Immaginare la storia e scriverla sono per me due attività separate che si riferiscono adue stati diversi della mente. La creazione necessita relax; la comporre implica la massima concentrazione. La parte creativa la svolgo via dal computer, durante le mie passeggiate o mentre sono occupata in qualcos’altro, oppure ancora mentre prendo appunti o elaboro il canovaccio, in un’altra stanza. Non compongo al computer, e tuttavia faccio editing sui mezzi pubblici, e le migliori idee sui dialoghi e le descrizioni mi vengono mentre scrivo al pc. Si tratta di idee che alle volte sono così forti da farmi divergere da quanto pianificato: allora devo fermarmi, allontanarmi e rifare il canovaccio; alle volte, invece, queste idee sono solo un ‘bonus’, un valore aggiunto che si incastra a perfezione in quello che avevo pianificato.Non scrivo un certo numero di pagine al giorno. O non ho pianificato nulla, o quello che ho pianificato non è soddisfacente, e allora sono in stallo – oppure sto facendo un lavoro talmente invisibile che nemmeno io riesco a vederlo – oppure ancora ho pianificato in maniera talmente efficace che mi precipito a trasformare quello che ho abbozzato in una pagina scritta. Generalmente scrivo un capitolo in pochi giorni, poi mi fermo per qualche giorno; una fase che può durare anche qualche settimana se mi trovo in un punto critico oppure se sono interrotta da un viaggio – e poi arriva magari un altro balzo in avanti. Immagino che due capitoli al mese sia il minimo di produzione professionale, anche di più se ce la faccio, ma si tratta di un’attività irregolare.Direi che tutto ciò si può riassumere con il termine ‘caos ordinato’.Scrivo per lo più nella tarda mattinata o in tarda serata. Il tardo pomeriggio tende a essere un momento di depressione per me.

Scriverai dell’altro, a parte le saghe di Chalion e dei Vor?

The Sharing Knife, che ho terminato, si colloca in un mondo completamente diverso da altri di miei precedenti romanzi, eccetto forse nel tema. In altre parole, non è un altro libro della serie di Chalion. Il primo libro è stato scisso in una ‘bilogia’, e ora sembra che stia per generare un sequel. Il sequel si muoverà come due libri distinti finché io non arriverò alla conclusione che voglio; in alternativa potrebbe trattarsi anche di un unico volume molto spesso. Quindi l’intera faccenda potrebbe risolversi o in una trilogia, o in una ‘doppia bilogia’, o in una ‘quadrilogia’. Credo, almeno. Insomma, è un po’ presto per dire le cose come veramente saranno.