Passato il tempo delle esplorazioni dello spazio esterno, tramontata la stagione delle immersioni nello spazio interno, la fantascienza ha trovato, a metà degli anni Ottanta con il cyberpunk, un nuovo territorio d’esplorazione: il corpo. A questa tematica è dedicato il dossier del terzo numero di Quaderni d’Altri Tempi – Culture e fantascienza di massa, la rivista trimestrale on-line curata da Adolfo Fattori, Gennaro Fucile e Carmine Treanni, raggiungibile all’indirizzo www.quadernisf.altervista.org.

Notizie recenti sembrano confermare l’attualità del tema: nel centro commerciale Aeon di Yachiyo (Tokyo) è stato testato un robot sviluppato da Fujitsu Frontech e Fujitsu Laboratories in grado di riconoscere la presenza di una persona davanti a sé, di porgerle i saluti e di chiederle se desidera aiuto. Questo tipo di robot è stato usato nei supermercati per aiutare i clienti a fare lo shopping. Ancora: un gruppo di adolescenti americani – nati tutti dallo stesso donatore di seme – attraverso internet si sono cercati e ritrovati. L’aspetto affascinante sta nella circostanza che si somigliano molto, anche più di quanto spesso accade fra fratelli nati dallo stesso uomo e dalla stessa donna.

Corpi artificiali e corpi biologici che si intrecciano, dunque, in uno scenario postmoderno, in cui il corpo si nutre di alimenti specifici, si cura in centri di benessere, diventa oggetto di culto in trasmissioni televisive, si fa arte, diventa merce di scambio nel sistema economico e nel lavoro.

Non poteva che fare da corollario a questo terzo numero della rivista un’intervista a Rudy Rucker, lo scrittore forse più sensibile a queste tematiche, tanto da aver riformulato - con i suoi romanzi della serie Ware -  l’asimoviano concetto di robot.

Il numero si chiude con le recensioni e altri saggi, tra cui un ritratto di Edgar Allan Poe e la seconda parte di un saggio sui rapporti tra musica e science fiction.