Quando 28 giorni dopo uscì sul circuito internazionale, nel 2003, segnò una piccola svolta nella storia contemporanea del cinema fantastico e questo a dispetto dell'accoglienza piuttosto tiepida che gli venne riservata dalla critica, ma grazie soprattutto al responso trionfale dei botteghini. Costato appena 8 milioni di dollari, il film in realtà aveva esordito nel 2002 nelle sale britanniche in maniera a dir poco deludente, centrando a stento l'obiettivo del pareggio, ma quando giunse oltreoceano il pubblico americano gli tributò un successo clamoroso, la cui onda lunga si propagò anche all'estero, dalla Spagna all'Italia. Così, al termine della permanenza nelle sale, la pellicola aveva raccolto incassi dieci volte superiori ai suoi costi di produzione, un risultato che ripagava l'impegno di Alex Garland, lo scrittore inglese autore della sceneggiatura originale, e di Danny Boyle, il regista (per altro non del tutto a digiuno di azzardi vincenti, dal caustico Piccoli omicidi tra amici a Trainspotting, film culto di una intera generazione) che aveva creduto nel progetto.
Anche se Resident Evil era giunto nelle sale meno di un anno prima, fu proprio 28 giorni dopo a svelare appieno le potenzialità del filone dei non-morti e Hollywood non si sarebbe lasciata sfuggire l'opportunità di sfruttare fino in fondo questa nuova gallina dalle uova d'oro. Nel giro di nemmeno un anno la disponibilità dei distributori richiamò in servizio George A. Romero. Era stato il maestro newyorkese, infatti, l'unico vero colpevole di tutto, il visionario che aveva imposto nell'immaginario collettivo la figura del morto vivente, affamato di carne e implacabile, e Garland e soci non avevano fatto altro che riferirsi a quell'immaginario e dimostrare che l'icona non era ancora stata metabolizzata a sufficienza dall'inconscio collettivo. Fu allora programmata una autentica invasione dei cinema a opera di legioni di morti che camminano: dopo il remake di Zombi firmato nel 2004 da Zack Snyder e intitolato L'alba dei morti viventi, sarebbe stata la volta di Land of the Dead, l'attesissimo ritorno di Romero stesso alle sue affamate creature, per non parlare di tutta la schiera di epigoni generati sulla scia del revival e nel franchise del videogame della Capcom. E a dimostrazione del fatto che per le major il discorso non è ancora concluso, immancabile arriva ora il sequel di 28 giorni dopo.
Avevamo lasciato gli unici superstiti dell'epidemia virale che aveva inesorabilmente consegnato il regno di Sua Maestà alle armate della morte, alla macchia nella profonda provincia rurale britannica. L'epilogo della loro fuga da Londra, alla ricerca di un fantomatico comando della resistenza che potesse mantenere viva la fiamma della speranza, era per la verità piuttosto debole e mal si adattava alla cruda rappresentazione della triste condizione umana che invece era stata inscenata nelle precedenti due ore della pellicola: un trattato cinematografico sull'angoscia che toccava il suo apice nel ritratto delle strade deserte della capitale inglese, che di notte diventavano zona di caccia per orde di non-morti rabbiosi. Una incertezza, quella del finale, provata dalle tre diverse alternative che sono poi state incluse nella successiva edizione in DVD.
Il seguito dovrebbe riprendere il racconto sei mesi dopo gli eventi narrati nel primo film, una soluzione che pare legata al bisogno di richiamare in qualche modo nel titolo il marchio indelebile del capostipite, e infatti questa nuova pellicola si intitolerà 28 settimane dopo. Prodotto da Fox Atomic, secondo quanto riportato da Variety il film avrà il suo protagonista in Jeremy Renner, che finora sembrava relegato in ruoli secondari, come nel drammatico North Country (con Charlize Theron) e nell'imminente western The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford (al fianco di Brad Pitt). Nel film Renner vestirà i panni di un militare delle Forze Speciali, occupate a gestire il lento e difficile ritorno alla normalità quando un nuovo focolare dell'epidemia riaccende l'incubo su Londra. Rowan Joffe è attualmente al lavoro sulla sceneggiatura, mentre è già stato annunciato il nome del regista, che sarà lo spagnolo Juan Carlos Fresnadillo. Fresnadillio vanta un curriculum di tutto rispetto come autore di corti sperimentali e il suo Intacto, un thriller dalle venature fantastiche che sconfina nel metafisico, ha confermato alla critica il suo talento visionario. Boyle e Garland si limiteranno a curare il progetto dal lato della produzione. I giorni sono contati, come recitava il lancio del primo film. La morte, è ormai certo, tornerà a percorrere i sentieri di Albione.
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