Un uomo che si sveglia nudo su un isola nei pressi di Seattle e scopre di aver acquisito all’improvviso e misteriosamente tutta la conoscenza del genere umano, perdendo però la memoria della sua stessa identità. Non ricorda il suo nome e anche il suo passato è avvolto nelle più impenetrabili nebbie dell’oblio. Il suo corpo reca strani segni e, cosa non meno sorprendente di tutto il resto, la sua vista ha ormai perso la percezione dei colori. Il mondo che vede John Doe (il nome che viene genericamente usato dalle autorità competenti americane quando è impossibile ogni tentativo di identificazione di un uomo) è un universo in bianco e nero ed è non privo di minacce. Perché il misterioso gruppo della Fenice, sospeso tra esoterismo, magia nera e cospirazione politica, è sulle sue tracce e sembra intenzionato a non lasciarselo scappare…
È questa, per sommi capi, la trama di John Doe, una serie di fantascienza della Fox che si è vista – poco e male, grazie a Italia 1 – anche qui da noi, usufruendo di una collocazione non proprio comoda in una fascia oraria poco appetibile, intorno a mezzogiorno. Un’intervista rilasciata a Sci Fi Wire è stata per Dominic Purcell (Equilibrium), che interpreta il protagonista della serie, l’occasione di svelare alcuni dei segreti rimasti in sospeso. “Ritengo che le premesse della serie fossero sorprendenti e affascinanti”, ha dichiarato Purcell nel corso di un incontro con la stampa a cui prendeva parte per promuovere la sua nuova serie, Prison Break, sempre per la Fox. E finalmente ha risposto agli interrogativi irrisolti su John Doe, che i creatori Brandon Camp e Mike Thompson non ebbero purtroppo modo di affrontare a causa della soppressione dello spettacolo, nel 2003. Eccovi dunque – quasi – tutta la verità che avreste voluto sapere sul depositario della sapienza umana…
“[Il mio personaggio] era una sorta reincarnazione del messia” ha detto Purcell, confermando un precedente servizio di Entertainment Weekly. E per quanto riguarda invece la Fenice? “Lavoravano per il Vaticano… Erano cattolici desiderosi che non fosse rivelato il ritorno in Terra del vero Cristo”. Il personaggio di Purcell era veramente morto o comunque in fin di vita, quando tutta la conoscenza gli viene rivelata. A quel punto è tornato tra gli uomini senza alcuna memoria della sua vita trascorsa. I pochi fortunati che hanno avuto modo di affezionarsi e seguire con costanza le sue gesta, saranno sicuramente rimasti stregati dal fascino low-coast della serie. John Doe aveva nella tensione e nel ritmo i suoi principali punti di forza: la scarsa spettacolarità concessa dai mezzi limitati era infatti sapientemente compensata da un’ambientazione avvolgente da noir metropolitano. Le puntate culminavano nelle continue sfide affrontate e risolte dal protagonista e fornivano spunti sempre nuovi, tasselli che andavano a sommarsi ai dati già in nostro possesso per ricomporre la verità. Tutto sommato, anche senza le rivelazioni di Purcell, John Doe resta un prodotto godibile su diversi livelli di interpretazione, un’opera incompleta magari perfino arricchita dal fascino misterioso dell’irrisolto.
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