Letizia non aveva desistito. Capivo che avrebbe voluto fare qualcosa per lui. Compiere un miracolo e spingerlo in acqua, come se l'intensità del suo sguardo potesse costringerlo ad alzarsi nella sua statura ciclopica e a dirigersi al mare. O restituirgli una vita che lentamente si lasciava sfuggire. In realtà non sapevo che fare, se non stargli immobilmente vicino, perché anche io avevo la stessa sensazione di tragedia e d'impotenza. Quella gran massa da cetaceo morente mi colmava di rimpianto per ciò che era stato e che, distintamente, non voleva più essere. Anche i gatti acquistano il nostro rispetto quando si lasciano morire con dignità e forse non bisogna fare nulla ma attendere. Re'em è parola antica. Ebraica forse, e ricorre nella Bibbia e in bestiari per una creatura dalla grande forza, potente e orgogliosa, solitaria, che rovescia eserciti e si erge indomabile al di sopra di tutti. Il Talmud lo fa alto da toccare le nuvole e così grande da non entrare nell'Arca. Ora Re'em ci sovrastava con la sua mole affaticata e con la sua triste determinazione a finire i suoi giorni su questa spiaggia.
- Re'em - sussurrò lei con dolcezza, - Re'em, l'oceano è grande, immenso, e non può essere vuoto. Ci sono pesci, uccelli marini, ancora lo percorrono delfini e balene. Non puoi abbandonarli. Se ti aiutiamo, se chiamiamo dei pescatori... con i loro argani ti spingerebbero in mare. Se tu non hai la forza ti porteremo noi, pescheremo del pesce come le tue amate foche, ti nutriremo e cureremo, tornerai forte e vigoroso come un tempo. L'acqua ti prenderà e nessuno di noi parlerà di te. Resterai un nostro segreto se tu non vuoi... Sarai libero e forse potrai ancora incontrare chi pensi di avere perduto.
Dopo una pausa che non aveva ricevuto risposta, continuò: - Conosci il linguaggio delle balene? Parlano, sai; le balene azzurre e le grandi megattere percorrono ancora gli oceani. Baia California. D'estate ancora si radunano a centinaia a battere l'acqua con le loro grandi pinne. Per miglia e miglia si sentono i loro canti. E le balenottere nel mar Ligure, attorno alla Corsica. - E timidamente: - Non è lontano per te, che più volte hai percorso tutti gli oceani... Mi ascolti? So che conosci il loro linguaggio, esse parlano ancora, tu le puoi capire, ti accoglierebbero e non saresti più solo.
- I calamari giganti risalgono dagli abissi - mi inserii anch' io in quel pietoso tentativo. - Il Kraken é ancora vivo! - E, preso dall' entusiasmo ansioso della mia compagna, provai a citare, penso in maniera imperfetta, Tennyson: - "Sotto le onde del mare più profondo, giù, fin sotto gli abissi marini, il suo antico sonno indisturbato e senza sogni dorme il Kraken." Com'è il Kraken Re'em? Parlaci di lui. Ho sempre pensato che esistesse in qualche mare profondo, dicci com'è fatto!
Poi, cercando quasi di scherzare: - Tu sei il bibliotecario delle nascoste e infinite Biblioteche di Babele dell'oceano. Con te non avremmo più segreti.
Ma Re'em sembrava assopito e lontano, disperato nella sua immobilità. Continuai:
- Re'em, ascoltami: non sei solo. Mille creature ti attendono e tu parlerai loro come hai fatto con noi. La tua vita é lunga e forse hanno bisogno di te. Se anche tu svanisci il tuo oceano sarà più povero. E il mondo. Proprio come ogni volta che una creatura creata finisce e si estingue. Non puoi seguire l'esempio delle Isole perché anche tutto ciò che tu conosci finirebbe negli abissi. E noi lo perderemmo per sempre con te. Come i serpenti di mare, come il dinosauro marino della Cornovaglia, come le isole vaganti o il Kraken degli abissi. Noi non sappiamo più parlare alle tempeste! Abbiamo perso tanto, ci devi ascoltare.
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