Lucius Shepard si è ormai costruito una solida reputazione come scrittore di romanzi ambientati nelle giungle dell'America Centrale (vedi The Jaguar Hunter), ma ha anche intrapreso una seconda fase della sua carriera, esplorando nuove forme di contaminazione di generi letterari, mescolando, ad esempio, i tratti salienti di due generi apparentemente distanti fra loro: il fantasy e il noir.
Ne è un esempio A Handbook of American Prayer, il romanzo uscito nel 2004 e riproposto da poco in versione paperback sul mercato anglosassone.
La trama è la seguente: Wardlin Stuart, dopo aver ucciso un uomo in una bar, viene condannato a dieci anni di reclusione. In prigione, si dedica a scrivere uno strano poema di preghiere, rivolte ad una divinità senza nome e identità. Le preghiere sono in realtà richieste di piccoli miracoli per i suoi compagni di sventura. Quando le richieste sembrano venire esaudite, Stuart si trasforma in una sorta di messia, un uomo che sembra avere una linea diretta con una qualche divinità.
Presto sarà considerato come uno sciamano locale ed emerge dalla prigione come una celebrità nazionale...
Shepard prende di mira, in questo romanzo, il fenomeno religioso nel suo complesso, intendendo però puntare l’attenzione su un fenomeno tutto americano: la commistione tra le sette religiose e i mezzi di comunicazione di massa, a cominciare dalla televisione. In America, infatti, le tv locali e nazionali grondano letteralmente di predicatori e pseudo-sacerdoti, pronti a salvare l’anima dei telespettatori.
Un romanzo molto particolare, ma che non può non affascinare per la tematica e per il tentativo di mescolare un genere come il fantasy con le atmosfere cupe del noir.
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