Prendi, per esempio, un fatto. Si potrebbe affermare anche che i fatti non esistono. Cioè, non esistono come cose in sé, come eventi reali nel senso comune della parola.

Palazzi in fiamme, le nostre città bruciate di fronte agli occhi del mondo, mentre persone piangono e altre continuano a morire, senza neppure poter pensare prima. Morire come una scatola chiusa, lasciare per sempre non dette la quasi totalità delle cose che si vorrebbero comunicare, essere fraintesi per l’eternità. Tua moglie, forse, continuerà a pensare che l’hai tradita, che non l’amavi del tutto, prima che la tua immagine - che non è la tua immagine, è una proiezione che lei si è costruita di te dentro la sua testa - si spezzetti.

E intanto, tutto intorno, la sofferenza sboccia come fiori di campo, sui volti dei poliziotti, sulle labbra impietose dei giornalisti e tutto - tutto quello che importa del - mondo sa. Questa, signori, è la fenomenologia del fatto storico. Ciò che appare, esiste, ciò che non, No.

Nel frattempo, qualcosa di bianco, un goccio di dolce crema seminale, si libra nell’aria al di sopra della massa dei volti increduli dei nostri concittadini. Volteggia verso una meta insperata, un universo migliore, corre per costruire mondi futuri, per piantare la bandiera di una nuova civiltà.

Crea un mondo nuovo, che si chiama Actarus cinque. Il cinque viene scelto perché si tratta del quinto pianeta dove la vita è possibile. Gli abitanti della terra vi si trasferiscono in branco, quelli sopravvissuti, quelli ancora in buona salute non decomposti da centinaia di malattie che iniziano con la A.

Aritmia, ad esempio. Migliaia di persone morte per aritmia, il cui cuore imbizzarrisce nel giro di pochi minuti, si accasciano a terra stravolte dagli spasmi. Un’epidemia di Aritmia Assassina Atipica si diffonde per il globo, non risparmia quanti fino a quel giorno si sono alimentati male, hanno ecceduto con bacco, tabacco e venere ergo sono ridotti in cenere. Occhi cerulei di cadaveri al bordo delle strade, gente impazzita, la croce rossa che misura la pressione ad individui le cui arterie esplodono alla prima contrazione del marchingegno apposito.

Ma la vita su Actarus cinque sarà migliore, vedrete. Fidatevi del partito, fidatevi dei calcoli della nostra avanzatissima matematica spaziale. Folle, arche, ridde di esseri umani che poggiano i piedi su crateri incontaminati, bevono da fiumi vergini, arrostiscono capretti che non conoscevano la vista della morte se non per astrazione, dal viaggio che tutte le capre anziane intraprendono per istinto verso la valle del decesso. E allora, piano piano, col passare dei secoli, civiltà rifioriranno, grandi legni riprenderanno a solcare le acque, le astronavi verranno abbandonate e la sola cosa che conterà sarà la ricerca della felicità.

Tutto ciò, però, non succede. Il nuovo mondo si sgretola e scompare mano a mano che la stilla di sperma si leva al di sopra del manto di peli neri che copre il basso ventre e si infrange all’altezza dell’ombelico. Poi, precipita quasi sfrigolando verso il basso, seguendo le line scavate nella pancia. E con lei scompaiono le armate di Actarus cinque, i dolci biscotti delle nonne, le piogge finalmente non acide, il futuro dell’umanità.

Succede, invece, che taluni individui prendano a smanettarsi nei momenti focali dello sviluppo della civiltà. So di persone che mentre la statua di Saddam Hussein precipitava a terra, la gente esultava, i telegiornali parlavo di un nuovo muro di Berlino ormai caduto, la democrazia coglieva un dolce frutto di vittoria, erano intente ad accarezzarsi il pene turgido con lussurioso vigore.

Ecco allora che scrosci di sperma piovono su tappeti di carta igienica, su elastici delle mutande ignari e unticci, vengano risucchiati nel gorgo di docce di palestre, case bifamiliari, alberghi…Un intero popolo di autoerotisti che distrugge universi ancora in divenire, che mozza il respiro sul nascere a tanti giovani promettenti, che fonde intere culture tutte da costruire nel crogiuolo della propria nefandezza.

Vergogna.

Però, la masturbazione è la prova. Se possiamo masturbarci incuranti degli avvenimenti, significa che questi avvenimenti non esistono. Voglio vedervi a farvi una sega di fronte al volto butterato di una vedova afgana sfigurata dal napalm. La mano vi si ferma a mezzasta, non scorre più sulle rotaie del desiderio, e il pene - sì, proprio - ritorna piccolo e sgonfio, si accorge della sua inutilità al resto del mondo e si scompone, si piange addosso. Esiste solo ciò che possiamo vedere, tutto quello che ci è mostrato.

Ma ci viene mostrato da chi, poi? E’ ora di smetterla con questi berciamenti sul sistema, sul grande fratello, sul che si sta male al mondo e i capitalisti/comunisti cattivi ci controllano. Il sistema non esiste, non è mai esistito. Esistono uomini e le loro menti che controllano il flusso della vita agendo come un propulsore a passioni. Il disagio della civiltà muove tutti, ci spiamo da soli, ci denunciamo da soli. Alcuni, i più coraggiosi, compiono da soli la propria esecuzione.