La produzione
Immaginate un mondo dove le motociclette vadano da sole, i robot dirigano le orchestre sinfoniche e i processi mentali di un animale possano muovere un robot. Un mondo dove queste non siano le fantasie di un futuro remoto, bensì i titoli di prima pagina del quotidiano di stamattina. Collocate ad appena 30 anni da oggi, le mirabilie tecnologie e gli "aiuti domestici automatizzati" di Io, Robot - nell'architettura, negli abiti, nei mezzi di locomozione - appaiono al pubblico fantastici eppure accessibili.
Con queste premesse, non c'è dubbio che i robot, nel prossimo futuro, saranno parte integrante della vita quotidiana. Ogni famiglia ne avrà uno, o anche di più. Puliranno le case, faranno le consegne a domicilio, porteranno a spasso i nostri cani - addirittura si occuperanno dei nostri figli. Ma cosa accadrebbe se, d'improvviso, non ci potessimo più fidare di loro? Proprio questa domanda è al centro di Io, Robot.
La storia si svolge sull'orlo di un abisso tecnologico e sociale, allorché il numero di robot negli Stati Uniti sta per triplicare. Quando la US Robotics immette sul mercato il suo ultimo modello - l'"aiuto domestico automatizzato" NS-5 - la proporzione è di un robot ogni 5 esseri umani.
Primo esemplare di una nuova generazione di robot costruiti in una lega extra-resistente, l'NS-5 è progettato per fare di tutto - dal baby-sitter al cuoco, fino all'amministratore delle finanze domestiche. La distribuzione di massa dell'NS-5 renderà la US Robotics la società più potente nella storia del pianeta.
Gli eventi epici ed epocali descritti in Io, Robot sono stati immaginati più di dieci anni fa, quando lo sceneggiatore Jeff Vintar ha scritto un soggetto intitolato Hardwired, la storia di un omicidio che forse è stato commesso da un robot. La Twentieth Century Fox, su suggerimento del produttore Laurence Mark, ha acquistato il soggetto di Hardwired affidandolo ad Alex Proyas perché ne curasse la regia.
Nei primi mesi del 2000, Vintar si è trasferito in Australia per lavorare con Proyas al progetto - l'inizio di una collaborazione che sarebbe durata due anni.
"Quando abbiamo iniziato a lavorare alla sceneggiatura con Alex Proyas", ricorda Laurence Mark, "il nostro obiettivo era quello di espandere il soggetto originale. Da principio era un giallo futuristico, che noi intendevamo allargare un po', anche per sfruttare al meglio lo straordinario talento visivo di Alex".
Mentre Vintar e Proyas erano al lavoro su Hardwired, la Davis Entertainment ha acquistato i diritti cinematografici della raccolta di racconti di Io, Robot, e Proyas ha deciso allora di ripensare il film incorporandovi anche degli elementi presenti nelle pagine di Isaac Asimov, che sembravano integrarsi alla perfezione nella struttura a giallo di Vintar.
"Abbiamo 'sposato' Hardwired e Io, Robot perché, se da un lato la Fox da tempo voleva fare un film-evento sul mondo dei robot, dall'altro anche Alex coltivava da molti anni il sogno di realizzare un film tratto dai racconti di Asimov", dice il produttore John Davis. Aggiunge il Laurence Mark: "E' stato un matrimonio semplicissimo, perché c'erano molti elementi di contatto tra il soggetto di Hardwired e i temi di Io, Robot".
Il mondo del 2035 ritiene che i robot rispondano alle "3 leggi di sicurezza": quella secondo cui un robot non può far del male o permettere che qualcuno o qualcosa faccia del male ad un essere umano; quella secondo cui un robot deve obbedire agli ordini di un umano a meno che tali ordini non confliggano con la prima legge; e quella secondo cui un robot deve salvaguardare la propria esistenza a meno che essa non confligga con la prima e/o con la seconda legge. Asimov aveva creato queste 3 Leggi della Robotica nei suoi scritti, ma le sue idee sono state riprese anche nella realtà, tanto che sono diventate dei principi-guida anche per quanti nella vita reale studiano il mondo dei robot e l'intelligenza artificiale.
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