l nome di James E. Gunn è probabilmente sconosciuto a più. Autore non molto prolifico di lui sono state pubblicate in Italia un paio di antologie e due o tre romanzi ed in effetti, dal 1987 non è più comparso tra le nuove uscite, neanche a livello di ristampe. Questo è un peccato perché Gunn rappresenta indubbiamente una delle voci più interessanti della fantascienza americana tra gli anni 60 ed 80. Prenderemo qui in esame due suoi romanzi: Questo mondo inespugnabile e Progetto Stelle
Cominciamo da Questo Mondo Inespugnabile (tit. orig. This Fortress World, 1955, Libra Editrice, I classici, 1976), il romanzo è perfettamente inserito in uno dei temi più classici della fantascienza per l'appunto classica: il crollo dell'Impero. Da quando Isaac Asimov ha immaginato il crollo dell'Impero Galattico, molti si sono avvicendati su questo tema, da Alfred Van Vogt a John Brunner a Gunn. In questo romanzo il secondo Impero Galattico si è frantumato in una miriade di mondi regrediti in uno stato quasi medievale spesso impegnati tra loro in una mortale lotta di sopraffazione. Nobili, e servi, persino la società è stata intaccata dalla regressione seguita alla caduta dell'Impero ed i pianeti sono come residui feudali di un impero, castelli in lotta tra loro. Solo la Chiesa ha mantenuto un'influenza sui mondi, fornendo una consolazione alla plebe. Ma si tratta di una Chiesa tecnologizzata, che sfrutta gli ultimi residui di una scienza ormai quasi dimenticata per abbindolare il popolo. Il monaco William Dane si ritrova tra le mani un misterioso cristallo, e con esso il destino dell'Universo e la possibilità dell'edificazione di un Terzo Impero. Ma questo segreto lo costringerà ad abbandonare la sicurezza della sua Cattedrale per lottare contro i Liberi Agenti, i mercenari della nobiltà, senza neanche la possibilità di ricorrere all'aiuto dei suoi superiori.
In Progetto Stelle (tit. orig. The Listeners 1972, costituito in effetti dai racconti pubblicati separatamente in vari luoghi e fusi insieme: The Listeners, 1968, The Voices, 1972, The Message, 1971, The Answer, 1972, e The Reply, 1972, Armenia Editore, I Libri di Robot, 1978) ci troviamo di fronte ad un romanzo completamente diverso, e non è un caso, dopotutto tra i due romanzi passano ben diciassette anni. Il progetto è in ascolto delle onde radio provenienti dallo spazio, alla ricerca di possibili messaggi da altre civiltà. La figura di Mac Donald domina il romanzo (ricordiamoci che si tratta in realtà di una serie di racconti): senza di lui il progetto verrebbe chiuso, sono molti coloro che gli sono contrari, politici, borghesi, predicatori religiosi, e solo Mac Donald lo tiene insieme, trascurando per esso anche la famiglia. Poi finalmente il messaggio arriva, e la scelta è se rispondere o meno. Sarà dopo novanta anni che giungerà il messaggio finale. Raccontato il romanzo così sembra quasi insignificante, ma non lo è, poiché si tratta di un romanzo nutrito di uomini più che di fatti. E comunque il mondo viene visto attraverso una fitta serie di doumentazione, che fornisce anche la storia teorica del progetto, ed in questo Gunn, assieme al Brunner di Tutti a Zanzibar, segue la lezione data da John Dos Passos in Quarantaduesimo parallelo.
I due romanzi di Gunn potrebbero sembrare scritti da due autori differenti, tanto sono diverse le tematiche, ma è proprio così? Certo, il tempo che passa tra il primo romanzo e il secondo, è il tempo che passa tra la gioventù dello scrittore e la sua maturità, ma anche in Questo mondo Inespugnabile vediamo in boccio gli elementi caratteristici di Gunn, la sua attenzione allo stile. Sia in Questo Mondo Inespugnabile, sia in Progetto Stelle, la scrittura, l'attenzione verso i personaggi riveste un ruolo non indifferente e comunque, se riflettiamo attentamente, in entrambi i romanzi il vero tema profondo è quello del rapporto dell'uomo con lo spazio, che sia il rapporto tra l'umanità ed una civiltà aliena, o dei rapporti tra gli uomini dei mondi isolati ed uno spazio ostile, pieno di mondi altrettanto ostili. E proprio in Questo Mondo Inespugnabile noi scopriamo un grande classico, che lungi dall'essere solo un romanzo avventuroso, entra a pieno diritto nel novero della fantascienza sociologica o sociale.
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