Quando si è giovani, si hanno solo certezze. Una delle mie certezze giovanili era che valesse la pena di leggere solo I Romanzi di Urania e quindi nelle mie ricerche su bancarelle avevo occhio solo per questa collana (un'altra certezza tardo giovanile era che valesse la pena solo di partecipare agli Incontri con Nova SF*, organizzati da Ugo Malaguti negli anni '70, con buona frequenza in varie città italiane, ma questa, come spesso mi capita di dire, è un'altra storia, che non è detto che non scriveremo).
Ai tempi, correva l'anno 1956, leggevo o rileggevo un Urania al giorno, ma il pregresso stava terminando e non potevo continuare a leggere in eterno gli stessi titoli ed i nuovi uscivano ogni due settimane. Così, dopo aver snobbato per qualche mese ancora l'altra fantascienza, mi decisi a prendere in considerazione qualche altra alternativa.
La scoperta di Fantascienza, la rivista edita da Garzanti (e conosciuta quindi, con scarsa fantasia, dagli appassionati come Fantascienza Garzanti. Non è che la fantasia manchi solo agli appassionati; altre 9 collane si sono chiamate Fantascienza.) fu una sorpresa piacevolissima. Seguita dalla delusione di scoprire che era durata solo sette numeri. Eppure era bellissima, scritta in buon italiano, illustrata splendidamente da un artista, probabilmente italiano, sconosciuto, nel quale non ho più avuto occasione di imbattermi (l'edizione originale della rivista, The Magazine of Fantasy and SF, non ha mai avuto illustrazioni interne).
Anonimi i traduttori, anonimo il curatore, anonime le illustrazioni interne, anonime le copertine, che erano tratte dall'originale americano, ma chiaramente riconoscibili come di Chesley Bonestell, tutti i numeri tranne il 2 ed il 4, che erano di Ed Emsh.
Di originale, a partire dal n. 2, le solite rubriche: Quando scenderanno i marziani, Posta galattica, Notiziario scientifico, Vademecum dell'astronauta.
Il primo numero porta la data del novembre 1954 (esattamente 2 anni dopo l'uscita di Urania) e costava 120 lire. Era composta di un numero di pagine variabili dalle 96 alle 112, scritte in caratteri minuscoli.La rivista uscì regolarmente ogni mese per cessare nel maggio 1955, con il n. 7, che aveva portato il prezzo a 150 lire.
Sul primo numero apparvero autori come J. T. McIntosh, Howard Schoenfeld (noto per questo solo racconto, ripubblicato almeno 4 volte in Italia), A. Bertram Chandler, Robert Louis Stevenson (l'edizione americana non disdegnava di ripubblicare classici del fantastico), Homer C. Nearig jr.. Nei numeri successivi apparvero fra gli altri: Kriss Neville, Ron Goulart, Robert Shecley, Anthony Boucher, Lion Miller (un altro autore con un solo lavoro all'attivo, ma stampato almeno 8 volte in Italia), Mack Reynolds, Lord Dunsany, Marion Zimmer Bradley, Clifford Simak, Poul Anderson (con Tre Cuori e tre Leoni), Ward Moore, C. M. Kornbluth, Henry James. Una lista impressionante di autori anche con gli occhi di adesso).
La rivista era molto sofisticata per il gusto dell'epoca e probabilmente non aveva come obbiettivo quello di catturare i lettori della rivista di Mondadori; ma il pubblico che cercava evidentemente non frequentava le edicole.
The Magazine of Fantasy and SF ebbe una nuova edizione italiana nel 1962, Fantasia e Fantascienza, che ebbe parimenti scarsa fortuna, come del resto hanno avuto scarsa fortuna, salvo l'eccezione di Galaxy, tutti i tentativi italiani di proporre l'edizione italiana delle riviste americane.
I lettori italiani hanno però potuto leggere la produzione di questa rivista, per molti anni, in appendice ad Urania.
Questa rivista è abbastanza ricercata dai collezionisti ed è proposta a prezzi elevati, ma se stanno in una grande città e non si fanno rodere dall'impazienza è possibile trovare numeri sparsi della rivista a poche migliaia di lire.
Per anni abbiamo cercato il numero 8, finché non ci convincemmo della sua inesistenza negli anni '80.
Recentemente, Maurizio Nati è saltato fuori dicendo che a lui mancava il numero 8 di Fantascienza.
L'affermazione, buttata lì con noncuranza, ha gettato nel panico la schiera dei collezionisti, dato che il nostro affermava di averne visto un numero. Si scoprì in seguito che Maurizio parlava di Fantasia e Fantascienza e la questione morì lì.
Alcuni mesi dopo, un noto appassionato, mi mandò la scansione della copertina del n. 8 di Fantascienza Garzanti, promettendomi di mandarmi quanto prima la fotocopia o la scansione del contenuto. Non abbiamo più avuto notizie. Uno scherzo? Possibile, ma si sa che per alcune collane cessate, l'ultimo numero fu stampato ma non distribuito. Io non ho mai visto uno di questi numeri fantasma, ma qualcuno ci giura. Se ci capitassero sotto mano pezzi di questo tipo faremmo un'edizione straordinaria di Numero 1.
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