viso perfettamente coperto di verde. Così, fecero alcune riprese, dopodiché mandarono la pellicola allo sviluppo. Eppure il giorno seguente, quando mio padre esaminò il girato si accorse che la pelle dell'attrice risultava perfettamente rosa. Allora, temendo che il colore non fosse abbastanza intenso per risaltare davanti alle potenti luci del set, ricordo che ordinò: "Fred, falla più verde!" Fred eseguì e mio padre girò un'altra sequenza, ma il giorno dopo, alla visione del girato, la pelle dell'attrice era ancora rosa. Anche Fred non riusciva a crederci. Vi giuro, me lo ricordo ancora benissimo, che la tipa era davvero verde, più verde di una maledetta lattuga. Per la galassia, com'era possibile che la pellicola restituisse alla sua pelle un colore naturale?! Mio padre fece qualche indagine e non impiegò molto a svelare il mistero. Era stata tutta colpa del tecnico del laboratorio incaricato dello sviluppo della pellicola. Costui, forse ignaro dello scopo delle immagini, aveva visto che il colore della pelle della ragazza virava sul verde e, nel processo di sviluppo, aveva deciso di correggere chimicamente il colore sul viso della ragazza per farlo tornare naturale come, secondo lui, avrebbe dovuto essere! Ma sempre a proposito del verde ci fu un altro episodio piuttosto divertente. Durante le riprese, Susan Oliver, l'attrice scelta per interpretare la parte di Vina, il personaggio che a un certo punto sarebbe dovuto apparire verde, era molto stanca e le fu consigliato di farsi fare un'iniezione di vitamina B per tirarsi su. Il dottore degli studi dunque si recò nel suo camerino, bussò e quando la porta si aprì, una donna quasi completamente verde si presentò davanti a lui, lasciandolo di sasso. Ci mise almeno cinque minuti, da quanto era agitato, per trovare un posto dove fare l'iniezione alla ragazza. Anche se, credetemi, [sussurra] io sono convinto che la sua agitazione sia stata dovuta alla bellezza della Oliver [ammicca]!
Ci vuole orecchio...
Comunque, l'episodio pilota fu girato senza troppi scossoni tranne il dover far accettare a Leonard Nimoy la storia delle orecchie a punta che diede a mio padre qualche grattacapo. Innanzitutto trovare il giusto compromesso pseudocartilagineo per far sembrare naturali le orecchie di Mr. Spock non era facile. C'era sempre qualcosa che non andava. Erano o troppo grosse, o troppo piatte, o troppo appuntite e così via. Finalmente Fred Phillips sembrò trovare il giusto compromesso e mio padre fece con Leonard una ripresa di prova. Il problema fu che nella troupe c'erano dei buontemponi che, avendo visto la performance di Leonard, avevano cominciato a prenderlo in giro per le orecchie appuntite chiamandolo "Pixie", come il topolino dei cartoni animati, o "JackRabbit"... Ora, Leonard è un attore serio, e dopo qualche giorno andò da mio padre per esprimergli i suoi dubbi a proposito del suo personaggio con le orecchie appuntite. Disse che avrebbe voluto essere conosciuto come attore serio e non sapeva che ne sarebbe stata della sua carriera se si fosse fatto vedere nei panni di uno strambo tipo con le orecchie a punta. Pensate che aveva già deciso di rifiutare la parte. Fu solo grazie a mio padre, il quale lo prese sotto braccio e gli parlò per mezz'ora, cercando di spiegargli che c'era una grande dignità nel personaggio di Mr. Spock e nell'attore che lo impersonava. Ricordo che, stremato di fronte ai continui dubbi di Leonard e al suo proposito di lasciare, mio padre alla fine gli disse qualcosa del tipo: "Leonard, guarda. Credimi. Ti faccio questa promessa. Se per il tredicesimo episodio ancora le orecchie non ti piaceranno, scriverò personalmente un episodio in cui ti verrà fatta la plastica alle orecchie e il tuo aspetto tornerà normale!" Fu allora che Leonard rimase per quasi un minuto a guardare mio padre, dopodiché quasi si buttò a terra a rotolarsi dalle risate. E in questo modo il problema delle orecchie fu risolto. Per sempre. Chissà che ne pensa il buon Leonard, adesso, dopo che quelle orecchie hanno fatto la sua fortuna! E per molti versi anche la mia! Ma scusatemi, continuo a divagare. Dicevamo dell'episodio pilota.
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