The Stars My Destination è uno dei più celebri romanzi scritti da Alfred Bester, primato che si trova probabilmente a dividere con L'uomo disintegrato. Apparso in Italia sia sotto il titolo di Destinazione Stelle (nell'edizione della Nord) che come Tigre della Notte (in Urania), rappresenta senz'altro uno snodo cruciale nell'evoluzione della fantascienza, sospeso com'è tra space opera classica e slanci anticipatori e visionari decisamente innovatori per la sua epoca. Il libro risale infatti al 1955 e non è un caso, dopotutto, se Bester è sempre stato additato come un precursore, tanto dalla New Wave di J.G. Ballard, Michael Moorcock e Robert Silverberg, quanto dall'ondata cyberpunk degli anni Ottanta di Gibson e soci. Ebbene, le avventure di Foyle potrebbero presto diventare un film. La Universal Pictures ha infatti acquistato i diritti del libro e si appresterebbe a mandarlo in cantiere. La produzione è stata affidata a Lorenzo Di Bonaventura (Constantine, Doom) e Raymond Wagner.
La trama del libro, in sostanza, può essere vista come una rilettura in chiave futuristica (e in una certa misura futurista) del classico di Alexandre Dumas, padre: Il Conte di Montecristo. Come il conte del classico della letteratura francese, il protagonista di The Stars My Destination è un uomo accecato dal desiderio di vendetta. Scampato miracolosamente a un naufragio spaziale, Gully Foyle dedica ogni sforzo e attimo della sua esistenza al suo folle piano di distruzione. Il suo bersaglio è nientemeno che l'uomo più potente del Sistema Solare, reo di averlo abbandonato nel vuoto ignorando la sua richiesta di soccorso e condannandolo in questo modo a morte (quasi) certa. E con un uomo come Foyle c'è poco da scherzare: l'umanità del suo tempo, infatti, ha sviluppato la straordinaria capacità di teleportarsi da un punto all'altro della Terra. E' il cosiddetto jaunto, una tecnica entrata praticamente nel quotidiano. Il suo unico limite è il vuoto dello spazio. Finché Foyle non scopre di aver maturato la facoltà di infrangere anche l'ultima barriera...
Scritto in maniera avvincente e originale, con frequente ricorso a costruzioni grafiche mutuate dalla sperimentazione dell'avanguardia poetica, il romanzo è sorretto da uno slancio visionario e da un notevole tono lirico. E, malgrado tutto, trova il suo culmine nel messaggio di speranza che lo suggella. Per questo c'è da tenere le dita incrociate affinché Hollywood non perpetri il consueto scempio. Occorrerebbe, prima o poi, istituire un organismo di salvaguardia, per tutelare la bontà ed evitare di disperdere il capitale di opere miliari come questa.
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