E' arrivato il tempo di parlare di Nova SF* la più antica rivista di fantascienza italiana (perché Urania non è una rivista e solo ultimamente dedica un certo spazio alla saggistica ed all'informazione). Quando ho incominciato a redigere questa rubrica avevo pensato di iniziare in ordine rigorosamente cronologico, ma poi ho ritenuto che il risultato non sarebbe stato esaltante ed adesso mi lascio guidare dalle suggestioni del momento. Lo stimolo è stato l'arrivo nell'ultima settimana di aprile del 2000 (i pezzi li preparo con mesi di anticipo e quindi nel vostro presente potrebbe non essere vero) del n. 42 di Nova SF* edito dalla Perseo Libri di Bologna (di cui parleremo in una prossima occasione) che ha eguagliato, come numeri, quelli della Libra, sempre di Bologna.
In realtà Nova SF* ha avuto uno Speciale e quindi il pareggio non è perfetto.
Ho deciso di non parlare dei numeri unici, che di norma non ne vale la pena. Attendo con impazienza che Malaguti pubblichi uno Speciale 2 per avere l'occasione di parlare di questo piccolo gioiello.
Il motore della rivista continua ad essere, da quel lontano luglio 1967, Ugo Malaguti, allora enfant prodige della fantascienza italiana. Come vedete (la scansione è di Pino Cottogni, la mia copia personale è conservata sotto elio) l'aspetto è più quello di una rivista scientifica che di una rivista di fantascienza. Su Nova SF* sono apparsi praticamente tutti gli scrittori italiani di un certo livello (fra gli altri: Aldani, Catani, Cersosimo, Curtoni, Malaguti, Miglieruolo, per citare i primi che mi vengono in mente) e praticamente tutti gli autori che hanno fatto la fantascienza americana a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, anche se Malaguti non ha trascurato la fantascienza europea e gli autori più recenti. I primi 4 numeri avevano un formato più ridotto di quello al quale siamo abituati ora, costavano 600 lire e davano 128 pagine dense di narrativa e saggistica. La periodicità era trimestrale - ma poche volte nella sua vita la rivista è uscita regolarmente - ed era distribuita su abbonamento (salvo che per gli ultimi 10 o 15 numeri distribuiti regolarmente in libreria). Con il n. 5 il formato aumenta leggermente, il prezzo e le pagine raddoppiano e dal n. 6 la copertina è illustrata da Allison (al secolo Mariella Anderlini, prima moglie di Malaguti, purtroppo scomparsa nel fiore dell'età). Da allora Nova SF* è imprescindibilmente legata ad Allison, che ha continuato ad illustrare le copertine della seconda serie.
Attorno a Nova SF* si creò un vero e proprio movimento del fandom che fu diviso così fra malagutiani ed altri. Quale malagutiano di ferro, frequentavo solo le iniziative della Libra e solo molto più tardi (sulla spinta di Federico Golderer, libraio alla Martello di Milano e poi curatore dei Fantapocket per Longanesi, poi in Nepal, poi all'Adelphi) ho scoperto l'altra faccia del fandom. Malaguti ha sempre avuto delle opinioni forti e quindi ha sempre avuto reazioni forti. Mi ricordo a metà degli anni '70 la mia corrispondenza con Valla in difesa (non richiesta, ovvio) di Malaguti (in realtà le risposte le ricevevo da tale, sconosciuto, Gianfranco Viviani, ma io, imperterrito continuai per un pezzo a rivolgermi al Riccardo). I primi numeri di Nova SF* che ho avuto sottomano sono stati il 3 ed il 4 (inviati in omaggio dalla Libra nel 1968). Per pigrizia passarono anni prima che sottoscrivessi un abbonamento, ma una volta fattolo completai rapidamente la mia collezione, salvo i numeri 1 e 2. Il 2, se non ricordo male, me lo procurai a Stresa all'Eurocon del 1980 ed il numero 1, me lo ricordo benissimo, me l'ha regalato Ugo Malaguti in occasione di una (l'unica) visita alla sede della Libra nel luglio del 1981.
Ugo raramente esce in pubblico e quasi mai in manifestazioni organizzate da altri. E' un vero peccato. Malaguti è una persona affascinante e piacevole e continua imperterrito da un terzo di secolo a produrre quel piccolo capolavoro ricorrente che è Nova SF*. La prima incarnazione della rivista chiuse, come già detto con il n. 42: era il dicembre del 1980. La Libra sarebbe durata altri due anni, ma le varie contingenze della casa editrice impedirono l'uscita del n. 43 che era praticamente pronto. Una rivista eccezionale, un sogno portato avanti per molti anni, una collezione che non può mancare al cultore serio della fantascienza (e sì, so di essere leggermente fazioso, ma di riviste così ce ne sono e ce ne sono state poche, anzi solo una mi desta un analogo sentimento, è la Robot di Curtoni.)
Di solito, ma non sempre, concludo con delle indicazioni, riservate a quei due o tre collezionisti che seguono la rubrica, del prezzo di mercato dei vari numeri. Ma che valore si può dare ad un sogno?
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