Philip Dick, che è l'autore cui stai sicuramente pensando. Su di lui ho scritto anche un paio di articoli, il primo dei quali è già stato pubblicato sul numero 39 di Futuro Europa.
Ora che hai rotto il ghiaccio e c’è un bel volume con il tuo nome stampato, cosa pensi di fare? Ancora una antologia o ti cimenti in un romanzo?
In realtà, un romanzo l'ho già scritto. E' stato costruito sviluppando temi e situazioni già presenti nell'ultimo racconto dell'antologia, “Ripiegamento tattico”. Attualmente è stato inviato al Premio Urania. Nel caso, ovviamente probabile, che non vinca, penso che dovrò scriverne la seconda parte, prima di cercare di pubblicarlo, perché la stesura attuale è un tantino corta, essendo stata tarata appunto sul premio Urania.
Molti lettori di fs hanno scritto romanzi o vorrebbero farlo. Che consiglio puoi dare in merito?
Temo di non avere molti consigli da dare. Per quanto mi riguarda, ho superato la difficoltà di passare dalla misura breve alla misura del romanzo sfruttando personaggi e ambientazioni già utilizzati per un racconto, come dicevo prima. In questo momento sto cercando di scrivere un thriller, e anche in questo caso sto sfruttando come inizio un racconto che avevo già scritto.
Sei rimasto sorpreso di essere arrivato in finale al Premio Italia con quella che è di fatto un'opera prima? Che effetto fa?
Sorpreso è dir poco: non me l'aspettavo assolutamente. Naturalmente è una bellissima sensazione, anche se confesso che viene un po' il dubbio di non meritarlo.
Tu sei un lettore che scrive: che differenza o, al contrario, che tipo di corrispondenza trovi tra il lettore e lo scrittore che in te coesistono?
Secondo me ci sono due tipi di scrittore: quello che cerca di produrre qualcosa di grande, tentativo rispettabilissimo, e quello che cerca di scrivere le cose che gli piace leggere. Come autore, credo di appartenere a questo secondo tipo. Scrivere è certamente più faticoso che leggere, ma naturalmente può dare più soddisfazione.
Che cosa, a tuo avviso, caratterizza la fs, o in generale la letteratura fantastica, rispetto al mainstream?
E' noto che il mainstream descrive il mondo, grosso modo, così com'è, mentre il fantastico si occupa di mondi immaginari. Quanto alla fantascienza, direi che descrive il mondo non esattamente com'è, bensì come potrebbe essere, se venissero introdotte delle variazioni di qualche tipo. Queste varianti possono ovviamente essere situate nel presente o nel futuro, ma anche nel passato.
In quest'ultimo caso abbiamo a che fare con ucronie e mondi alternativi. Ma non riesco a vedere bene, in questa tua idea, la differenza tra la fs e il fantastico in generale, ammesso che esista.
Beh, l'ipotesi è che le variazioni introdotte dalla fantascienza siano possibili, in un qualche senso del termine, e non semplicemente irreali.
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