Ispirandosi al set di John Barry del 1978, Dyas ha costruito una ‘nave di cristallo’ per Superman larga 150 piedi e profonda 135, alta circa tre piani. “Ricorda la capsula di cristallo che ha portato Superman sulla Terra nel primo film di Donner”, dice Dyas. “Superman usa la sua ‘tecnologia del cristallo’ per creare la nave e credo che il risultato sia insolito ed elegante. Abbiamo usato lo stesso metodo per la Fortezza della Solitudine, sviluppando l’idea con l’aiuto delle nuove tecnologie. Ad esempio, invece di vedere la Fortezza solo da un’unica direzione come nel film del 1978, abbiamo ottenuto una vista a 360 gradi permettendo a Bryan una panoramica intorno a questo ambiente grande come una cattedrale. E’ abbastanza spettacolare”. Dyas ha progettato l’edificio del Daily Planet con l’idea che, come molti edifici Art Deco di New York, si fosse rinnovato nel corso degli anni. “Credo che Guy abbia fatto un ottimo lavoro unendo gli esterni Deco e gli interni con schermi al plasma di ultima generazione”, dice Singer. “Ancora una volta vecchio e nuovo diventano senza tempo… proprio come Superman”.Ci son voluti sei mesi per progettare il Daily Planet, quattro per costruirlo e uno per illuminarlo adeguatamente. “Avevamo 3000 luci e 19 miglia di cavi in quel set”, ricorda Adler.“A Bryan piacciono set molto dettagliati, così con il Daily Planet mi sono scatenato”, dice Dyas. “Già in pre-produzione abbiamo fatto una serie di ricerche e visitato a New York l’edificio del Daily News, progettato nel 1929 da Raymond Hood. Il periodo dell’Art Deco americano ha influenzato molto i miei disegni, soprattutto per gli interni degli uffici della redazione del Daily Planet. Anche se volevamo che il film avesse uno stile moderno, mi sono ispirato alla moda degli anni ’30 del geometrico, del vetro e dei colori forti”. Queste influenze si vedono anche negli esterni decorati dell’edificio e nell’affollata piazza antistante. “Abbiamo voluto un globo che svettava sul tetto dell’edificio, da cui si vede Metropolis e dove è stata girata una delle scene romantiche”, dice Dyas.Il set della piazza era così grande che i teatri della Fox non potevano ospitarlo, così i realizzatori hanno deciso di costruirlo all’esterno, usando uno spazio tra due teatri. “Che ci crediate o no, ha funzionato benissimo”, afferma Dyas. “Il tempo è stato perfetto e abbiamo inserito taxi, autobus e macchine, trasformando un’area adiacente in un mini Central Park e aggiungendo una fermata della metropolitana. E’ stato uno dei set più difficili da costruire, ma è stato bellissimo”.Oltre allo yacht, Dyas ha creato anche il complicato set di un treno giocattolo e un altro chiamato New Kripton. “Definirei New Kripton un incrocio tra il deserto dell’Arizona e la banchisa artica”, dice Dyas. “Per progettarlo, abbiamo usato forme simili al cristallo che fanno parte della mitologia visiva del mondo di Superman. Ricorda la Fortezza della Solitudine, ma è meno luminosa”.“Invece il set del trenino era come un campo giochi in miniatura e il mio team si è divertito moltissimo ad assemblare le varie parti e creare una città e un paesaggio iperrealistici”, continua Dyas. “Siamo stati molto attenti ai dettagli, perché quando Lex distrugge il trenino con i suoi esperimenti è una metafora della distruzione del genere umano. Il set del trenino era enorme, ma doveva apparire ancora più grande, quindi abbiamo usato trucchi prospettici e altri accorgimenti. Ad esempio le colonne sono state costruite a una certa distanza dal set e più ravvicinate, abbiamo usato tre diverse dimensioni dei treni in miniatura, mettendo i più grandi in primo piano vicino alla macchina da presa e i più piccoli sul fondo”, spiega Dyas. “Abbiamo avuto bisogno di centinaia di pezzi per ottenere un treno realistico e non ce l’avremmo fatta senza l’aiuto generoso di una compagnia tedesca, la Merklin. I loro modellini erano semplicemente fantastici e nel corso di parecchi mesi ci hanno spedito una quantità di casse di tesori”. L’ambiente che circonda il treno comprende il deserto con i cactus, lo skyline di Metropolis e le cime innevate delle Alpi svizzere.Lo stesso mix di classico e moderno è usato per i costumi, prima di tutto quello di Superman. Singer ha voluto che riflettesse non solo l’immagine che si è trasmessa nel corso degli anni, ma anche la modernità del personaggio.“Ricordo il primo giorno in cui ho visto Brandon”, dice la costumista Louise Mingenbach, che avendo disegnato i costumi dei due “X-Men” di Singer conosce bene i Supereroi. “Mi ha detto che per lui era importante che il costume fosse comodo, perché non lo distraesse in alcun modo. Non sono insensibile, ma ridendo gli ho risposto: “Baby, non sarai mai scomodo nella tua vita come con quel costume indosso. Non è facile essere un Supereroe ed esserlo non vuol dire davvero stare comodi”.
“Brandon non sapeva proprio cosa lo aspettava”.
E nei mesi seguenti è vissuto con indosso una seconda pelle di tessuto chiamato Milliskin, sotto la quale veniva inserito un ulteriore strato sagomato per far risaltare i muscoli. “Poiché la Milliskin è aderentissima, appiattiva la muscolatura naturale di Brandon, quindi siamo dovuti intervenire per imbottire forme e i contorni”, dice Mingenbach.
La famosa ‘S’ in rilievo era di latex, il mantello di una particolare lana francese, con uno speciale trattamento ‘ombre’ che dava alla parte centrale un rosso acceso, mentre l’esterno era stato gommato per ottenere un certo peso e una certa struttura. “Era ovvio che non poteva stare comodo con quel doppio costume e quel mantello pesante quasi cinque chilogrammi”, continua Mingerbach.
Routh ha avuto anche bisogno di sottoporsi a un intenso allenamento fisico, iniziato appena ha saputo di aver ottenuto la parte. A Los Angeles è stato seguito da Gudni Gunnarson. “I mesi di lavoro a Los Angeles sono serviti per preparare il mio fisico a sostenere lo stress cui avrei dovuto poi sottopormi in Australia”.
Arrivato a Sydney, Routh ha iniziato a lavorare con il trainer australiano Michael Ryan. “Gli inizi sono stati difficili, e anche il seguito”, ricorda Routh, “mi sono sentito più un atleta che un attore”. Penzolare a cinquanta piedi da terra o trattenere il respiro sott’acqua con addosso un costume aderentissimo ha messo a dura prova il mio fisico, ma poi piano piano mi sono abituato”.
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