Gli allenamenti comprendevano sollevamento pesi per un’ora e più, corsa, poi prove dei costumi, delle pettinature e del trucco e prove davanti alla macchina da presa. “Ho imparato molto, ho ottenuto molto e ho conquistato fiducia in me stesso grazie alla professionalité di tutti quelli che mi circondavano”.
La fisica del volo e la macchina da presa Genesis
Dagli anni ’70, quando Richard Donner ha girato Superman, la tecnologia è arrivata a livelli impensabili per i cineasti di quel periodo. Con le nuove tecnologie, dice Bryan Singer, “crederemo tutti che un uomo possa veramente volare”.Singer e il suo team volevano soprattutto creare il personaggio e il suo universo. “Brandon ed io abbiamo stabilito le nostre leggi fisiche, che sarebbero state la base delle sequenze di volo”, dice Singer. “Ad esempio, quanto sforzo era necessario per afferrare un aereo in volo, o quando si salta o si è in volo? Quali movimenti deve fare Superman per muoversi in volo? Grazie a quelle infinite discussioni tra me, Brandon, i coordinatori stunt e il team del volo, Brandon volerà come nessun Superman ha mai fatto.“La tecnologia avanzatissima che abbiamo usato per realizzare questo film non esisteva due anni fa”, continua il regista. “I progressi fatti nel campo degli effetti visivi sono stupefacenti. Rispetto a un Supereroe come Spider-man, il volto e i capelli di Superman si vedono sempre anche in volo”.I realizzatori hanno prestato molta attenzione ai dettagli delle riprese di Routh, oltre che all’animazione e alla scannerizzazione al computer del personaggio, per cogliere il realismo di un uomo che può volare.Forse la tecnologia più avanzata usata nel film è quella della macchina da presa digitale Genesis, una invenzione di Sony e Panavision. Superman Returns è il primo film ad essere girato interamente con questo sistema.“L’idea di usare la Genesis è venuta fuori quando ho scelto Brandon per il ruolo”, ricorda Singer. “Abbiamo fatto dei provini con il formato Super 35mm e, per provare, in 70 mm. Poi li abbiamo visti tutti e due e ci siamo resi conto che la profondità e la brillantezza della grana dei 70 mm erano straordinari”. “Così abbiamo iniziato a cercare il modo per girare in 70mm”, spiega Singer, “ma ho scoperto ben presto che, per mille ragioni diverse, sarebbe stato impossibile per la mobilità della macchina e la pellicola”.In quel periodo, il direttore della fotografia Newton Thomas Sigel ha detto a Singer che Sony e Panavision avevano sviluppato la nuova macchina Genesis. “Ce n’era una sola a Los Angeles e con quella abbiamo girato i provini di Brandon”, ricorda Singer, “con luce debole, luce calda, di notte, a mezzogiorno, di sera, di notte, in interni, con costumi e trucco. Poi Tom ed io abbiamo controllato i test e abbiamo deciso di provare a girare tutto il film con il sistema Genesis”.E’ stata solo questione di tempo e sono state prodotte altre macchine per Superman Returns. “All’arrivo in Australia ne avevamo una o due, dopo un paio di mesi ne avevamo otto o dieci a disposizione”.Anche se Singer e Sigel ammettono che la Genesis ha presentato molte sfide tecniche, sono stati felicissimi del risultato.
“Sony e Panavision hanno lavorato sodo per creare una macchina e un sistema che emula la curva e il colore del film”, dice Sigel, “quindi non ci sono differenze dal punto di vista del progetto luce. Poiché il materiale appariva a volte piatto, abbiamo deciso, invece di applicare una correzione complessiva, di graduare i giornalieri delle foto di scena mandate al colore. In questo modo abbiamo sperimentato i nostri limiti e capito cosa potevamo fare in post-produzione. Un altro aspetto positivo è stato che i dipartimenti degli effetti visivi avevano il metraggio che chiariva quale volevamo che fosse il look finale del film e questo li ha aiutati molto”.
L’uso della Genesis è stato un altro esempio di come in questo film si sia mescolato il vecchio e il nuovo. “Io ho un background di cinematografia tradizionale”, dice Singer. “Mi piace girare su pellicola. Anche per Tom è stata un’esperienza nuova girare in digitale. Abbiamo usato molto il grandangolo perché le dimensioni del film erano enormi. Quando poi abbiamo visto il metraggio girato alla fattaria Kent ci siamo resi conto che il risultato era fantastico”.
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