Nova SF*, nonostante i suoi indubbi meriti, non aveva mai vinto il Premio Italia. Evidentemente nonostante sia altamente apprezzata dai suoi lettori (ed alcuni di loro leggono solo le pubblicazioni della Perseo, come suo tempo leggevano solo quelle della Libra), non è mai stata molto popolare presso il fandom sia per il modo di diffusione, sia per il prezzo. Salvo una breve parentesi nella sua ultra trentennale esistenza, è sempre stata distribuita infatti per corrispondenza e come ben si sa, la gente è pigra e non si reca volentieri alla posta. L'altro fattore è il prezzo; attualmente un volume costa 30.000 lire, che in Urania fa 4,35 a cui occorre aggiungere le spese postali se lo si richiede in contrassegno; in abbonamento però il prezzo scende a 22.222 lire ovvero 3,22 Urania.
La gente ritiene che questo sia un prezzo alto, a prescindere dal numero di pagine, che per Nova SF* sono sempre generose ed in genere almeno 256.
In occasione della DeepCon 2, svoltasi a Fiuggi nel marzo scorso, uno dei presenti contestava ad un noto editore che i suoi libri erano cari, citando un libro di quasi 600 pagine che costava ben 35.000 lire. Suggerimento agli editori: fate libri da 16 pagine a 5.000 lire. All'irrazionale non c'è limite.
Ma ritorniamo a Nova SF*. Premio Italia: finalmente è arrivato il doveroso riconoscimento.
Della prima serie abbiamo già parlato e l'occasione di questo riconoscimento ci offre l'occasione di parlare della nuova serie, ripartita da 1 sotto il marchio Perseo e quindi pienamente in linea con la rubrica che teniamo. Come dicevo, siamo tutti pigri e solo nel 1978 mi decisi a fare un mega abbonamento a tutte le pubblicazioni della Libra. La casa editrice navigava in cattive acque e praticamente non riuscii ad usufruire dei soldi versati. Ugo è un amico, non mi venne nemmeno in mente di chiedergli i soldi indietro e ci misi una croce sopra. Una vicenda analoga mi è capitata con la Sevagram, la famosa casa editrice di Pilo e Valla. Essendomi abbonato a 6 numeri di Fantascienza Book Club, cessata la collana al quarto numero, anche in questo caso non riuscii ad usufruire dei soldi versati. Gianni è un amico, non mi venne nemmeno in mente di chiedergli i soldi indietro, ma fui prevenuto: in fin dei conti, mi disse, il valore facciale dei libri ricevuti era superiore all'abbonamento sottoscritto (vero) e non ci hai perso niente; ci misi una croce sopra.
Fu quindi con vera sorpresa che ricevetti una lettera dalla Perseo in cui mi si diceva che il mio credito con la Libra mi veniva riconosciuto e che pertanto avrei ricevuto gratuitamente, per un po', tre anni, ricevetti tutta la produzione della casa editrice assolutamente in modo gratuito. Per una casa editrice sempre in lotta con i bilanci, un gesto veramente corretto. Per quanto ne so, anche altri, usufruirono di questo comportamento, seppure non tutti in quanto i vecchi archivi della Libra non erano a disposizione della nuova casa editrice.
Era il marzo 1985. Erano passati 51 mesi dall'uscita dell'ultimo Nova.
Malaguti, fantascientificamente parlando è un conservatore. La grafica di copertina è invariata dall'agosto del 1968, l'artista è sempre Allison, scomparsa ancor giovane.
Il primo numero della nuova serie (sul colophon fra parentesi, accanto al numero della nuova serie, è riportato a. XIX, n. 43, per rimarcare la continuità di una iniziativa, pressoché unica nel suo genere).
Pubblicato dalla Perseo Libri di Bologna, aveva 272 pagine e costava 12.000 lire.
Pubblica gli auguri, per la ripresa della rivista, di Dario Argento, Isaac Asimov, Walter Ernsting, Frederick Pohl, Gianfranco Viviani, Jack Williamson e Donald A. Wollheim.
Per il resto un numero nello standard, piuttosto elevato a dire il vero della rivista. Benché non disdegni dal presentare scritti innovativi, la rivista privilegia i racconti di fantascienza avventurosa americana degli anni '40 e '50.
L'effetto risultante è a volte un po' strano, anche se molte volte i racconti arcaici riserbano piacevoli sorprese (è vero anche il contrario: molti racconti presentati, nonostante le introduzioni accattivanti, sono assolutamente illeggibili per il gusto odierno).
La saggistica è sempre di notevole livello, sia per merito dei collaboratori abituali, sia per l'alto livello dei collaboratori occasionali.
Il rispetto della periodicità non è mai stato uno dei pregi della rivista; negli ultimi due anni però sta uscendo con scadenze teutoniche. Tutti i numeri (quello appena uscito è il 47) dovrebbero essere disponibili presso l'editore oltre che facilmente reperibili sul mercato dell'usato. Una rivista che non può mancare al lettore non occasionale.
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