Se odiate i romanzi con un finale incolore, non all'altezza della trama e soprattutto ampiamente prevedibili, probabilmente amerete L'era del flagello.
Walter Jon Williams si è divertito a costruire un'opera che muta colore come un camaleonte, rovesciando la prospettiva in un modo che lascia sconcertato il lettore.
La storia si dipana tra due periodi separati da decenni, i differenti piani narrativi hanno per protagonisti Michelle, una ragazza geneticamente modificata di un futuro abbastanza distante, e una coppia dei giorni nostri, Jonathan Terzian e Stephanie América.
Incaricata di condurre ricerche sull'uomo, uno scienziato autore di un'importante teoria socioeconomica, Michelle, che è stata trasformata in una sirena e vive su una delle numerose isolette che formano un arcipelago da sogno, inizia una difficile indagine per riempire un periodo vuoto di tre settimane nella vita di Jonathan.
Abilissima nello scovare informazioni celate nell'enorme massa di dati racchiusi nella rete globale, Michelle riesce a ricostruire il drammatico incontro tra Jonathan e Stephanie e le convulse tre settimane che seguono.
Mentre i tasselli del mosaico vanno lentamente al loro posto anche il passato di Michelle si rivela, si viene a sapere che prima di diventare sirena la giovane era una scimmia, e che era fidanzata con l'uomo che la sta disperatamente cercando tra le isole e le lagune dove la ragazza vive.
Williams conferma con questo romanzo breve di essere uno scrittore molto abile ed eccezionalmente documentato, mi ha veramente sorpreso che uno scrittore americano fosse a conoscenza dell'esistenza di turchi ortodossi, i gagauzi, e soprattutto della situazione della Transnistria, una regione che vive una situazione critica senza che nessuno se ne preoccupi.
Un punto debole è invece costituito dall'analisi delle conseguenze derivanti dalla diffusione di una fonte di calorie svincolata dal cibo.
Secondo Williams le conseguenze sarebbero devastanti, ma non sono affatto convinto che una scoperta del genere porterebbe a sconvolgimenti della struttura economica mondiale.
Si tratta tuttavia di un particolare del tutto secondario rispetto alla costruzione della storia e soprattutto dei caratteri dei vari personaggi, caratterizzati in maniera straordinaria.
Come già detto il finale è decisamente sorprendente, Williams ha forse scritto più con il cervello che con il cuore, ma è riuscito a costruire una storia affascinante, sospesa tra un futuro prossimo cupo e minaccioso e un futuro lontano pieno di meraviglie, ma nel quale l'animo dell'uomo non è cambiato quanto il suo aspetto esteriore.
In definitiva un premio Nebula decisamente meritato.
Walter Jon Williams è nato in Minnesota nel 1953, si è laureato in letteratura inglese all'università del Nuovo Messico, dove attualmente vive e lavora.
Autore di una ventina di romanzi, tra cui ricordiamo Hardwired (1986), Aristoi (1992) e Metropolitan (1995), di sceneggiature cinematografiche e televisive e di numerosi racconti, ha vinto due volte il premio Nebula, la prima nel 2001 con il racconto Daddy's world e nel 2004 con questo romanzo.
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