Dipendeva solo da lui, dalla sua volontà, essere una persona diversa. Questa idea gli si inculcò sempre più a fondo nella testa fino a diventare un dogma, quasi una mania. Non era mai stanco di apprendere e più scopriva di riuscire a capire le cose che aveva di fronte più la sua sicurezza, il suo orgoglio, il suo amor proprio aumentavano. Ma la cosa che lo eccitava maggiormente era che più imparava e più gli sembrava che ci fosse da sapere. Davanti a lui si era spalancata una porta su un mondo senza confini. Un mondo sempre più accogliente e misterioso man mano che si scopriva. E lui era l'unico padrone di questo mondo. Era un'idea che aveva imparato ad apprezzare, anzi, ora come ora ci si gongolava con compiacenza. Sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe potuto fornire prova delle sue nuove capacità, di questo era ormai certo, ma per ora aveva ancora molte cose da scoprire e la solitudine era la dimensione più adatta a tale scopo.La compagnia di Madres era più che sufficiente e quando proprio aveva voglia di un contatto più "umano" M.I.S. era sempre disponibile.Ledeo si era dovuto ricredere su quell'androide. Le sue capacità d’interazione con l'uomo rasentavano il miracolo! Si era rivelata in grado di sostenere qualunque tipo di discorso e non in modo passivo. Le sue parole erano sempre stimolanti e le domande mai banali. Non si limitava mai ad ascoltare in silenzio ma al contrario, spesso era lei ad intavolare nuovi temi, a condurre la discussione. Gli era stata vicina nei momenti più bassi e lo aveva fatto divertire come nessuno mai. Alcune notti era riuscita anche a sostituire con rara dolcezza una donna vera.

Doveva ammetterlo, si sentiva sereno e sicuro di sé come mai prima d'ora. Il viaggio era ancora lungo, ma era certo che sarebbe andato a buon termine. Aveva discusso a lungo con Madres di questo argomento e alla fine non aveva potuto che convenire con lei che i dati di cui disponevano non lasciavano dubbi. Il pianeta verso cui stavano viaggiando esisteva davvero, non era solo una leggenda. Già lo scorso secolo, l’Ordine labirinto aveva inviato delle sonde nello spazio, per accertare la veridicità delle carte che da generazioni i sommi sacerdoti si tramandavano. Naturalmente tutte le operazioni si erano svolte nel più assoluto segreto. Ancora più attenzione fu posta quando settant'anni dopo una di queste sonde riportò su Al Arret una serie di foto e campioni di terra e atmosfera estremamente interessanti, provenivano da un piccolo pianeta non troppo lontano dalle coordinate in cui gli antichi testi collocavano il mondo in cui la sua razza sarebbe nata. Non c'erano dubbi sull'abitabilità di quel luogo. Lui stesso aveva controllato quei rapporti, ora che il viaggio era iniziato e il peggio capitato non c'era più ragione di tenerli nascosti. L'unica cosa che ancora non lo convinceva era la teoria secondo la quale la loro civiltà era nata e si era evoluta su un altro pianeta. Gli sembrava assurdo. Se fosse stato vero l'emigrazione doveva essere avvenuta almeno quattromila anni fa, e all'epoca non si disponeva certo di una tecnologia adeguata ad affrontare un viaggio simile. Anche in questa epoca si erano fatti grossi sforzi per realizzare la Novak. Non era pensabile una cosa del genere. Comunque questo non aveva molta rilevanza. L'unica cosa che contava era che c'era un pianeta che lo stava aspettando. Un pianeta su cui le sue nuove capacità sarebbero state indispensabili per gettare le basi di una nuova storia umana.

Quell'astronave era l'unico seme rimasto di un albero millenario ed unico. Il suo compito era assicurarsi che avrebbe trovato la terra giusta su cui germogliare.

VI

Quel giorno Ledeo camminava nervoso per i corridoi della Novak. Ultimamente gli era capitato spesso di risvegliarsi di cattivo umore, ed anche se ne conosceva il motivo non sapeva cosa fare per risolvere la questione che lo angustiava. La verità era che nei sette anni che ormai erano trascorsi dalla loro partenza, aveva imparato tutto quello che gli era stato messo a disposizione su quella nave. Ora cominciava ad annoiarsi. Solo quando stava con Madres riusciva ad attenuare quella spiacevole sensazione. Purtroppo tra una sessione e l'altra doveva intercorrere una pausa di alcuni giorni di riposo, anche se lui sinceramente non ne comprendeva il motivo. A parte le primissime volte in cui era entrato nel piano parallelo, non aveva più avuto nessun problema nel momento del distacco, né fisico né mentale. Il viaggio era ancora lungo e la sua sete di conoscenza era ben lontana dall'essere pienamente appagata. Aveva cercato di impegnare il tempo progettando un piano di sviluppo per quando sarebbero arrivati a destinazione, ma i dati a disposizione riguardanti le caratteristiche generali del nuovo pianeta erano troppo scarsi per poter fare un lavoro soddisfacente. Così le giornate diventavano sempre più lunghe. Si sentiva come una bomba di energia pronta ad esplodere. Una super nova dilatata a dismisura ma che non riusciva a trovare una definitiva via di sfogo. In realtà c'erano alcuni temi che ancora lo affascinavano, come la vera storia dell'Ordine Labirinto, o la teoria riguardante la tecnologia che aveva permesso di creare M.I.S. e il sistema centrale di Madres. Tutte informazioni che non era riuscito a trovare da nessuna parte. Inutile era stato fare domande dirette alla stessa Madres. Ogni qual volta ci provava riceveva solo risposte evasive o comunque poco chiare, e questo lo rendeva ancora più nervoso.Continuando a camminare per i corridoi ad un certo punto si ritrovò davanti la camera di M.I.S.. La porta era aperta, come sempre del resto. Senza molto entusiasmo varcò la soglia per fare due chiacchiere con l'androide ma rimase stupito di ciò che vide. Seduto sul letto c'era lui stesso. O meglio, M.I.S. aveva preso le sue sembianze ed ora lo stava guardando con un sorriso vagamente ironico. Gli dava una strana sensazione vedersi dal di fuori.- Beh, che cos'è questa novità?

Il tono di Ledeo era leggermente seccato.

L'androide non si scompose e rispose gentilmente.

- Credevo che ti avrebbe fatto piacere poter conversare con te stesso. Mi era sembrato che ultimamente nessuna delle mie versioni riuscisse più a stimolarti.

In effetti, era vero. Anche la compagnia di M.I.S. negli ultimi tempi lo aveva lasciato indifferente. Aveva bisogno di confrontarsi con una persona vera, possibilmente del suo stesso livello intellettuale, cosa che lei con tutta la sua tecnologia e buona volontà non poteva fare.