E' sempre una bella cosa quando gli autori italiani riescono a farsi leggere all'estero. Quando poi vengono pubblicati su una rivista di tutto rispetto come l'ungherese Galaktika, una delle riviste più longeve e prestigiose d'Europa, è davvero qualcosa di cui essere orgogliosi.
Galaktika, oggi diretta da Attila Németh, è stata fondata circa trent'anni fa da Péter Kuczka, leggendario "padre" della fantascienza in Ungheria. In anni recenti è stata rifondata da una nuova casa editrice, un po' come è avvenuto da noi con Robot. Cambiano solo i numeri, perché se da noi una rivista dedicata ai racconti può contare solo su abbonamenti e vendite di basso rilievo, in Ungheria, dove la lettura è ancora un'attività piuttosto diffusa, Galaktika può vendere varie decine di migliaia di copie ed essere distribuita in tutte le edicole, e anche nei supermercati. Tutta a colori, ricca di racconti dei più grandi nomi del panorama internazionale (soprattutto americani e inglesi, come è lecito aspettarsi), Galaktika è davvero un prodotto di tutto rispetto.
Ci fa quindi particolarmente piacere vedere nel sommario dell'ultimo numero due autori italiani: Elisabetta Vernier col racconto Origami (uscito su Delos n. 76, www.delos.fantascienza.com/delos/76/76533/) e Livio Horrakh. Ecco, non siamo riusciti esattamente a capire quale sia il racconto di Horrakh (se qualcuno ha suggerimenti, ci scriva pure). Il titolo ungherese, Bölcsőből koporsó, tradotto usando un dizionario online, dovrebbe voler dire qualcosa tipo "una bara come culla"; a spanne e dalla lunghezza potrebbe trattarsi di Dove muore l'astragalo, uscito su Delos n. 33 (www.delos.fantascienza.com/delos33/astragal.html). Purtroppo l'ungherese è davvero una lingua troppo difficile per riuscire a intuire qualcosa di più!
Nel numero sono presenti anche racconti di Walter Jon Williams, Robert Sheckley e di alcuni autori ungheresi. Il sito di Galaktika è all'indirizzo www.metagalaktika.hu.
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