Gli insetti possono fare molte cose che agli umani non è permesso. Così esordisce Isao Shimoyama dell'Università di Tokyo a proposito dell'impianto, su alcuni scarafaggi, di un microprocessore così da poterne prendere remotamente il controllo.
Shimoyama spiega il suo pensiero adducendo l'esempio dei terremoti, in cui i sepolti dalle macerie risultano difficilmente salvabili in tempo utile; se si riuscisse a inviare un nugolo di scarafaggi “radiocomandati” - tutti provvisti di minitelecamere sulla testa - nelle fessure delle macerie si potrebbero salvare molte vite umane, perché si potrebbe vedere dove sono bloccati gli scampati al sisma. Gli scarafaggi remotamente controllati potrebbero far parte di una legione d'insetti che, in condizioni normali, potrebbero vivere la loro vita normalmente, dal momento che le antenne che ne permettono il controllo radio verrebbero staccate.
Shimoyama conclude la sua intervista con una frase illuminante: maneggiare questa tecnologia (quella del controllo remoto degli insetti) non è difficile, il difficile è capire realmente cosa succede nel sistema nervoso.
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