- Nel nobilissimo castello di Harmons, elegante dimora di valorosissimi gentiluomini e di graziosissime dame. - spiegò ancora Joaz - Come vi ho detto, siete ospiti del munifico ed erudito Sir Kodak Harmons, quinto Mazzant del suo casato. Sarete ben nutriti, riveriti e vezzeggiati per tutto il tempo del vostro soggiorno, et eziandìo ricondotti graziosamente alle vostre dimore quando avrete adempiuto alla gloriosa e intrepida impresa per cui il mio signore, su mio raffinato consiglio, vi ha sapientemente scelto. Altre domande?

- Sì. - esclamò Inzaghi - Perché questo coglione parla come un deficiente?

Del Piero fece bruscamente cenno di tacere. - Se capisco bene, dobbiamo giocare una partita per voi. E' così?

Joaz atteggiò le labbra a un sorriso. - Avete ben compreso. E vi consiglio di prepararvi, perché dovrete scegliere in campo tra poche ore.

- Ahò, ma è robba da mmatti! - borbottò Totti, sconvolto - A regazzi, ma voi come je credete?

- Mah, io credo a tutto quello che dice chi compra il mio cartellino. - ribatté placidamente Del Piero - E questi diamanti sono più che sufficienti.

- Io non capisco. - intervenne Pessotto - Se siamo davvero su un altro pianeta, com'è possibile che si giochi a calcio come da noi?

- Ah, mio nobile campione... - s'adombrò Joaz - Non sapete quanta afflizione mi costi il vedere che mi state guardando con quegli occhi stralunati. Lasciate ordunque che mi spieghi... La tradizione impone che i casati di Retamamin Nove si affrontino l'un l'altro in una tenzone modellata sulle norme di quello che voi, anticamente, definivate "gioco del calcio". Il risultato delle contese permette di definire le gerarchie delle casate. Fino ad oggi, i Kodak sono sempre vittoriosi su ogni altro. Ma, fato avverso, la nostra squadra non è al momento disponibile. Così abbiamo pensato a un aiuto esterno...

Del Piero si alzò in piedi. - Be', gente, non so voi, ma per me va bene. Che cazzo, ho giocato persino nello stadio di Reggio Calabria, cosa volete che sia un altro pianeta?

Uno alla volta, gli altri assentirono. - D'accordo. - dissero alla fine - Dove sono le nostre scarpette?

...

Gli spalti, gremiti sino all'inverosimile, erano una bailamme di lustrini, uniformi di gran gala, corazze scintillanti, stemmi dei clan e gonfaloni multicolori sventolanti alla brezza. I raggi obliqui di Skene, prossima al tramonto, rendevano l'erba del campo, tagliata di fresco, un lucente mantello di smeraldo e giaietto. L'aria serotina era gravida di trepida attesa.

Accompagnati da Joaz, i giocatori umani fecero il loro ingresso negli spogliatori della squadra di casa.

- Chi cazzo sono questi? - esclamò Inzaghi, balzando spaventato all'indietro.

- Sono i vostri valorosi compagni. - spiegò Joaz - Li avrete accanto nella pugna.

- Ma quello è un albero! - fece Montella.

- Non esattamente. E' una gimno-piovra, un vegetale peripatetico originario dei deserti di Araminta Otto. Sono stati introdotti nel campionato di Retamamin dal casato dei Falstolfe, ottanta cicli or sono. Da allora, ogni clan ha preso a usarli come portieri.

- Ros woof... - chiocciò la piovra.

- Naturalmente, Portiere. - rispose diplomaticamente Joaz - Anche i tuoi nuovi compagni sono lieti di conoscerti. E, per completare le presentazioni, lasciate che vi introduca l'Idralisca Stopper e i Ragni Terzini.

I giocatori terresti fissarono perplessi i loro compagni non umani. Lo Stopper era una creatura vagamente rettiloide dalla pelle di un marroncino chiazzato di giallino. Aveva zampe palmate, chele da granchio a metà del tronco, una testa triangolare e occhi a serranda. I Terzini avevano il corpo color ardesia, pelame nerissimo sulle otto sottilissime zampe, bulbi ottici su altissimi peduncoli e minacciosissime zanne a corona intorno alla bocca circolare. Tutti indossavano la casacca con i colori della casata Kodak. La gimno-piovra aveva una fascia da capitano appuntata intorno a uno dei rami-tentacoli.

- Orsù, valorosi campioni. - li esortò Joaz - L'Arbitro sta per fischiare l'inizio del nobile incontro. Scendete in campo per l'onore e la gloria dei Kodak.

- Woof ros! - chiocciò la piovra.

- Juhn juhn! - ghirlò l'Idralisca.

- Hall kir! - zirlarono i Ragni.

- 'nnamo e rompemoje er culo a ET. - approvò Totti.

La folla li accolse con un lezioso e raffinato boato. Il signore dei drughi avversario, l'ottavo Bast del clan Orrel del casato dei Gaylosh, dalla panchina incitava i supporter a gridare, nel massimo rispetto dell'etichetta e dell'onore dei gentiluomini, gli slogan tradizionali della squadra.

- Gaylosh avrà / il suo nobile trionfo / come la garrula allodola / fa udire il suo finissimo canto / nella dolce ora del tramonto! - scandiva la folla.

- Il pavido avversario / altra speme non avrà / che cedere al valore / degli intrepidi eroi di Gaylosh! - ruggivano gli ultras più accesi.

- Non fatevi impressionare dal tifo avversario, miei campioni. - assicurò Joaz - Siete voi i più forti.

L'Arbitro, un umanoide originario delle paludi di Durdane, ottocento paia di occhi e labbra a fischietto, chiamò i capitani delle due squadre a centrocampo. Poi lanciò in aria la monetina per assegnare il calcio d'inizio. La monetina, una piccola creatura originaria dei mari abissali di Polaramin Due, terrorizzata nel trovarsi in volo, raccolse gli arti a disco intorno al vulnerabile corpo. Caduta sull'erba, il suo carapace si dispose in una delle due configurazioni possibili.

- Scudo. - zufolò l'Arbitro - Batterà Kodak.

Del Piero mise il pallone sul dischetto del centrocampo e fece per calciarlo. Il Pallone (un celenterato sferopode importato da Tschai Nove) rotolò via terrorizzato. La folla ondeggiò signorilmente. Totti e Inzaghi scambiarono sulla fascia destra. Quest'ultimo provò a verticalizzare.

Due Idralisca-Stopper avversari, sfoderate le chele, scavarono velocissimi un buco sottoterra e scomparvero. Un istante dopo, il terreno ai piedi di Inzaghi sussultò come sotto l'effetto di un sisma. L'umano incespicò e cadde, perdendo il Pallone.

- Fallo! - gridò Joaz. Ma l'Arbitro decretò il proseguimento dell'azione.

Il pubblico casalingo non sembrò gradire la decisione. Si levarono immediatamente i tradizionali slogan di protesta.

- Pertinace arbitro / la tua pungente suscettibilità / è raffinato sintomo / delle appendici puntute / che la tua graziosa dama / si aggrada a porre / sul tuo nobile capo!