- Perchè li lasci morire? Perchè non oppongono resistenza? Perchè non cedono e rivelano il segreto? – Qualcuno non lo conosce, e quindi non può rivelare niente. Quelli di noi che sanno, sanno anche che quel segreto ucciderebbe la vostra gente. Le implicazioni delle sue parole mi colpirono come un manganello folgoratore carico. – State morendo per proteggerci? Per proteggere i vostri carnefici?
Lei sorrise.
– Un giorno, Jarrod, forse capirai.
Quella non fu l’unica sorpresa della settimana. Mi accorsi infatti di non soffrire dei sintomi dell’astinenza dallo Scream. Quando lo dissi a Ta’klu, lei sorrise.
– Un dono al mio apprendista – rispose.
Fan snudò i denti in un sorriso saputo, come a dire “te l’avevo detto”.
La seconda settimana Keys ne uccise mille. E loro continuarono a inchinarsi e a morire.
Cosa ancora più strana, non percepivo nessun cambiamento di atteggiamento nei Be’nan che incrociavo nelle strade, di giorno in giorno sempre più deserte. Nei loro occhi non vi era panico, né resistenza, né desiderio di fuga.
Giunti alle terza settimana, la squadra RIP addetta alle armi batteriologiche aveva modificato il virus della peste Be’nan per diffondersi rapidamente in atmosfera. Keys doveva essere disperato. La RIP usava le armi batteriologiche con parsimonia. Il tasso di propagazione non era mai certo. Troppo alto e i cadaveri si ammassavano più in fretta di quanto si riuscisse a smaltirli. Inoltre c’era il rischio di un impatto sugli umani e sul resto dell’ecosistema planetario.
Lo spiegai a Ta’klu, mentre Fan piangeva.
Keys minacciò di rilasciare il virus. Ta’klu si rifiutò ancora di rivelargli il segreto.
Keys ordinò che il virus fosse sganciato sopra una città sull’altro lato del pianeta.
Una settimana più tardi, una squadra di ricognizione inviata laggiù riferì che il tasso di mortalità era stato del cento per cento. La Entity aveva aggiunto alla lista dei suoi prodotti un nuovo piccolo organismo maligno. E Keys, la settimana successiva, colpì una seconda città, e dopo una settimana ancora, una terza.
Ma Ta’klu continuava a rifiutarsi di collaborare. E i Be’nan continuavano a mostrare indifferenza verso l’annientamento della loro razza.
Alla fine Keys dovette ricordarsi del nostro unico atto che in precedenza aveva provocato una reazione da parte dei Be’nan: la distruzione delle statue. Ma era abbastanza furbo da non perdere tempo ad abbattere quelle che ornavano la città.
Una mattina fui svegliato da Ta’klu: la sua solita aria tranquilla era scomparsa. Muoveva il capo da una parte all’altra, segno che era molto agitata.
- Vuole distruggere i ma’pen’lache, le Guglie – disse. Fan le girava intorno, disperata.
Mi sforzai di scuotermi dal sonno.
- Keys? Cosa... come fai a saperlo?
- Stanno ancorando dei dispositivi alla base di ciascuna. Dispositivi esplosivi che possono essere attivati da lontano. – Ta’klu chinò la testa. – Ha vinto.
Fan mi fissò come se si aspettasse una mia reazione, qualunque reazione.
Scossi il capo, incredulo.
- Massacra i vivi e non fai niente. Minaccia di distruggere un monumento ai morti, e ti arrendi.
- Sono più di un monumento, Jarrod. – Si voltò e fece per andarsene.
- Ta’klu, aspetta! – le gridai dietro. Mi alzai e raggiunsi la finestra nell’istante in cui lei usciva in strada, con Fan alle calcagna. – Cosa diavolo sono le Guglie? – gridai, ma Ta’klu continuava a camminare. – Perchè proteggi loro, invece di proteggere la tua gente?
Nessuna risposta.
Ancora una volta la seguii fino al Quartier Generale della RIP. Ancora una volta trovai lei e Fan che affrontavano Keys e i suoi ufficiali. Mi venne voglia di cancellare il sorriso di Keys con un colpo di Tanzer. Per un attimo sembrò stupito di vedermi, ma poi il suo sorriso tornò.
Si rivolse a Ta’klu.
– Ho attirato la tua attenzione, finalmente – disse. – Ora tocca a te, IP. Qual è la tua decisione?
– State facendo un terribile errore. Voi... – iniziò a dire Ta’klu.
Keys imprecò.
– Capitano, informi via radio la sua squadra di prepararsi a far brillare le cariche.
Il capitano salutò e parlò nella sua unità PerComm.
– Morirai. Morirete tutti – disse Ta’klu.
Il silenzio strangolò la stanza. I Ripper si guardarono a vicenda, ma Keys rise.
– Se aveste avuto qualche tipo di arma, l’avreste già usata.
– Stiamo cercando di proteggervi.
Keys rise ancora più forte, ma pochi Ripper si unirono a lui. Questo pianeta, questa città, l’indifferenza dei Be’nan al proprio genocidio, tutto ciò pesava sulle loro coscienze.
- Proteggerci? Ma che cari. – Il sorriso svanì. – E’ la tua ultima chance, IP.
Fece un cenno col capo e il capitano risollevò la sua PerComm, ma Ta’klù lo folgorò con lo sguardo.
- Molto bene – disse. – Io vi avevo avvertiti. Ricordatelo.
Mi guardò e all’improvviso sentii la sua voce che mi sussurrava dentro la testa. Non avevo mai provato una sensazione simile.
Jarrod, a te non farò alcun male. Hai ancora un compito da svolgere. Per questo ti faccio il dono dell’ignoranza.
Sollevò le braccia, unendo le mani sopra la testa. Come le Guglie, pensai, mentre Fan si nascondeva dietro di me. Ogni oggetto, ogni persona nella stanza iniziò a splendere, ad brillare come di una luce interiore.
– Io vi dono... – gridò Ta’klu, – l’Illuminazione!
Svoltiamo su un’altra Strada degli Infimi... ed è allora che lo vediamo. E’ Keys.
Giace in un groviglio di braccia e mani, con il volto sollevato, le braccia aperte. Si è crocifisso trafiggendosi i piedi e la mano sinistra, fissandoli al terreno con un chiodo. Vicino alla mano destra c’è un martello. Prima però si è mutilato, poi si è strappato gli occhi. Ha l’inguine ridotto a una poltiglia sanguinolenta. Fan distoglie lo sguardo, mentre io mi attardo a urinargli addosso.
Poco tempo dopo raggiungiamo la Guglia più vicina.
Un mese dopo la diffusione della peste e solo una settimana dopo il dono dell’Illuminazione, mi aggiravo per la città deserta in cerca di cibo, insieme a Fan.
Gli unici terrestri che incontravamo erano cadaveri, morti chiaramente suicidi, impiccati agli archi con corde o tralci di rampicanti intorno al collo, o con una Tanzer in mano e senza testa, o impalati sulle braccia spezzate delle statue. Fan si rifiutava di guardarli. Ancora non avevo trovato Keys e mi chiedevo se anche lui avesse ingrossato le fila dei morti
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