- Mmmno...

- Sissì. Su: inspiri... Ecco. E ora: fuuu, fuori l'aria. Bravo. Ancora. Ecco. Su, inspiro. E poi: fuuuuu. Bravissimo.

- Sono bravo?

- Bravissimo. Ancora, ancora, avanti... Fuuu. - la ragazza preme il ventre di Mario Zanon mentre lui sta espirando.

- I suoi... - Zanon tossisce, poi riprende a cantare sottovoce. - Alpini gli mandan a di-i-iiire... Che non han scarpe per... Che non han scarpe per camminar...

- Ancora.

- Hhhhhhhhh. Fuuuuuuuuuuu... - obbedisce Zanon.

- Ancora, su.

- Fuuuuuu...

- Continui ancora un po'. Io torno subito.

Mario Zanon afferra il braccio della ragazza. - Dove casso vai?

- T-torno subito, non si preoccupi.

- Aspetta. - Zanon si guarda intorno. Si sporge un po' dal lettino, per controllare sotto.

- C'è solo lei in questa stanza. Va tutto bene. Chiuda gli occhi, si rilassi e respiri come le ho detto.

- Hhh, fuuuu. Hhhh, fuuu.

- Bravissimo. Io torno subito, va bene?

- Sì.

- Bravo.

- Ahm, scusa?

- Sì?

- Puoi lasciare la luce accesa, per piacere?

- Sì, certo.

- Grazie.

- E adesso mi aspetti, che torno subito, va bene?

- Sì. Va bene. - Zanon chiude gli occhi. - O con le scarpe, o senza scaaarpe, i miei alpi-i-ini, io li voglio qua... - mormora quando l'infermiera apre la porta e muove un passo nel corridoio.

La memoria del dolore.

E' sepolta sotto neve vecchia di due anni ma il suo cuore continua a battere. E' nelle mani, negli occhi, nelle rughe e nel respiro dell'uomo che, sdraiato sul lettino, canta sottovoce una vecchia canzone. E la porta della stanza viene richiusa.

La ragazza vi si appoggia, emettendo un sospiro tremolante. Scuote la testa quando vede passare uno degli infermieri.

- Come va, Claudia? Chi hai dentro?

- Uno nuovo che mi ha portato su Giorgio prima.

- Com'è? Canta anche lui?

- Giusto qualcosa, ma poco. E non sembra neanche ubriaco, se è per quello... Meglio dei soliti, insomma, però è andato. Ma completamente, ormai. Fa' lo zerodiciotto, digli che vengano a prendere anche questo.

- Dici che non si può fare niente?

- No, non ci sta più con la testa. Ma neanche se stessi qua mesi.

- Il test?

- Manco l'ha finito, ne ha segnata qualcuna. A Giorgio ha detto che aveva mal di testa. - La ragazza che si chiama Claudia fa cenno di attendere ed estrae dalla tasca il foglio che ha compilato Zanon. - Ecco qua. Cinque. Be', è già una buona media, si è fermato a "Le piacciono i fiori". La media di tutti gli altri è due risposte segnate con fatica, dopo un'ora.

- Cla, cosa ne dici?

- Mmm? Di che?

- Avete provato a fargli degli esami?

- Niente tumori da uranio impoverito, sembrerebbe. Le altre analisi Giorgio mi sa che deve ancora fargliele. Però è fuori come un balcone, si vede. Per quello che ha visto. E che ha passato.

- Poveretto.

- Eh lo so, ma cosa ci si può fare? Oddio, ogni tanto sembra che mi capisca, ma... Fanno tutti così, poi ricominciano, sono in un mondo tutto loro.

- Ti parla di quelle creature?

- Eh, figurati. Continua a vederle. Come tutti gli altri, continua a vederle in giro.

- Ma è venuto qui da solo?

- Sì, appunto... Non c'è stato nessuno a badargli, finora. E chissà come ha vissuto per due anni. Dai, chiama quelli del zerodiciotto, digli che vengano subito con la... camicia e le solite cose. Recente trauma cranico, fatti dare la lastra da Giorgio. Stato di confusione, probabile alcolismo, frequenti atteggiamenti maniaco-depressivi che sfociano alla grande nella paranoia pura. Se non ci sta tutto sulla cartella riassumi scrivendo che l'è fora come 'na iena.