The Sentinel ha qualcosa di sorprendente con una prima parte del film che lascia lo spettatore veramente colpito dalla qualità della regia e dall'interessante ambientazione nel mondo delle guardie del corpo del Presidente degli Stati Uniti, seguito - 24 ore su 24 - dai Servizi Segreti.
Dopo una serie di episodi di alcuni serial televisivi e il pur visivamente notevole S.W.A.T., l'attore - regista Clark Johnson riesce a rendere al meglio la complicata sequenza di tradimenti e calunnie che caratterizzano la trama.
Un film difficile, ma riuscito nonostante un secondo tempo eccessivamente 'rocambolesco', proprio per la sua grande qualità visiva e narrativa con un'ottima regia a sostenere un'azione intrigante e dalle venature sorprendentemente sexy.
Michael Douglas è Pete Garrison: un agente dei servizi segreti americani che vent’anni fa ha salvato la vita ad un presidente (Ronald Reagan?) facendogli scudo con il proprio corpo e proteggendolo da una pioggia di proiettili. Amato e rispettato dai colleghi, Garrison ha fatto carriera ed è diventato capo della sorveglianza della First Lady dove è a contatto con le sfere più alte della gerarchia e si occupa di piani segreti, procedure, mappe e nomi in codice. Ma il suo universo lavorativo entra in crisi quando cominciano a venire alla luce degli inquietanti segreti: un collega e amico di Pete, Charlie Merriweather, gli parla di un’informazione altamente confidenziale della quale vorrebbe metterlo al corrente. Ma prima che riesca a farlo, Merriweather viene ucciso in quella che viene fatta passare per un’improbabile rapina.
Quali segreti non devono emergere dal passato di Garrison? Un eroe può avere delle macchie e della rabbia? Perché?
In questo senso The Sentinel coglie con la guardia abbassata lo spettatore che - forse - potrebbe essere inizialmente indotto all'idea di un thriller con buoni e cattivi. Invece, il film ha delle complicazioni psicologiche e sentimentali che stupiscono e che lasciando intendere facilmente il perché questa pellicola possa non essere stata accolta 'al meglio' dal pubblico americano, notoriamente puritano quando il cinema tocca la vita privata dei suoi rappresentanti in maniera un po' scabrosa.
Divertente e spettacolare, il film annovera un cast di tutto rispetto con un Kiefer Sutherland 'vestito meglio' che in 24, un'Eva Longoria in un ruolo non particolarmente di spessore e una Kim Basinger sempre affascinante nonostante l'incedere - talvolta impietoso - del tempo che passa.
Una pellicola divertente ed estiva, ma tutt'altro che da sottovalutare sia per la sua qualità cinematografica, sia per l'ambizione di portare 'il solito complotto' da un livello più alto e politicamente problematico, perché mostra che - ancora una volta - nessuno è davvero 'al sicuro' o invulnerabile. Nemmeno l'uomo più importante del mondo, il Presidente degli Stati Uniti, tradito dai suoi uomini e negli affetti più cari.
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