Star Trek: Degeneration
Spazio, ultima frontiera. Ma anche Guidonia la domenica pomeriggio non scherza... I titoli di testa scorrono sulla scena del varo della U.S.S. Enterprise serie B. Un pollaio di giornalisti in attesa si agita, tra beccate e spintoni, per procurarsi un’angolazione migliore per le rispettive telecamere. - Quali VIP hanno invitato, per rompere la bottiglia di spumante? - chiede uno dei cronisti.
- Mah, mi sembra che l’abbiano proposto alle Lecciso, ma non erano disponibili.
- E allora?
- Credo che abbiano ripiegato sul catalogo delle “vecchie glorie”. I babbioni arteriosclerotici fanno sempre nostalgia, e quindi share.
- Intendi gente tipo Bobby Solo, Little Tony, Rita Pavone?
- Magari! La Pavone e gli altri sono i primi del catalogo... Si dice che per trovare qualcuno disposto a varare questa bagnarola abbiano dovuto scorrere la lista fino ad oltre Raimondo Vianello, Hammurabi e la Mummia 2.
- Addirittura? E chi hanno tirato fuori, alla fine?
In quel momento si aprono le portine della plancia di comando e fanno il loro ingresso James Pancera Kirk, Montgomery Scottex Scott e Pavel Nedved Checov. Tronfi e sorridenti, i tre sfoggiano l’uniforme-pigiamino della domenica, una galassia di nastri e lustrini sul petto, e un sorriso protetico smagliante sponsorizzato dalla Kukident.
- Prego, da questa parte - li esorta una cinesina che sembra la sorella furba della testimonial del piladelpìa.
- L’hai vista? - ammicca Scottex, agitando arrapato il catetere. - E’ Demora, la figlia di Sulu.
- La figlia di Sulu? - ripete incredulo Kirk. - E come l’ha fatta, il limone, che in trent’anni di flotta stellare non ha mai preso un giorno di licenza? Col teletrasporto?
- Limone? - borbotta perplesso Scottex - Vuoi dire che Sulu era cinese? Io ho sempre pensato che fosse sardo. Non stare sempre sulu, gli dicevo. Non fare quelle cose da sulu, che poi diventi checov.
- Eh, quelli sì che erano tempi! - commenta Checov, arrossendo.
- Molto bene! Ora che ci siamo tutti possiamo partire - esclama il capitano dell’Enterprise serie B, un tale Harriman talmente insignificante che, per risparmiare, la produzione gli ha cucito solo la parte anteriore dell’uniforme.
- Qual è la rotta, capitano?
- Solo un giretto di prova. Andiamo al benzinaio all’angolo, compriamo le Pringles e torniamo a casa.
In quel momento squilla a tutto volume un motivetto insopportabile tipo tutti i dischi dei Lunapop.
- Chi è l’idiota che non ha spento il cellulare?
- Non è un cellulare - precisa Pancera Kirk, che è ammiraglio ma soprattutto un mito e quindi sa tutto. - E’ l’allarme stellare. C’è un convoglio spaziale in difficoltà. Dobbiamo andare in soccorso.
- Be’, ma che cazzo c’entriamo noi, che siamo in crociera promozionale? Chiamino il 118, no?
- Non ci sono altre astronavi nel giro di 100 anni luce, anche se siamo appena partiti dalla Terra - ribatte Kirk scuotendo la testa, e nessuno gli fa notare l’enorme stronzata perché lui è un ammiraglio ma soprattutto un mito.
- Occhei, diamoci da fare. Proiettate sullo schermo l’immagine delle navi in pericolo.
- Eccole, capitano: sono la La’kul e la La’tett. A bordo ci sono almeno trecento persone, e non bastassero tutti i guai che hanno, si ritrovano anche Whoopi Goldberg tra i piedi!
- Mio dio! - strilla orripilata la figlia di Sulu. - Sbrighiamoci a salvarli!
- Cos’è quella specie di parmigiana di melanzane che le circonda?
- Secondo il computer, si tratta di un’anomalia spaziale chiamata Nexus.
- Che fantasia, coi nomi! Coraggio, gente: tiriamoli fuori con il raggio traente.
Harriman tossichia. - Ehm, il raggio traente sarà installato solo martedì.
- Be’, allora spariamogli un siluro fotonico.
- I siluri fotonici saranno installati martedì.
- E lo scudo d’energia?
- Lo scudo sarà installato martedì.
- Ehi, qui al cesso non c’è carta igienica! - grida con raccapriccio Checov.
- La carta igienica arriverà solo...
- Martedì, ho capito. Cosa cazzo è questo, il numero verde di Infostrada?
Corrucciato, Kirk si rimbocca le maniche del pigiamino - Occhei, come al solito qui devo fare tutto io che sono ammiraglio ma soprattutto un mito. Ditemi come far valere la mia virile prestanza fisica dimostrando così ancora una volta l’assunto trekkiano che finanche in un mondo iperfuturistico e stra-tecnologico è pur sempre l’uomo a fare la differenza.
- Non capisco... Cosa vorrebbe fare?
- Come sarebbe? Voglio menare le mani, spaccare culi alieni, domare cavalli selvaggi, sollevare massi, tagliare legna... Roba di questo genere, no? Possibile che non abbiate visto neanche una puntata del mio show?
Harriman interviene per salvare la situazione. - C’è un deflettore da configurare a mano sul ponte 17. Vado io che sono il capitano.
Kirk gonfia la pancera, orgoglioso. - Assolutamente no: il suo posto è qui, capitano. Vado io che sono l’ammiraglio ma soprattutto un mito.
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