- Ho letto tutti i tuoi libri. - esclamò Annie con voce languida.

- Lei mi sta scambiando con qualcun altro. - riuscì a obiettare Timothy - Io sono uno sterilizzatore di telefoni, non uno scrittore.

Per un istante, il donnone sembrò sfiorato dal dubbio. Poi i suoi lineamenti si fecero aguzzi, da topo. - Vuoi prendermi in giro, caccolicchio? - ringhiò.

- Le giuro di no. - assicurò Timothy, che cominciava ad avere paura - Io uno scrittore? Ma se so a malapena firmare gli assegni!

- E questo cosa dovrebbe dimostrare? - ribatté Annie, testarda - Come se ci fosse bisogno di saper scrivere, per vendere romanzi!

Timothy scosse invano le manette. - Le dico che sono uno sterilizzatore di telefoni! - supplicò - Nessuno pulisce meglio di me i Nokia 6120 e gli StarTac 900. Ha la cornetta sporca? In cantina ho tutti i prodotti necessari. Me li lasci prendere e...

Il donnone tagliò corto con aria lunatica. - D'accordo, forse mi sono sbagliata. Ma non importa: hai comunque l'aria di essere uno che sa. Farò a te le domande che volevo porre allo scrittore. Vedi... nella mia vita ci sono cose che non capisco, che mi fanno impazzire. Dovrai spiegarmele.

- Sarà meglio che tu lo faccia, Timmie. - sogghignò il pagliaccio - La signora qui presente ha vinto per due volte i Campionati di Sevizie con l'Accetta e il Bruciatore della contea di Hancock.

Timothy rabbrividì. La bocca aperta del pagliaccio, piena di salsa ketchup, sembrava una zucca squarciata con esposta la polpa marcita.

- Io sono di Bangor. - affermò Annie con fare accusatorio.

Timothy batté le palpebre, interdetto. Qualcosa, nella sua mente, ribatté "Sti cazzi!", ma la sua bocca si rifiutò di avallare l'espressione.

- Tu sei nato a Castle Rock, ho guardato il tuo portafoglio... - proseguì Annie - Tutti quelli che conosco sono di Bangor, di Derry oppure di Haven. Mio zio Homer sta a Portland, e questo è tutto.

- E allora? - riuscì finalmente a balbettare Timothy, intento a strattonare inutilmente le manette.

- Be'... Per quale diavolo di motivo siamo tutti del Maine? Questa cosa mi ha sempre fatto impazzire.

- Perché, esiste un posto che sia fuori dal Maine? - obiettò Timothy, sinceramente confuso.

Sulla fronte del donnone apparvero delle righe sottili come i gradini della scaletta della biblioteca comunale di Derry, che ormai espone quasi solo i miei romanzi e guai se qualcuno si azzarda a chiedere in prestito qualcosa di diverso.

- Capisco cosa intendi, caccolicchio, ma non mi basta. - replicò Annie, prendendo fiato - Perché i miei parenti, i miei vicini di casa e quelli che conosco sono tutti degli squilibrati psicopatici maniaci e pazzi pericolosi?

- Con questo ti ha steso. - gongolò il pagliaccio.

- RISPONDI! - ingiunse il donnone, agitando minacciosamente l'accetta. Timothy, che si era concentrato nel disperato tentativo di sfilarsi i cerchi d'acciaio dai polsi, sobbalzò facendo gemere le molle del letto.

- Non... non saprei... - azzardò - E' proprio sicura?

- Ti dico solo cosa è successo stamattina, caccolicchio. - ribatté Annie - Il mio vicino Oxford Flanders, che abita all'angolo, in quella casetta urcosa con l'acero nel giardino e la fontanella con i nanetti (e con un nome simile non vedo come potrebbe essere altrimenti), stamattina ha tirato fuori dal garage la sua Chevrolette grigia del '61 e si è scontrato con il camion del lattaio che risaliva il vialetto per le consegne. Il signor Flanders, senza una parola, è sceso dall'auto e ha colpito Teddy, il lattaio, con una delle spranghe di ferro che usa per cintare i suoi rosai. Poi ne ha gettato il corpo nel fosso per lo scolo delle acque. Il cervello di Teddy sta ancora colando sul cartello "Zona residenziale - Divieto di transito per i veicoli superiori a 1.5 tonn.". Ti sembra normale questo, caccolicchio?

- Ah, per Roma lo sarebbe senz'altro. - sghignazzò il pagliaccio, che aveva ormai quasi finito la sua torta. Timothy non capì cosa diavolo volesse dire.

- Be'... - ammise - In effetti mi sembra eccessivamente truculento, ma...

- Ma cosa? - gridò Annie.

- Non... lei non può generalizzare... - balbettò - Esistono molte persone sane ed equilibrate, qui da noi...

Il donnone lo fissò scettica. - Chi? Tu, forse?

- Ad esempio. - azzardò Timothy, cercando con lo sguardo un aiuto dal pagliaccio. Ma questi si era acciambellato intorno alla sua torta e sembrava il ghiro alla festa del Cappellaio Matto di Alice.

- Sono sicuro che anche tu tieni nascosta qualche perversione. - ribatté Annie - Confessa, ti sbatti tua figlia di sei anni durante i temporali estivi e le eclissi di sole, non è vero?

- Io non ho nessuna figlia. - obiettò Timothy.

- Allora ti introduci nottetempo nelle case dei vicini e ti fai il figlioletto dodicenne, la vecchia nonna e il pastore tedesco di nome Rolf. Ammettilo!

- Assolutamente no! - protestò l'uomo - Io non sono un maniaco.

Annie socchiuse gli occhi. - Allora che ci fai nudo come un paramecio e incatenato su questo letto?

Timothy arrossì. - Be', in effetti riesco a farmelo venire duro solo se mia moglie mi lega allo schienale e poi mi fa la cacca sulla pancia.

- A-ha! - esclamò il donnone, trionfante. - Lo vedi? Neanche tu sei una persona normale! Perché non esistono persone normali nel Maine? Me lo sai dire?

Il pagliaccio, con aria sazia e sonnolenta, cominciò ad alternare rutti plateali a borbottii che a Timothy sembrarono privi di senso. - La signora ha colto il punto, Timmie. Burp! Vedi, quando cominci a scrivere e vuoi che chi ti sta vicino ti legga, devi per forza ambientare le tue storie nel paese dove vivi e dare ai personaggi nomi veri. Berp! Perché la gente, Timmie, preferirebbe che gli spuntasse una piantagione di emorroidi piuttosto che ricevere un libro da leggere. Barp! La gente accetta di aprire un volume solo se gli si dice che all'interno troverà il suo nome. Borp! E anche allora, la maggior parte della gente leggerebbe solo il proprio nome stampato, se potesse. Mille volte, e poi butterebbe il resto. Brep! E così, Timmie, quando decidi di scrivere storie horror, finisce che tutti quelli che conosci diventano maniaci o schizofrenici... E' destino. Buuuurrrrrrrppppppp!

Timothy fissò il pagliaccio con odio. Perché, invece di borbottare assurdità incomprensibili, non gli dava una mano? Annie stava trafficando con l'accensione del saldatore, e quell'immondo ciccione non sembrava avere nessuna intenzione di intervenire.

Poi, d'un lampo, giunse l'illuminazione.

- Annie, aspetta! - strillò.