Robot 44: cosa c'è dentro
NARRATIVA
Mikeys di Robert J. Sawyer
55 secondi di Luca Masali
Convegno al Beaumonde di Laura Serra
Passaggi incrociati di Lanfranco Fabriani
La corsa del bruco di Enzo Verrengia
La telepatia su cavo coassiale di Roberto Vacca
Separazioni di Jean-Claude Dunyach
RUBRICHE
Prima di migrare, ricordatevi di rinnovare l'abbonamento! di Vittorio Curtoni
CINEMA - Roland Emmerich e The Day After Tomorrow di Marco Spagnoli
CINEMA - Ben Bova e Alien vs. Predator di Claudio Leonardi
CRITICA - La fantascienza di Emilio Salgari di Ruggero Spagnoli
Robota Redux - Un alibi nero di Giuseppe Lippi
ROBOTICA - L'evoluzione del metallo (II) di Alessandro Vietti
La voce di Tobor - Un messaggio da Marte di Ugo Malaguti
Critica - Da protofantascienza a science fiction di Riccardo Valla
Fandom - La new wave del fandom di A. Jarok e K. Baroncinij
Fandom - I club italiani: SG-1 Italy Fan Club di Flora Staglianò
Fumetti SF - Diavolo di un detective! di Claudio Leonardi
RETROFUTURO - Roberto Vacca di Vittorio Catani
Memorie dal grande schermo - Il futuro sociale e urbano e la sua utopia negativa di Giovanni Mongini
Piccolo schermo - Spazio: 1999 Luga in fuga di Roberto Taddeucci
Libri
Le rubriche mi pare siano altrettanto gagliarde, e non per fare un torto agli altri ma vorrei spezzare due lance particolari: una per Riccardo Valla, con la seconda parte del suo saggio sui rapporti tra sf e scienza, di molto stimolante; e un'altra per Vanni Mongini, che sollecitato dal sottoscritto ha preparato un pezzo con mire e ambizioni più alte del solito, come potrete vedere. Vanni, ti sei fregato da solo: da qui non si torna indietro, ci puoi giurare!
E questo è all'incirca il menù. Non fate indigestione, mi raccomando.
Settembre, tempo di migrare. Che c'entra? Nulla, mi è venuto così. Però vorrei ricordare a tutti coloro che si sono abbonati ai primi quattro numeri che sarebbe cosa giusta e sacrosanta rinnovare l'abbonamento, che scade con questo fascicolo, così noialtri potremo fuggire con la cassa e goderci lussuose ferie... Ahem, no, potremo sudare più che mai per approntare un'altra annata della nostra/vostra amata Robot. Nessuno di tutti quelli che fanno la rivista sarà più ricco o più povero di prima grazie agli abbonamenti; però la ricchezza interiore, la soddisfazione di fare un prodotto che ci piace e sfagiola a chi lo legge, quella sì, viene garantita anche dai soldi. Non si scappa: puoi anche odiarlo, il denaro, ma a volte è proprio necessario.
Questa volta scrivo un po' meno del solito. Gli editori mi hanno leggermente imbavagliato per poter dire due parole anche loro. Mi pare giusto. Alla prossima, miei cari. Ogni lasciata è persa. Non perdetevi Robot!
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