Sul finire degli anni '80 iniziavano a comparire i primi modem ad alta velocità, che, per quel periodo equivaleva a 9.600 baud, pari a un massimo di circa 964 byte al secondo di trasferimento effettivo; purtroppo c'erano due problemi principali che ostacolavano l'adozione di quegli apparecchi: il costo proibitivo e il regolamento della SIP che impediva di connettere apparecchiature non omologate alla rete telefonica. E' ovvio che il vero problema era solamente uno dei due precedentemente esposti; i modem ad alta velocità di quel periodo avevano spesso un evidentissimo tastone per il reset dell'apparecchio ed era quasi impossibile reperirli in Italia, sia per lo scarso mercato, sia per il fatto di non essere omologati dal monopolista. Gli standard ad alta velocità in uso in quel periodo erano sostanzialmente due: il PEP (Packed Ensamble Protocol, un protocollo proprietario del Telebit Trailblazer) usato principalmente dalla rete Sublink e il V.32 (protocollo standard CCITT/ITU) utilizzato da tutte le BBS della FidoNet che si potevano permettere l'alta velocità.
In questo scenario, nel 1990 arrivano in Italia i primi modem Courier V.32 e Courier Dual Standard della US Robotics, del quale cui si vede una fotografia a lato. Il numero di BBS e di utenti che adotta questi modem aumenta con una velocità sorprende, per il periodo: le BBS della FidoNet di tutto il mondo possono acquistare dalla Casa madre americana un modem a prezzo scontato per ogni nodo registrato nella lista ufficiale mondiale delle BBS della rete, la nodelist, e gli utenti sono incoraggiati ad adottare i Courier Dual Standard sia per il prezzo relativamente ridotto rispetto agli altri modem, sia per la robustezza ed affidabilità del prodotto, sia per il protocollo proprietario asimmetrico HST (High Speed Transfer) che permetteva trasferimenti effettivi a 14.400 baud, pari a circa 1.452 byte al secondo. Il vantaggio in termini di costi telefonici (allora tutt'altro che convenienti) e di velocità dei trasferimenti faceva immediatamente tralasciare i "dettagli" che queste apparecchiature non erano omologate dalla SIP e che il monopolista stesso, per voce dei propri tecnici e commerciali, giurava che era "fisicamente impossibile" trasmettere a più di 2.400 baud (casualmente, la velocità massima dei modem forniti da loro in quel periodo) sulle linee telefoniche italiane.
La US Robotics nasce nel 1976, fondata in un garage di Chicago da Casey Cowell, e prende il nome dalla "compagnia più grossa della galassia conosciuta", la U.S. Robots And Mechanical Men Corp. citata nel libro I, Robot di Isaac Asimov. Il successo dei primi anni '90 non è certo limitato all'Italia: negli Stati Uniti un accordo con CompuServe (il più grande servizio commerciale online di allora, con punti d'accesso locali in tutto il mondo) e la continua ricerca nel settore delle telecomunicazioni su linea commutata la pongono sempre all'avanguardia in termini di velocità e affidabilità dei prodotti forniti.
Nel febbraio del 1997, sulla scia della Internet Mania, la US Robotics è ancora all'avanguardia con l'annuncio di X2, un protocollo proprietario che permette ad un utente di una linea analogica di raggiungere i 57.000 baud chiamando un Courier-I connesso ad una linea ISDN. Questo sistema di comunicazione con un server ISDN e un client POTS viene regolamentato dall'ITU-T con la raccomandazione V.90 e la US Robotics mette gratuitamente a disposizione il software per aggiornare a V.90 il firmware di tutti i propri modem che supportano il protocollo X2, vero precursore del V.90.
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