Ma questa volta forse aveva avuto una buona intuizione. L'idea di avere un altro sé stesso come interlocutore gli aveva riacceso un piccolo focolaio di curiosità. Quindi si sedette anche lui sul letto e cominciò a dialogare con quella sua immagine speculare.Da principio i discorsi scorrevano senza intoppi, piacevolmente interessanti. Poter discutere a voce alta le sue teorie e soprattutto ascoltarle dalla sua stessa bocca le rendeva in qualche modo più vive, più tangibili. I problemi cominciarono quando si andò a finire sul personale. Per lui la sua vita passata, tutto quello che era accaduto su Al Arret ara solo storia. Adesso si sentiva una persona completamente diversa e quelle poche volte che ripensava a che razza di mente limitata aveva in quel periodo non poteva che provare pena e disagio. Al contrario M.I.S. continuava a tornare su quei giorni con ricordi pieni di nostalgia, tra le sue parole si intravedeva l'idea che quelli, in fin dei conti, erano momenti migliori degli attuali, che lui stesso era una persona migliore, e questo lo faceva incazzare alquanto. La conversazione si stava facendo accesa.- Non ti manca mai il nostro pianeta?

Ledeo rispose secco, senza pensarci.

- No. Sono completamente proiettato verso il nostro futuro.

- Nostro?

- Certo, il mio e della poca gente che è su questa nave. Le sole vite che valesse la pena salvare.

- Pensi davvero che un miliardo e mezzo di persone meritassero la morte?

- Di certo non hanno fatto nulla per evitarlo.

- Perchè, tu cosa hai fatto?

Quella domanda arrivò come un masso in piena faccia. Eppure Ledeo sapeva che alla fine sarebbe arrivata. Negli anni trascorsi se l'era posta molte volte ed ogni volta aveva trovato parecchie buone scusanti al suo comportamento passivo. Ora che però si trovava fisicamente davanti a sé stesso non riusciva a giustificarsi. Dovette abbassare gli occhi per interrompere quel momento di silenzio. Di scatto si alzò in piedi cercando di sviare il discorso.

- Che razza di domanda. Sai cosa ti dico? Che sono stufo di questa conversazione.

- Certo, ora puoi voltarmi le spalle e uscire, ma sai benissimo che la mia domanda verrà via con te. Continua pure a non pensare alle implicazioni morali ed etiche che tutto il progetto T.I.’A. si porta con sé. Continua a seppellire quelli che sono i tuoi reali sentimenti per quello che sta accadendo. Comunque sappi che saranno delle pessime fondamenta al Ledeo che credi di essere diventato. Il tuo ego è diventato così grande che presto crollerà su sé stesso.

Ledeo sentì un calore nuovo nascere in lui. Un sentimento d'ira così forte da sommergere ogni altra cosa. Quelle parole bruciavano. Bruciavano perché una piccola parte di lui sapeva che erano vere. Per molto tempo gliele aveva sussurrate all'orecchio in lunghe notti insonni ed ora che finalmente aveva creduto di avere zittito quella inutile voce se l'era trovata davanti incarnata in un corpo. Doveva annientarla definitivamente se voleva continuare la sua personale evoluzione.

Senza pensare alle possibili conseguenze Ledeo si gettò su M.I.S. incominciando a menare colpi all'impazzata.

- Basta. Devi stare zitto. Zitto!

L'androide sembrava non essere sorpreso, eppure subiva passivamente l'aggressione di Ledeo. Non tentava in nessun modo di arginare quella rabbia. Né fisicamente né verbalmente. Solo continuava a mantenere l'aspetto del suo carnefice.

- Tu non sei me. Non importa quanto mi rassomigli. Non è il mio pensiero. Tu non sei me. Non sei me.

Ledeo continuava a colpire il volto del robot con violenza crescente. Avrebbe preferito una sua reazione, una parola qualunque per tentare di calmarlo. Invece quell'abominio partorito dall'uomo se ne stava zitto. Inerme. E questo lo faceva incazzare ancora di più. E poi quello sguardo. Fermo. Imperturbabilmente fisso nel suo. Era insopportabile.

- Devi smetterla. Smetterla. Non mi puoi giudicare e non sarai mai in grado di comprendermi o aiutarmi. Sei inutile. Un inutile rottame. Voglio solo che tu smetta di esistere.

Improvvisamente, con uno scatto fulmineo, M.I.S. bloccò le braccia del suo aggressore. Ledeo restò sconcertato dalla velocità e la forza con cui era stato fermato. L'androide ne approfittò per parlare.

- La tua richiesta è rivolta a me poiché incarnazione di te o a me in quanto Modulo Interattivo Sperimentale 0. 2?

- Voglio che spariate entrambi dal mio percorso. Per sempre.

- Sarai accontentato.

M.I.S. mollò la presa. Il suo volto prese a svanire, sfumando, non completamente, semplicemente scomparve ogni tipo di tratto caratterizzante. La bocca divenne un semplice taglio nella faccia. Il naso talmente piccolo da sembrare solo due buchetti tra la bocca e gli occhi, ora grandi e quasi rotondi. Completamente neri. Niente ciglia o sopracciglia, niente orecchie né capelli. La pelle di un pallore mortale.

In pochi secondi Ledeo si ritrovò tra le mani una creatura che di umano non aveva quasi più nulla. Finalmente per la prima volta vide il vero aspetto dell'androide. E provò quasi pena per lei.

In quel momento M.I.S. chiuse gli occhi e il suo corpo sintetico si svuotò di ogni impulso finendo per sempre di esistere.

Ledeo si tirò su ancora ansimante.

Aveva vinto. Ora era solo.

Vuoto. Leggerezza. Pace.

Ledeo camminava di nuovo nei corridoi della Novak. Era uscito dalla camera di M.I.S. chiudendosi la porta alle spalle. Senza saperlo aveva lasciato in quella stanza anche l'ultima sua parte di umanità.

Ora poteva vedere dentro di sé con molta più chiarezza. Sapeva perfettamente cosa doveva fare.

La rabbia era completamente sparita. Ora sentiva la calma che può dare solo la certezza di avere preso una giusta decisione. Le parole dell'androide avevano fatto chiarezza nei suoi pensieri. L'unica possibilità che aveva di non crollare su sé stesso era di evolversi.

Allo stato attuale delle cose aveva una sola possibilità di scelta per poterlo fare, e non intendeva aspettare un minuto di più.

Si fermò davanti alla porta della plancia. Entrò dirigendosi senza esitazione alla console. Si sistemò nel cerchio arancione e indossò gli occhiali a contatto. Ora era nel suo mondo. Per sempre.

- A cosa vai incontro?

La voce di Madres era calma e suadente come al solito.

- Se lo sapessi non credo che mi interesserebbe farlo.

- Bene. Allora attraversa la linea di Seleide.

Ledeo attraversò il corridoio e saltò per l'ennesima e ultima volta nel bianco più assoluto.