Ed eccoci ad un altro dei grandi buchi neri della fantascienza in Italia, sono infatti ormai venti anni che è stata pubblicata l'ultima antologia personale di Harlan Ellison apparsa in commercio e se qualche lettore volesse ricercare nel mercato dell'usato i due libri di cui parleremo, si troverebbe di fronte ad un compito veramente improbo, e detto chiaro e tondo, vista la levatura dell'autore in questione, si tratta di una vera e propria vergogna.
Una volta tanto gli editori sembrano innocenti, o quasi, infatti per bocca quasi unanime degli addetti ai lavori, Ellison chiede per la pubblicazione delle sue opere delle cifre fuori mercato, almeno per un mercato come quello italiano. Quindi oggi purtroppo la sua conoscenza in Italia è legata unicamente ad alcuni racconti, certamente tra i più rappresentativi, continuamente ristampati in diverse antologie. E' un peccato, perché con Ellison siamo di fronte ad uno degli autori più importanti della generazione nata artisticamente negli anni 1950 e la grande messe di premi, sette Hugo e tre Nebula (e non è un caso che se oggi si vuole leggere qualcosa di Ellison bisogna andarla a cercare in una delle tante raccolte dedicate ai premi Hugo), sta lì a dimostrarlo.
La prima antologia di cui ci occuperemo è Dolorama ed altre delusioni, (Tit. orig. Paingod and other Delusions, 1965, ed. ital. I Romanzi del Cosmo, Ponzoni Editori, 1966). Fin dalle primissime pagine non è difficile capire che ci troviamo di fronte ad uno stilista nel vero senso della parola, sia per quanto riguarda la scrittura che per la scelta delle idee, alcune affondate nella fantascienza più classica anche se riviste con un occhio tutto personale, come in Gli Svitati, altre più innovative, come l'astronave lazzaretto dei mutanti in Gli Scarti od il distopico mondo di Pentiti Arlecchino.

Oggi quello che manca, oltre ad una ristampa di almeno una di queste antologie, è un volume che raccolga in un unico luogo almeno qualcuna delle opere della maturità di uno degli autori della fantascienza moderna, che prima di diventare un buco nero (almeno per l'Italia), si è presentato come una vera e propria nova
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