- Ha chiamato tua moglie, Greg. Devi correre da lei: Cyn è ricoverata al St. Mungo Hospital.
7
Moon le sorrise come solo lui sapeva fare. Quel sorriso pieno di calore e di affetto, quel sorriso che la faceva sentire bellissima. E in gamba. E davvero brillante. Non poteva fare a meno di rispondere a quel sorriso e di sentirsi felice e protetta da tutte le brutture del mondo.- E’ stata una bella giornata - le scappò detto senza che ne avesse davvero l’intenzione. - Di solito ho la sensazione di perdere tempo, di sprecare la mia vita in attività inutili. Quello che faccio io potrebbe farlo una scimmia ammaestrata.Lui indicò il viale alberato e i lampioni accesi sulla banchina del lungofiume. - Trovi ci sia qualcosa di inutile in questa passeggiata?Lei scosse la testa prendendolo a braccetto. - Mai. Le nostre passeggiate insieme sono il ricordo più caro che ho.- Allora non puoi proprio lamentarti, ci sono persone che non riescono a ricordare i momenti piacevoli della loro vita. Conservano gelosamente solo gli eventi negativi, le disgrazie, i dispiaceri, ripensano ossessivamente a tutte le volte che le cose sono andate storte. Sono lieto di aver fatto qualcosa per te.- Oh, Moon. Spero che anche per te questi momenti siano... speciali. Sei felice, Moon?Si fermarono nella zona meno illuminata della banchina, nei pressi di un parcheggio deserto. Le stelle brillavano benigne sopra le loro teste.
Quegli occhi sporgenti e quel cranio asimmetrico parvero a Cynthia più belli che mai. Sospirò di trepidazione.
- Certo, Cyn. Io vivo di felicità. La respiro, la assaporo. Mi piace dipingerla, coltivarla. Tutti ne hanno una grande quantità in corpo, ma la tengono nascosta, quasi se ne vergognano.
La ragazza gli prese la mano e la strinse. Non era grande, né forte, ma il suo cuore batteva all’impazzata. Il suo primo amore, il suo grande amore. Avrebbe ricordato questo momento per sempre. - Moon, devo dirti una cosa importante. So che non riderai di me, ma...
Lui si chinò a baciarle la fronte con un bacio fresco e casto. - So cosa vuoi dirmi, Cyn. Anch’io ti amo. Con tutto il cuore.
Lei si sentì avvampare per la gioia. Si sentiva quasi venir meno, senza sapere se ridere o piangere per il sollievo. Il suo sogno si stava avverando nel migliore dei modi. Era fantastico, meraviglioso.
- Davvero, Moon? Ci speravo, me lo sentivo, ma non potevo esserne sicura. Ho fatto una cosa... una cosa per noi due, per il nostro futuro...
Lui le appoggiò un dito sulle labbra con delicatezza. - Ti amo completamente e perfettamente. Ma amo anche tuo fratello. E tuo padre. E tua madre. E tutte le persone che conosco. E loro amano me. E’ una cosa così bella che non potrei mai cercare di cambiarla o sminuirla. Ho bisogno di amare tutti, capisci? La mia vita è questa e comporta alcune rinunce. Sono sicuro che capisci la mia posizione.
- Ma tu... ma noi... - cerò di avvinghiarsi a lui in un goffo tentativo di seduzione. Tutte quelle belle sensazioni di benessere e appagamento erano diventate viscide e stavano per scivolare via nella notte umida. - Farei tutto per te. Tutto! - esclamò sull’orlo del panico.
- Non può esserci tra noi il tipo di amore esclusivo che vorresti. Mi dispiace, Cyn. Non volevo deluderti.
Lei si appoggiò al parapetto fissando l’acqua scura che gorgogliava indifferente, cercando di trattenere i singhiozzi. Lui la fece voltare dolcemente. - Puoi perdonarmi per non essere all’altezza delle tue aspettative?
Lo guardò attraverso un velo di lacrime e si vergognò del suo squallido tentativo di tenere tutta per sè una persona così perfetta, il suo comportamento doveva sembrargli terribilmente ingrato ed egoistico.
- Dimentica quello che ho detto, Moon - si fece coraggio con un sorriso stentato. Aveva rovinato tutto, tutto da quella stupida che era. Niente sarebbe mai più stato come prima. La vergogna diventava sempre più profonda e bruciante. L’aveva illusa di essere speciale, migliore.
All’improvviso la situazione le parve intollerabile, aveva compiuto per lui il gesto più nobile, più sacro, e lui non le aveva permesso neppure di dirlo. Aveva rifiutato il suo amore, il suo sacrificio. Agì sotto l’impulso di una rabbia incontenibile: una spinta improvvisa e violenta che lo fece roteare oltre il parapetto e precipitare nelle acque nere e gelide con un tonfo sommesso.
8
Ewan guidò come un pazzo nel traffico congestionato della zona fieristica. Il mezzo in dotazione alla squadra investigativa psi era un tre ruote con abilitazione di livello 2 che non consentiva l’attraversamento di zone pedonali e muri del silenzio. Tentò una manovra azzardata per raggiungere l’ospedale dato che percepiva chiaramente come tutti gli occupanti dell’abitacolo fossero convinti che Cynthia avesse tentato il suicidio. Il droide addetto al controllo del traffico prese il comando del mezzo e li fece accostare. Margaret schiumava di rabbia mentre le contestavano almeno una decina di infrazioni.Giunsero all’ospedale venti minuti dopo e il loro distintivo non servì neppure per trovare un parcheggio vicino all’ingresso. Trafelati e preoccupati, irruppero nella stanza di Cynthia dove la madre li attendeva con una faccia livida: una ruga profonda tra le sopracciglia e un’espressione feroce. Ma non piangeva e non salutò nessuno dei presenti al loro ingresso nella stanza. Cynthia era distesa sul letto accanto ad un monitor cardiaco. Pallida ma non troppo sofferente.Il medico che l’aveva accolta al pronto soccorso aveva parlato di una forte emorragia, ormai sotto controllo, e poi era scappato per dedicarsi alle vittime di un incendio. Il padre era corso a stringerle la mano e il fratello era crollato scomposto in una poltroncina di plastica. Marg ed Ewan erano rimasti immobili ai piedi del letto.Il silenzio mise a disagio Ewan. Era il silenzio di un segreto che stava per venire a galla, sepolto male e corrotto dalla luce e dall’aria. Puzzava di cose non dette, di sensi di colpa.- Che cosa sta succedendo qui? - chiese Marg sgarbatamente. - Ci state nascondendo qualcosa. Tutti quanti. E ora io voglio sapere la verità.Il mutismo ostinato era una sfida aperta. Ma Marg non era certo un tipo paziente e la sua abilità telepatica non la rendeva particolarmente simpatica agli interrogati. - So che l’avete ucciso voi.
La provocazione smosse qualcosa, i pensieri schizzarono nella stanza annodandosi gli uni con gli altri, diventando una massa inestricabile. Ma i due investigatori non riuscirono a distinguere nulla, niente di comprensibile o compromettente.
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