Il confine tra film e videogiochi si sta facendo sempre più indefinito, ormai non si contano più i videogiochi tratti da film di successo e sempre più numerosi sono i casi in cui un videogioco diventa una storia cinematografica.
A volte queste trasformazioni danno buoni frutti, altre volte si tratta di operazioni meramente commerciali che si risolvono in pessimi prodotti.
A quest'ultima categoria appartiene Matrix - Path of Neo, il secondo videogioco basato sulla trilogia cinematografica che vedeva opposti Matrix, l'intelligenza artificiale autocosciente, e un'umanità ridotta al lumicino, un gioco d'azione in terza persona che non riesce a distinguersi se non per i suoi difetti.
Un aspetto positivo del gioco è la stretta aderenza alle vicende cinematografiche, Neo, il messia che le profezie hanno designato come l'Eletto, colui che dovrà riscattare le sorti della razza umana e sconfiggere Matrix, deve compiere un cammino verso la perfezione che ricalca fedelmente le avventure narrate nei tre episodi sul grande schermo.
Alla sensazione di trovarsi in uno dei film della serie contribuisce anche il doppiaggio, eseguito ottimamente dagli stessi doppiatori delle pellicole, e le musiche, spesso coinvolgenti.
Dal punto di vista della longevità non ci si può lamentare, il gioco assicura diverse ore di impegno, anche se questo risultato è dovuto anche a intermezzi nei quali Neo deve eliminare quanti più nemici possibili in un determinato tempo, cosa che mi ha riportato alla mente i livelli bonus dei coin-op anni settanta, tipo il livello delle uova in Joust.
La mancanza di un'opzione multiplayer fa tuttavia crollare a zero l'interesse una volta terminato il gioco.
Le note veramente dolenti iniziano esaminando la grafica, i vari ambienti sono definiti molto male (nonostante ben cinque giga occupati sul disco fisso) ma anche i modelli poligonali sono realizzati grossolanamente, in qualche occasione ai personaggi sparisce una gamba o un braccio durante l'azione, cosa che poteva essere accettabile ai tempi di Doom, adesso molto meno.
Anche il controllo della telecamera non è cero ottimale, mentre è meglio stendere un velo pietoso sul sistema di autopuntamento, che ha la strana tendenza a mirare ai nemici distanti, probabilmente per non disturbare il tizio che da due metri ci sta affettando.
La cosa che mi ha dato più fastidio è però il sistema di controllo, assolutamente inefficace, impreciso e senza collegamento tra quello che si preme su mouse e/o tastiera e quello che Neo fa sullo schermo.
In definitiva il gioco si è rivelato, come il predecessore Enter the Matrix, una delusione.
A fronte di richieste di sistema esose e considerando il prezzo non certo economico solo i tifosi più sfegatati dell'universo creato dai fratelli Whacowsky potrebbero trovarvi un certo interesse.
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