– Ero venuto da te per un chiarimento, e invece mi salti fuori con un'assurdità fantascientifica del genere.
– Io leggo solo polizieschi.
– Stiamo impazzendo tutti!
– Ma ho seguito la serie Ai confini della realtà in televisione, da adolescente.
– Io preferivo il Muppet Show. Solo un fanatico divoratore di rivistacce di fantascienza si arrischierebbe ad accostare il mio caso ad una faccenda, in fondo, scatologica come questa.
– Però – lo frenò il Chimico – ammettiamo che il tuo cliente abbia ragione: viene veramente a trovarsi in un ambiente alieno mentre svolge le sue funzioni corporali, trasportato in un luogo che non è quello a cui è abituato. Possiamo dargli credito, visto che c'è anche la tua testimonianza.
– Può anche darsi che io mi sia lasciato suggestionare.
– Tu – l'amico non badò all'interruzione – hai visto Qualcosa, o Qualcuno, al posto del tuo paziente, seduto nel bagno a espletare i suoi bisogni. E questo qualcuno ha perfino lasciato una traccia della sua presenza... perciò, cosa può essere successo?
– Sto aspettando di sentirtelo dire.
– Si è verificato uno scambio! Ecco la spiegazione: una permuta di cessi galattica.
– Credi veramente a questa ipotesi?
– Non credo che si possa escludere a priori, dopo il tuo racconto e l'esame di quella roba, anche se è pateticamente improbabile.
– Troppo fantascientifica, insisto – mugugnò lo Psicologo.
– Tuttavia – proseguì Rob – potrebbe essersi verificata una curiosa, bizzarra, irreale coincidenza: le sistoli rettali, i sommovimenti dello stomaco, le contrazioni e magari le neurosi del tuo cliente sono entrate in risonanza con quelle di un abitante di un'altra Galassia, o di un'altra Dimensione. Pensa, un Uomo e un Alieno, Extragalattico o Extradimensionale, vibrano sulla stessa, identica, perfetta, sincrona, assurdamente uguale lunghezza d'onda: ma solo quando vanno a fare pupù.
Il chimico fece un gesto con le mani, sbattendole insieme e disgiungendole secondo una tangente diversa per ognuna. Poi continuò: – Zac!, appena si siedono si cambiano di posto. Tremendo, no?
– Una vera barzelletta, da morir dal ridere – fu il commento.
– Sarà incredibile, oscena, stupida, buffa, ma è pur sempre una teoria.
– Io sono uno Scienziato razionalista.
– Non ci credi. Ma cosa ci resta da pensare, allora?
– Sono bloccato.
– Sei arrivato tu da me con questo pasticcio in mano.
– In qualche modo il mio Cliente ha introdotto in me la sua ossessione. Oppure era un buontempone, che è riuscito a realizzare un trucco, per quanto abominevole, sotto i miei stessi occhi.
– Se ha seriamente dei problemi tornerà da te, e lo curerai con i soliti, sani, approvati metodi. E in seguito, ti potrai prendere una bella vacanza in una località sperduta fra i monti accanto a un fiumicello pescoso. E questo perché ti sei lasciato suggestionare e hai avuto una visione apocalittica nel bagno del tuo studio. Medico, cura te stesso, giusto?
– Il mio paziente non può viaggiare nella Galassia...
– Specialmente stando seduto sulla tavoletta del water. Sarebbe troppo facile.
– Amen.
– Ti pagherai la vacanza con la parcella di quel bel tipo, alla fine dell'eventuale cura.
– Sarà una parcella salatissima. Se lo merita, lui e i suoi inverosimili stronzetti!
– A proposito, che ne faccio di quella roba? Analisi da eseguire non ce ne sono più e io vorrei andare a casa.
– Buttali e buonanotte.
– ‘Notte. Io chiudo il laboratorio.
I due, sebbene un po' ancora sconcertati, tornarono a casa per un meritato riposo. Durante il sonno non ebbero incubi a base di cose immonde provenienti da altri pianeti o emergenti dalle fogne. Lo Psicologo sognò effusioni erotiche con una cugina con la quale aveva trascorso due estati in campagna venticinque anni prima.
Il Chimico, nel sonno, ebbe incontri galanti con in ordine di apparizione Betty Grable, Amanda Lear, Marlene Dietrich, Carmen Russo, Bo Derek, Ilona Staller, mentre la moglie dava il latte al loro quarto figlio per farlo riaddormentare.
Una settimana dopo, la Segretaria dello Psicologo gli passò una comunicazione telefonica: – Deve essere quello strano cliente agitato che si è anche servito del suo bagno – gli rammentò.
– Pronto, mi dica – esordì il Professore sollevando la cornetta.
– Buongiorno, Professore! – La voce del Paziente esprimeva una calda e giuliva voglia di vivere, quel giorno (era anche il 21 marzo). – Voglio disdire 1’appuntamento: non ho più necessità dei suoi meravigliosi servigi. Sono guarito, mi sento bene, è come se fosse Natale per me.
– Mi compiaccio – rispose lo Psicologo, ormai convinto che quel tipo fosse un burlone e ringraziando il cielo di non doverlo mai più vedere. – Sono contento che le sue condizioni siano migliorate.
– Ho seguito il consiglio di una vecchia zia, che ha una notevole raccolta di ricette campagnole: mi ha suggerito una purga a base di erbe, un vero balsamo. Naturale, genuino: mi ha fatto rinascere.
– Una purga?
– Certo. La prendo da cinque giorni e, ora, non ho più paura di andare in bagno e di sentirmi estraniato dal mondo. Adesso è tutto regolare.
– Sono felice quanto lei, complimenti.
– La ringrazio per essere stato così comprensivo con me. Perciò ho pensato bene di avvertirla.
– Dovere.
– Arrivederci.
– Sì, sì – rispose il Professore posando il telefono, desiderando evitare un qualunque incontro con quella persona. Poi avvisò la Segretaria che avrebbe anticipato le vacanze: un mese in un isolato chalet di montagna, con un vicino ruscello pieno di trotelle.
“Una purghetta contadina, di quelle che si tramandano nelle famiglie per generazioni. La cosa più semplice e naturale del mondo” pensò, sorridendo un po' amaro. “Però, ci vuole molto poco a cambiare una personalità. E altrettanto poco a far tornare tutto alla normalità. Ah, i casi della vita... Be', è meglio che vada a dare un'occhiata a canne, ami e mulinelli”. Allegramente, si mise a fischiettare la Canzone dei Sette Nani.
Chissadove e quantolontano, un altro Psicologo di aspetto, forma e mole sostanzialmente diversi dal suo collega terrestre stava facendo un ragionamento, guarda caso, esattamente identico. Anche questo Psicologo si era consultato con un amico Chimico, dopo aver ricevuto un Cliente un po' strano, con cui aveva dovuto essere molto condiscendente a causa della sua balzana forma di nevrosi.
Comunque, neppure questo Chimico e il suo amico Professore, non credendo essi a strampalate ipotesi fantascientifiche, si erano lasciati trasportare troppo da quel problema.
E’ certo, comunque, che un buon lassativo del bel tempo andato, dettato dal buonsenso e dalla saggezza della natura, risolve qualsiasi problema.
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