Alla c. a. dott. J.Fishman e dott.sa H.Lonz

Dpt. Chimica Nucleare, Miskatonic University

Arkham, Massachusetts

26 Febbraio

Gentili signori,

abbiamo esaminato con interesse il vostro articolo dal titolo "Trasmutazione degli elementi tramite fusione nucleare in celle elettrolitiche", da voi inviatoci in visione giorno 2 c.m. Si tratta senza dubbio di un pezzo ben scritto ed accattivante. Ci vediamo però costretti a rifiutarne la pubblicazione sulla nostra rivista. A giudizio unanime del comitato di lettura di redazione, il saggio in questione non raggiunge il livello minimo di rigore scientifico previsto da "Nature". In tutta franchezza, signori, la pretenziosità delle vostre conclusioni ci appare sorretta da fondamenta terribilmente precarie: la vostra è un'ardita costruzione di congetture, che però non sembra in alcun modo supportata dalle sperimentazioni.

Quanto detto era doveroso. Tuttavia, com'è costume di "Nature", vogliamo essere costruttivi. Nel massimo rispetto per la Vs. competenza accademica, ci permettiamo di suggerire una completa riscrittura dell'articolo, con una maggior attenzione per i diagrammi isoentalpici riportati, che ci sembrano quantomeno improbabili, e per i risultati della spettroscopia atomica, che sono invece del tutto incomprensibili.

Con stima personale e cordialità.

Rachel D. Jones

Segretaria Editoriale

Redazione di "Nature"

Ai Ch.mi Prof. Fishman e Lonz

Dipartimento di Chimica Nucleare, Miskatonic University

Arkham, Massachusetts

29 Marzo

Spett.li signori,

sono dolente di riferirVi che i risultati della Vs. ricerca, seppur di gradevole lettura ed ammirevoli per la loro vivacità, non ci sembrano adatti per la pubblicazione sulle pagine del nostro periodico. E' mia opinione (pensiero del resto condiviso dai nostri consulenti per la Chimica) che le modalità del Vs. singolare esperimento siano davvero poco ortodosse, al di fuori della normale prassi sperimentale e, quel che più grave, non riproducibili a meno di enigmatici e rocamboleschi artifici che, francamente, ci convincono assai poco. Vi invitiamo, per il futuro, ad attenerVi alla normale metodologia da laboratorio, a presentare nei Vs. articoli grafici e tabelle comprensibili, a non tralasciare le necessarie equazioni, e soprattutto a trattenere i toni trionfali e sensazionalistici.

Scusandomi per la sincerità, forse brutale ma d'aiuto nelle intenzioni, cordialmente.

Stephen Frears

Direttore Responsabile

Redazione di "Scientific American"

Dott. J.Fishman e dott. H.Lonz

Dipartimento di Chimica Nucleare, Miskatonic University

16 Aprile

Carissimi John ed Helen,

lo confesso, la lettura dei vostri suggestivi articoli mi ha entusiasmato... Abitualmente l'Inquirer non si occupa di ricerca scientifica, ma gli straordinari risultati dei vostri esperimenti meritano sicuramente l'attenzione della rivista e dei suoi lettori.

E' quindi con estremo piacere che vi annuncio il placet alla pubblicazione di entrambi i pezzi. Ritengo sia sufficiente limare il primo, sfrondandolo dei particolari più tecnici, di minore interesse per il lettore de l'Inquirer, ed approfondire invece ciò che è appena (ma sapientemente) accennato, e cioè la scoperta scientifica vista come cammino emotivo, come lento passaggio dall'eccitazione dell'esperimento all'ansia della verifica, dall'esaltazione del successo all'ebbrezza di condividere la nuova conoscenza. Tutto ciò è affascinante.

Il secondo articolo, viceversa, ove denunciate la censura e l'ostracismo invidioso con cui l'ambiente accademico ha accolto le vostre scoperte, è già perfetto: vigoroso, toccante e puntuale quanto basta ad innescare una polemica costruttiva, e magari a dare una salutare scrollata a certe tristi cerchie di conservatori.

Sinceri complimenti, ed auguri.