Grazia Lipos (nome completo: Maria Grazia Carini Lipos) è nata il 10 novembre 1945 a Trieste, dove vive e lavora. Coniugata, senza figli, è stata per vent'anni dipendente di un istituto di credito. Scrive dal 1982. "Sono una lettrice eclettica e appassionata" dichiara; "amo il cinema, la musica e i viaggi".
La sua prima produzione si rivolse subito al genere fantastico (soprattutto fantasy) e fantascientifico. Da allora, in poco più di vent'anni, Grazia Lipos ha scritto circa una trentina di opere, tra lunghe e brevi (molta di questa produzione però non ha mai o ancora visto la luce; tenendola comunque presente saremmo a circa 40 racconti, alcuni dei quali lunghi, e a una diecina di romanzi). Una produzione - quella a noi pervenuta - di livello buono, talora eccellente, ospitata da un numero notevole di testate amatoriali (agli inizi) e poi professionali: The Time Machine, Diesel; la collana torinese di narrativa Pulp; varie collane, riviste e antologie edite da Solfanelli negli anni Ottanta (Thule, Minas Tirith, Specchio di Galadriel, Dimensione Cosmica, Le ali della fantasia, Gli eredi di Cthulhu, Stelle dell'Orsa Minore); ancora le riviste Ucronia, Yorick, Oltre...; più recentemente le pubblicazioni della Perseo Libri (Futuro Europa, l'antologia collettanea A Lucca mai!) Un suo racconto, Ich komm, Ich komm im Morgengrau apparve sull'antologia L'Hotel dei Cuori Spezzati (Gammalibri, 1984, "il primo libro di rock-fiction"); nello stesso anno la Lipos risultò vincitrice del premio SOC (Space Opera Club) sezione fantascienza. Più volte finalista al Premio Tolkien (fantasy), vinse questo premio nel 1987, poi nel 1989 per la sezione romanzo.
Con il racconto lungo Legami di Sangue, (Solfanelli, 1989), Grazia Lipos cominciò ad allontanarsi dal genere "sword and sorcery", fino a quel momento privilegiato, per cimentarsi in piccole storie di terrori quotidiani, pur restando sempre nel campo del fantastico, ma pensando più ai fantasmi della mente che a quelli autentici. Uno di tali racconti "inquieti" partecipò nel 2000 al Puppet Festival di Gorizia, e venne pubblicato da La Mongolfiera Libri nell'antologia Trame. Infine (per ora!) ha vinto il premio di narrativa Arcangela Todaro-Faranda per il 2001, nella sezione "raccolta di racconti o novelle inedite". Da qualche tempo è impegnata nella laboriosa stesura di un ciclo di romanzi, i cui primi due titoli sono Il racconto delle Quaranta Isole e Il racconto di Okeanos. Ne è in programma un terzo.
Autrice dalla scrittura densa e ricca di atmosfere, Grazia Lipos è un nome che forse risulterà nuovo alle leve dei lettori più recenti ma che da tempo, senza grandi clamori, produce opere interessanti, personali e di qualità. Un valido esempio credo sia proprio la storia che ho scelto e che qui ripropongo: Ich komm, Ich komm im Morgengrau ("Vengo, vengo al sorgere del mattino") apparsa nella già citata antologia di "rock-fiction" dalla quale qualche mese addietro scelsi il racconto di Stefano Tuvo (triestino anch'egli) imperniato sul personaggio di David Byrne. Quanto a Ich komm... della Lipos, si tratta di una storia "apocalittica", vagamente fantapolitica; più che altro un omaggio alla singolare e trasgressiva figura della nota cantante "arrabbiata-punkettara" tedesca Nina Hagen (il titolo del racconto riprende quello di una sua canzone). Nata nel 1955 a Berlino Est, "esplosa" nel 1979, la Hagen diventò subito un'icona. Trascorsi gli anni di maggior risonanza, l'artista è recentemente tornata alla ribalta, col suo collaudato look provocatorio, propagandando una sua recente visione religiosa che ora è anche un film presentato al festival di Locarno, Om Namah Shiva. La sceneggiatura porta (altra provocazione) la firma di Babaji, fantomatica reincarnazione del Buddha, morto nel 1984.
Augurandovi buona lettura, con l'occasione aggiungo che, come già fatto per altri autori, ho invitato Grazia Lipos a scrivere qualcosa di sé per i lettori di Delos. L'Autrice ha accettato di buon grado e ci ha inviato il brano che segue.
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