a cura di

Emiliano Gokuraku Farinella

Cieli Sintetici New Rose Hotel


Un viaggio nella nuova fantascienza, nei suoi rapporti con la società e le sue tendenze più originali, alla ricerca degli spunti più promettenti per il futuro del genere che più di ogni altro è pronto ad accompagnarci nel nuovo millennio.

Sette notti a pagamento in un bara. New Rose Hotel, e un film che ci corre incontro.

Era un soldato nella guerra segreta delle zaibatsu, le multinazionali che controllano intere economie, e adesso è chiuso in quella cella, al New Rose Hotel a rivivere tutto adagio, dolcemente e crudelmente. Con una piccola pistola automatica in mano, accarezzando la cromatura liscia, da poco prezzo. Una calibro 22 cinese, il foro della canna non più grande della pupilla dilatata del tuo occhio scomparso, Sandii.

Sandii, la bella italiana con i tanti passati e un incerto futuro. Qualche volta pensava che non fossero stati loro a trovarla, ma che lei si fosse fatta trovare, che fosse stata in cerca di un'occasione simile da tempo. L'occasione per prendersi quel che voleva dalla vita, passando come un macigno sopra la vita degli altri, senza voltarsi indietro a guardare cosa rimaneva in piedi.

In piedi è rimasto lui, a guardarla andar via, da solo chiuso in quella cella. New Rose Hotel.

E la Maas. La piccola, veloce, spietata corporation. La Maas Biolabs Gmbh, la feroce Maas, tutta talento.

Il 19 Marzo uscirà nelle sale italiane New Rose Hotel, l'ultimo film di Abel Ferrara in concorso all'ultima edizione della biennale di Venezia, e in anteprima a Palermo nel corso della rassegna Cinema Critico.

In due parole si tratta di un film molto interessante, e se in casi come questi ci si sarebbe aspettati di essere costretti a dire "Povero Gibson" alla fine del film, be', in quest'occasione si deve riconoscere che ne è venuta fuori un'opera di un certo spessore che rende onore anche all'autore che l'ha ispirata.

Il regista Abel Ferrara Il film è tratto da un racconto di William Gibson del 1983, New Rose Hotel, e riesce a coglierne incredibilmente lo spirito amplificando certe sensazioni sfruttando magistralmente il supporto audiovisivo.

Abel Ferrara ha fatto con coscienza questo film, è stato girato relativamente in fretta in poche settimane e a queste sono seguite un paio di mesi di lavoro di montaggio e rifinitura. Il prodotto finale è un film raffinato, elegante e splendidamente fantascientifico. L'etichetta cyberpunk è certamente vecchia e inadatta, questo film dovrà allora definirsi come un ottimo prodotto della nuova fantascienza, ed è bello vederlo realizzato da un personaggio come Ferrara.

La storia per la prima parte scorre molto velocemente attraverso un mucchio di tecnologia, scienziati e competizione tra zaibastu in guerre commerciali con mercenari pronti a tutto.

Un aspetto molto interessante del film è l'atteggiamento nei confronti della tecnologia e della scienza. Ogni elemento è perfettamente calato nel contesto senza che appaia per nulla sensazionale, tant'è che quello che si rivelerà alla fine per un elemento chiave viene messo in fretta da parte passando oltre.

Gli scienziati del film sono uomini potenti, uomini per i quali le loro compagnie sono pronti a uccidere e per i quali può esser messo su un bordello solo per farli rilassare un po'. Attorno a queste strane pedine ruota un po' tutta la storia, senza però toccarle quelle pedine, un po' strane, scottanti, esseri diversi dagli altri capaci non solo di fruire della magia tecnologica ma di manipolarla.

Pedine preziose, da tutelare e per cui combattere.

In questo film viene rivelato questo aspetto che avvolge spesso gli scienziati, e viene fatto nel modo più drammatico, perché alla fin fine essi si riducono alle loro capacità e sono per questo anch'essi delle semplici merci di scambio, del valore della corporation che può essere disponibile a convertirlo in qualcos'altro.

La storia prende il via da una corporation, l'Hosaka, che vuole a tutti i costi sottrarre a una rivale, la Maas un suo brillante scienziato, Hiroshi.

L'Hosaka è la più potente e la più grossa delle due, la Maas è la più spietata, per dirla alla Fox è tutta talento.

Hiroshi è circondato dai mastini della Maas, è inavvicinabile. In un anno intero di appostamenti non sono riusciti ad avvicinarlo, non c'è stato modo di contattarlo e di iniziare una trattativa con lui. Hiroshi va in giro per l'Europa assieme alla bella moglie tedesca e insopportabile, come chiuso in una bolla.

Probabilmente vorrebbe fuggire, ma prima si deve far scoppiare la bolla.

L'ago per bucare la bolla è Sandii, la splendida Sandii.

Fox aveva un contatto con la Hosaka, e doveva consegnar loro Hiroshi. L'esca per Hiroshi, per convincerlo a mollar tutto era Sandii, l'avrebbero afferrato promettendogli notti infuocate e ricerche sconvolgenti.

Sanddi, una figura splendida, tanto nel racconto originale di Gibson, quanto nel film di Ferrara. Ferrara ha scelto una splendida Asia Argento per questo ruolo di bella puttanella italiana, e mi pare di poter dire che è stata una scelta magnifica. Sensuale e affascinante, in un film che richiedeva fortemente queste doti. Molto accattivanti gli sporadici salti in italiano che effettua Sandii per ricordare le sue origini.

Asia Argento A differenza del racconto il film non è tutto in flashback, ma narrato in maniera più convenzionale fin quando il tempo si congela in quelle notti nella cella al New Rose Hotel e inizia a scorrere il passato sul video in veloci sequenze frammentarie che piaceranno molto a chi ama il cinema sperimentale, ma che forse potrebbero disorientare altri spettatori.

Qualche volta le cose possono andare anche bene, e da una buona storia di fantascienza ne viene fuori un bel film. Questo è uno di quei casi, una di quelle rare volte in cui le emozioni non si sono perse, ma semmai moltiplicate supportate da immagini e suoni affascinanti.

New Rose Hotel, USA, 1998 - Regia: Abel Ferrara - tratto da un racconto di William Gibson - Cast: Christopher Walken, Willem Dafoe, Asia Argento, Yoshitaka Amano - Durata: 98 min.



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