Quando le radici: Massimo Pandolfi
Massimo Pandolfi (Pesaro, 1944) è uno degli autori che cominciarono a pubblicare racconti sulle prime fanzine a partire dal 1962...
Nella cattedrale di Pesaro, più volte rimaneggiata e restaurata nel corso dei secoli, si trova un vasto mosaico databile tra il VI e il XII secolo d. C. Tra le varie figure, per lo più di significato oscuro, un frammento rappresenta un uomo dalla testa di pesce che stringe tra le mani altri due pesci.Cento Leggende Marchigiane
Questa è una storia meravigliosa, amara e triste che per tanto tempo non ho, o meglio non abbiamo, la mia amica ed io, voluto divulgare. Per molti anni abbiamo taciuto, più per ritegno e tema di non rispettare la volontà di qualcosa che ormai è morta per sempre che non per il timore di non essere creduti. E' una storia invernale di spiagge solitarie che per lunghi mesi non vengono frequentate anche se sono a ridosso di città e paesi popolosi. Una grande falesia nuda porta al mare, arrivarci è difficile, figuriamoci nei mesi freddi e nebbiosi. Il luogo è quasi proprio al di sotto il dimezzato paese di Fiorenzuola dove una frana (non tanto) antica ruinò al mare chiesa, canonica e forse paesani in una notte di tregenda. Ma si sa, la gente di mare convive con la tragedia. E anche quei giorni sono passati. Oggi una pretenziosa strada asfaltata che taglia come uno sfregio la collina raggiunge il mare. Ai tempi di questo avvenimento solo uno scivoloso sentiero portava a poche barche scrostate tirate in secca sulla spiaggia di sassi...
Ecco, dopo anni di silenzio abbiamo deciso di parlarne a tutti. Forse oggi, seppure oppressi dalla perdita, pensiamo che la "creatura" che incontrammo e ciò che lei significava e portava con sé abbia almeno il diritto di essere ricordata. Certo oggi percorre altri mari.
Una voce profonda rimbombava vicino alle nostre orecchie:
- Riesci a vedere la scia delle creature che ho lasciato dietro di me? Guarda la vastità del mare: é ormai vuoto. E solo pochi secoli fa era popolato di mostri e di meraviglie. L'ultimo, un immenso serpente di mare generato da sauri molto antichi, ha consumato gli anni della sua esistenza attorno ad un faro della Cornovaglia: il muggito della sirena gli ricordava il bramito d'amore di una femmina della sua specie che non aveva e non avrebbe mai più incontrato. Lo conoscevo e sapevo che la cercava da sempre attratto da un bisogno d'amore ma per loro i flutti sarebbero stati sterili per l'eternità a venire.
- Ma - gli ricordai gentilmente, - questa storia della disperazione dell'ultimo sauro marino l'ha già narrata un certo Ray Bradbury, ed è molto triste, anzi, disperata, mentre nessuno mai ci aveva parlato di te.
Il grande capo dell'uomo pesce era schiacciato dal suo stesso peso. Gettato sulla spiaggia incastonata sotto le rupi dell'antico borgo fortificato di Fiorenzuola, giaceva disteso in quel lembo di roccia delle colline marchigiane che fronteggia il grigio Adriatico. Il suo corpo era adagiato sui rotondi ciottoli della stretta lingua di terra e i grossi sassi forse lo ferivano così ineguali sotto un corpo di forma decisamente umana ma con la pelle spessa e lucida dei mammiferi marini. La pelle era grigia, del colore del piombo, più pallida nella parte ventrale e certamente ricopriva uno spesso strato di grasso. Come le balene. Respirava a fatica, la sua grande bocca di pesce si apriva e si chiudeva con l'aria che produceva un rumore frusciante come filtrasse da branchie esposte al vento. Ma non c'erano branchie e con quella struttura non poteva che avere polmoni. Affaticati dal peso del torace sulla terraferma.
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