di Luigi Pachì e Silvio Sosio

thread A chi segue il Corriere della Fantascienza non sarà sfuggito che quest'anno, alla convention annuale che si è tenuta a Courmayeur, la nostra rivista ha vinto il Premio Italia come miglior rivista amatoriale. A chi ha guardato la lista con uno sguardo più attento non sarà neppure sfuggito che il premio Italia per il miglior racconto su rivista amatoriale è andato a un racconto uscito su Delos, che il premio per il miglior articolo su rivista amatoriale è andato a un articolo uscito su Delos, che il premio per il miglior traduttore è andato a un nostro redattore, come il premio per il miglior articolo professionale, il premio per il miglior artista, il premio per il miglior romanzo e il premio per il miglior spettacolo.

Un "filotto" di questo genere, al di là degli indubbi meriti di tutti i vincitori, è quantomeno sospetto soprattutto se si dà un'occhiata ai premi degli anni precedenti, quando gli stessi filotti, più o meno, li inanellava regolarmente la fanzine Yorick, con i suoi racconti, i suoi articoli, i suoi collaboratori, i suoi artisti. Allora cosa è successo?

Facendo parte del direttivo della World SF, l'ente garante dell'organizzazione del Premio Italia, abbiamo avuto modo di partecipare allo spoglio delle schede voto, e ci siamo potuti fare un'idea.

Delos quest'anno ha salito quell'ultimo scalino che le ha permesso di avere quei due o tre votanti in più (sul numero peraltro molto ridotto dei votanti al premio Italia, molto inferiore a 100) per sorpassare gli "avversari". Andando a spulciare le schede voto ci si accorge che i votanti sono divisi in due categorie molto ben distinte. Da una parte c'è chi favorisce tutto ciò che appartiene al genere fantasy, inclusa la rivista Yorick. La gran parte di questi voti pervengono gli organizzatori via posta normale, oppure via fax. Dall'altra parte c'è chi favorisce la fantascienza, inclusa la rivista Delos. Tutti questi voti pervengono via internet.

Sarebbe molto miope a questo punto pensare che questa spaccatura sia legata ai classici meccanismi di amicizia-clientelarismo che spesso hanno caratterizzato le vicende del fandom e che hanno sempre afflitto il Premio Italia, anche se corrette in qualche misura da regolamenti studiati appositamente per rendere il premio meno manipolabile. Si tratta invece di un sintomo di un fenomeno molto più importante, su scala molto più vasta.

E' chiaro che si sta allargando la spaccatura fra i due lati del fandom. Sono anni che si sta aprendo ed è sempre più dilatata. Lo stesso fenomeno, del resto, lo abbiamo già vissuto anni fa con i fan di Star Trek e con quelli di Guerre Stellari. Perché? Possiamo tentare di mettere in piedi un'ipotesi.

Il mondo degli appassionati, da sempre diviso in decine di gruppi orbitanti attorno a club, fanzine o editori, ha vissuto dagli anni sessanta a oggi alterne vicende, ma è sempre stato sostanzialmente unito nella comune lotta verso quel "mondo esterno" che tendeva a rinchiudere in un ghetto - una gabbia di matti, insomma - chi si interessasse di cose tanto frivole o strane come la narrativa fantastica.

Oggi questo comune avversario sta progressivamente svanendo: alla fine del secolo, interessarsi di qualcosa, o addirittura leggere dei libri, è comunque segno di cultura; non c'è più nulla di cui vergognarsi a leggere Asimov o Tolkien, tutt'altro. La fantascienza si mescola con la narrativa mainstream, tanto che a volte è difficile vederne il confine.

Dall'altra parte, la possibilità di comunicare in modo rapido e intenso grazie a internet ha come conseguenza la formazione di gruppi di interesse molto specializzati, che trovano all'interno di sé stessi i numeri e le energie per vivere come universi a sé stanti.

Il risultato di queste tendenze, a nostro parere, è una sorta di "deriva dei continenti" del fandom. Fenomeno già anticipato anni fa dal progressivo distacco del fandom di Star Trek dal corpo del fandom fantascientifico.

Basta dare un'occhiata ai convegni che si tengono ogni anno nel nostro paese per avere un quadro abbastanza esemplificativo della situazione. Fino a vent'anni fa l'Italcon era sostanzialmente l'unico grande convegno degli appassionati di fantascienza italiani. Attualmente si tengono regolarmente ogni anno la Sticcon (dedicata a Star Trek), la Hobbiton (dedicata a Tolkien) e la Empirecon (dedicata a Guerre Stellari e altro), tutti e tre convegni che richiamano molti più partecipanti di quanti ne ospiti l'Italcon, che dovrebbe essere il momento di raduno nazionale di tutti i fan. L'anno prossimo, qualche tempo dopo l'Italcon (che si terrà a Torino), verrà organizzata una convention dedicata alla fantasy dagli stessi organizzatori delle Italcon di San Marino degli anni scorsi, e si consumerà quindi l'ultima separazione: il canyon aperto fra fandom di fantascienza e fandom fantasy si trasformerà in un braccio di mare.

Tutto questo ci preoccupa un po', è vero, ma non siamo certi che sia effettivamente un male. Comunque lo si giudichi, è un processo storico e come tale ci sembra inevitabile. Bisogna cercare di trasformare una debolezza in una forza. Abbandoniamo l'idea obsoleta di un'Italcon che raduni tutti i fan, perché non sarà mai più così. Facciamo invece crescere gli appuntamenti annuali nella loro specificità. San Marino sarà dedicato alla fantasy. Torino alla fantascienza. Courmayeur trovi una propria connotazione (fantasy storica e celti?). E facciamo itinerare il marchio Italcon fra convegni che abbiano una loro ragione di esistere al di là del marchio del convegno nazionale ufficiale; e cerchiamo di inserire in questo circuito anche gli altri grandi raduni. Solo così, a nostro avviso, l'idea di Italcon, di convegno nazionale degli appassionati di fantascienza, potrà avere ancora un'utilità, e si salverà dall'inevitabile estinzione a cui sembra condannata oggi.

Dopo lo speciale sui robot che ha avuto tanto successo il mese scorso, Delos offre in questo numero un altro grande speciale tematico dedicato a un argomento molto amato, i viaggi nel tempo. Ne avevamo già parlato tempo fa, sul numero 26, ma l'argomento era ben lungi dall'essere esaurito. Ecco allora quattro interventi (ai quali si aggiunge un racconto), che analizzano non solo come la fantascienza ha trattato il viaggio nel tempo, ma anche come è affrontato dalla scienza ufficiale, e quali reali prospettive ci sono per la sua realizzazione.

Marco Spagnoli ha intervistato il regista Ridley Scott, l'autore di pellicole leggendarie come Alien e Blade Runner al lavoro sul seguito di Il silenzio degli innocenti. Sempre Marco Spagnoli inoltre ha visto in anteprima per i lettori di Delos il colossal Battaglia per la terra, tratto da un ciclo di romanzi di L. Ron Hubbard e prodotto e interpretato da John Travolta.

Il numero ospita anche la prima parte di un ciclo di articoli firmato da Giuseppe Lippi (curatore di Urania) su 2001; poi il racconto vincitore del premio Cristalli Sognanti, una nuova puntata della Storia della fantascienza di Riccardo Valla, uno "spoof" di James Ballard, reportage dell'Italcon al modo di Vittorio Curtoni, e molto altro. Speriamo che possiate trovare molti spunti interessanti. Buona lettura.

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