Sam Huntington, il Jimmy Olsen di questo film, è sempre stato un fan di Superman ed è stato emozionante per lui girare una scena con Jack Larson, il Jimmy Olsen della serie TV degli anni ’50. “Jack è un’icona per me ed è stato un onore non solo recitare con lui, ma farlo con il suo personaggio”, dice Huntington. “Mi ha raccontato belle storie su come la sua vita è stata influenzata da questo ruolo. Questa esperienza, per me come attore e come fan di Superman, è stata la realizzazione di un sogno”.“Superman Returns” presenta due personaggi nuovi nell’universo dell’eroe: l’aiutante di Lex Luthor Kitty Kovalski, interpretata da Parker Posey, e Richard White, nipote di Perry White e fidanzato di Lois, interpretato da James Marsden.Kitty Kovalski non è cattiva, ma si ritrova coinvolta nel complotto per distruggere Superman. “Kitty adora lo stile di vita che le può offrire Lex”, dice Posey, star di film come Personal Velocity, Campioni di razza e La casa del sì. “Adora anche il suo humor e la sua ambiguità”, continua l’attrice. “Ma l’esperienza diventa più seria e complicata di quanto avesse immaginato”. “Parker da una dimensione incredibile a Kitty, che è legata alla Miss Tessmacher del primo e del secondo film”, dice Singer. “E come Tessmacher, la Kitty di Parker è buffa e irriverente, ma ha qualcosa di simile a una coscienza, a differenza di Lex”.Richard White, aiuto redattore del Daily Planet, è fidanzato con Lois ed è l’uomo che il piccolo Jason chiama papà. “Richard White è un personaggio nuovo”, dice Marsden, che è stato il supereroe Cyclope in X-Men, X-Men 2 e X-Men 3. “E’ stato interessante lavorare con Bryan in un tipo di ruolo completamente diverso”.
“Richard non è male, anzi, ma è l’uomo giusto per Lois?” domanda Routh, prima di rispondere con un sorriso: “No, perché è Superman quello giusto”.
“Ma Superman non deve solo lottare per riconquistare Lois”, continua l’attore, “ma per accettare il suo destino, proteggere la Terra”. E il mondo accoglie con gioia il ritorno del Supereroe di cui tanti avevano dimenticato l’esistenza.
La prova finale sarà sventare il diabolico complotto di Lex Luthor non solo contro Superman, ma contro tutto il genere umano.
L’Australia e Metropolis
Le riprese sono iniziate a Breeza, Australia, in una fattoria trasformata in un terreno per esterni. Una strada lunga sei miglia, costruita dalla produzione, ha fornito l’accesso al ‘campo base’, dove erano sistemati i caravan degli attori e dei realizzatori, le tende sotto cui servire il catering e le roulottes dei vari dipartimenti, compresi quelli del trucco, dei costumi, degli effetti speciali e di quelli visivi. Il campo base era attrezzato anche con un furgone equipaggiato per la connessione internet nel bel mezzo del bush australiano.Tutte le strade portavano alla fattoria Kent, dove lo scenografo Guy Hendrix Dyas ha ricreato la classica abitazione di Ma, Pa e Clark Kent. Dalla cassetta della posta alla sedia a dondolo sulla veranda, Dyas e il suo team hanno ricostruito nei minimi dettagli la casa dell’infanzia di Superman, compreso un fienile alto 30 piedi dipinto di rosso sangue di bue e cinque acri di terra coltivata a mais.Per tre settimane la troupe si è trasferita nel New South Wales per le riprese del set della fattoria, nei pressi della cittadina di Tamworth. Ricostruire la casa dell’infanzia di Superman ha significato costruire nuove strade, piantare pali del telefono e seminare cereali”.Per tre settimane, i realizzatori, insieme a Brandon Routh, Eva Marie Saint, James Karen (nel ruolo di Ben Hubbard) e Stephen Bender (il piccolo Clark in una serie di flashback) sono vissuti in questa ambientazione classica dell’America rurale, godendosi magnifici tramonti.“Far crescere il mais a Tamworth non è stato facile”, dice Dyas. “Questa particolare regione dell’Australia ha sofferto a lungo di siccità e noi abbiamo dovuto impiantare un sistema di irrigazione per permettere alle piante di resistere fino alla fine delle riprese. Comunque il nostro mais ha nutrito gli animali delle fattorie della zona quando ce ne siamo andati. E’ stato complicato costruire in mezzo al nulla, ma credo che Bryan ed io siamo riusciti a dare una bella visione della fattoria di Martha Kent”, continua Dyas. “Dal primo giorno fino all’ultimo, quando Bryan ed io parlavamo del look del film tenevamo sempre presente l’universo di Superman come era apparso nei fumetti, nelle serie tv o nei film precedenti. Bryan ci teneva molto, quindi ogni volta che progettavo un ambiente avevo ben presente le passate incarnazioni di Superman. Il nostro obiettivo era aggiornare il mondo di Superman, non reinventarlo. La fattoria Kent è stato uno dei primi set che ho disegnato ed è stato un magnifico punto di partenza, perché ho potuto inserire elementi di classicismo e romanticismo fin dall’inizio”.“Sicuramente c’è un tocco romantico nel look del film, come nella storia”, dice Singer. “Penso che siamo riusciti a mescolare con successo alcuni elementi di John Barry del film di Donner del 1978 con il look anni ’40 e le facciate Art Deco e i grattacieli di Metropolis. E’ un mix di antico e moderno senza tempo. Questo è stato l’approccio nei confronti degli elementi di design”.Dopo aver completato le sequenze nella fattoria Kent, la produzione è tornata ai Fox Studios Australia, che è diventata la base operativa a Sydney, e dove sono stati occupati sette teatri. “Appena finivamo le riprese su un set, sgombravamo subito tutto per il prossimo”. Ad un certo punto lo spazio era così limitato che Dyas è stato costretto a trasformare uno dei magazzini in un set per ospitare la ricostruzione degli interni dello yacht Gertrude.“Considerando l’aereo, lo yacht, le cisterne d’acqua e gli elementi del green screen, alla fine siamo arrivati a 80 set”, dice il produttore Gilbert Adler. “Per fortuna non si giravano altri film, quindi lo spazio era tutto per noi e questo ci ha concesso flessibilità e creatività nella programmazione e nella costruzione”.Singer sapeva di dover inserire altri elementi classici della storia, oltre alla fattoria Kent, come gli interni e gli esterni della redazione del Daily Planet e la Fortezza della Solitudine, amatissima dagli appassionati. “La Fortezza della Solitudine è un buon esempio di come abbiamo usato il progetto di John Barry per il Superman di Donner”, dice Singer, “ampliandolo grazie ai passi in avanti della tecnologia degli effetti visivi”.
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