Com'è ovvio, la dedica è l'unico frammento del romanzo che il Falso Entusiasta si azzardi e si sogni mai di leggere. Interrogato a tal proposito, anche a distanza di mesi, il Falso Entusiasta usualmente confessa di non aver neppure sfiorato l'opera che tanto ha insistito per avere. Anche se si tratta di un racconto di poche righe, il Falso Entusiasta ha il coraggio di giustificarsi affermando che terrificanti impegni di lavoro (sonno, tresette, navigazione sul sito di Hot Sexy Blonds) non gli hanno lasciato un istante libero. A volte, il Falso Entusiasma dimostra mirabili doti di cinismo, non tentando neppure di giustificarsi, ma anzi umiliando il malcapitato autore con una nuova serie di frasi mitiche . Le reazioni dell'autore, non di rado, finiscono in Cronaca Nera. Si formulano varie ipotesi sulle reali motivazioni del Falso Entusiasta:
1) E' un mentitore nato, è capace di falsificare persino le proprie radiografie.
2) Ha la casa piena di sedie traballanti e di tavoli ballerini, perciò ricerca ovunque volumi da porre sotto le gambe da pareggiare.
3) Pur di procurarsi qualcosa gratis, sarebbe pronto a prestarsi a qualunque bassezza (meno che leggere, ovviamente, a quello preferirebbe la morte).
4) E' un masochista con tendenze suicide.
E' facile riconoscere gli scrittori che sul proprio cammino siano incappati in uno o più Falsi Entusiasti, e ad essi siano sopravvissuti. Di norma, costoro pretendono dalla Casa Editrice, per i futuri lavori, un certo numero di volumi stampati in bianco: essendosi rassegnati, vogliono almeno evitare la beffa.
In conclusione, rivelare a colleghi, parenti e amici di essere stati pubblicati è uno degli atti più nefasti che un esordiente possa compiere. Il silenzio, ricordatelo, è d'oro.
Polemica mon amour
Un terzo pericolo per l'esordiente pubblicato è cadere nella trappola delle polemiche. Capita che, all'uscita del suo primo libro, l'autore sia desideroso di conoscere l'opinione dei colleghi scrittori su ciò che egli ha partorito. L'esordiente tuttavia non è nello stato mentale più adatto per un simile confronto: lungi dall'essere sereno e razionale, egli è timoroso, incerto, pieno di dubbi e bisognoso di conferme. Naturalmente, incappa nell'inevitabile stroncatura da parte dell'Esperto di turno. Con profonda costernazione, egli subisce una vera e propria aggressione scritta, con tanto di insulti e contumelie, che lo lascia sbigottito e incredulo. Di rado la stroncatura entra nel merito dell'opera (in genere questa non viene neppure letta): di norma viene preso di mira esclusivamente l'autore, che viene bersagliato con varie e complesse argomentazioni, riconducibili però tutte alla Regola Aurea dell'Esperto: "L'esordiente non deve permettersi di esordire se non ha già pubblicato almeno tre romanzi" e ad altre frasi mitiche . In genere l'Esperto è un collega scrittore, e il suo grado di cattiveria è direttamente proporzionale al consenso del pubblico nei riguardi dell'Opera Prima dell'esordiente, e inversamente proporzionale al numero di opere che l'Esperto stesso ha pubblicato. Un Esperto ancora all'asciutto di pubblicazioni è, di regola, un'autentica belva. Superato il momento di choc, l'autore neo-pubblicato, naturalmente, non riesce a esimersi dal replicare alla stroncatura (tramite missiva postale, fax, lettera avvolta su mattone e gettata contro la finestra dell'Esperto). Quasi sempre tale replica viene riportata (più o meno integralmente) dalla rivista che ha pubblicato la stroncatura, dato che l'editore di tale rivista conosce bene i suoi polli. Si produce ben presto un'escalation di violenza verbale, tanto più accesa e furibonda quanto più l'autore e l'Esperto amano la rissa. Tale scontro a mezzo stampa si distacca sempre più dall'oggetto del contendere, cioè l'Opera Prima, per concentrarsi viceversa sulle abitudini sessuali dei contendenti, sulla professione delle loro austere genitrici, sugli usi e costumi dei loro antenati sino alla settima generazione. Si tratta di un esercizio sterile, che impegna le energie mentali e fisiche dell'autore, energie che egli potrebbe più proficuamente riversare nella stesura di nuove opere. Si tratta però, inutile negarlo, di un esercizio gratificante, non scevro da alcune perverse soddisfazioni.
Pur sconsigliandolo vigorosamente, ci si rende conto che non è facile per un esordiente sottrarvisi. Dopotutto, questo tipo di polemica è una sorta di "rito di iniziazione". E' facile scorgere in tale prassi assonanze con gli scherzi pesanti che le matricole universitarie devono subire per essere ammesse nel ristretto mondo accademico, o con le angherie che i giovani di leva patiscono dai "nonni" in caserma.
Sul momento, di certo, l'autore vi soffre. In seguito, però, nella levità impalpabile del ricordo, i giorni della polemica vengono rammentati quasi con nostalgia, anche perché, nel frattempo, gli acerrimi avversari dialettici dell'autore sono magari diventati i suoi migliori amici. Non è raro che l'esordiente, più avanti nella sua carriera, rimpianga con malinconia quei magici momenti perduti, quegli anni fatati in cui le opinioni (le proprie, ma anche quelle altrui) sembravano avere davvero importanza, in cui sembrava lecito, anzi doveroso, battersi, duellare sulla punta delle parole, azzannarsi per un'idea.
Bei tempi quelli, davvero.
Il gioco di "Sotto Spirito"
Prende il via dalla prossima puntata di "Sotto Spirito" un gioco letterario aperto alla partecipazione dei lettori. Tale gioco consiste, in breve, nel realizzare dei "pastiche letterari" dichiaratamente ironici, prendendo a modello (e a bersaglio) i più famosi autori SF, anglosassoni e non. Scopo dichiarato del gioco è quello di presentare, pur nel massimo rispetto e ammirazione, in una veste diversa i mostri sacri della fantascienza, sottolineandone certe eccentricità nello stile, i luoghi comuni, le contraddittorietà, le ossessioni e i chiodi fissi. Bonariamente ma senza lesinare sull'ironia, sezioneremo il loro modo di scrivere e li mostreremo, ammiccando di complicità, da un angolazione beffarda, appunto "Sotto Spirito". Chi tra i lettori abbia voglia di cimentarsi in questo gioco, mandi i suoi pastiche (racconti, brani, anche semplici passaggi) all'indirizzo del curatore, specificando l'autore famoso imitato. Le opere migliori, in particolare le più divertenti, verranno pubblicate nei prossimi numeri di questa rubrica.
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