E così Enterprise sopravviverà per almeno un'altra stagione, anche se con meno episodi delle precedenti nonostante il fatto che qualcuno avesse lasciato intendere che c'era la possibilità che la serie sarebbe finita qui con la terza stagione. Sia chiaro: lo spettro della cancellazione di una serie aleggia sempre minaccioso, specialmente quando gli ascolti sono in calo, ma per Enterprise le probabilità di cancellazioni erano probabilmente inferiori a quelle che volevano farci credere. Innanzi tutto la fatidica soglia dei 100 episodi necessaria per poter vendere la serie in syndication non è ancora stata raggiunta: con l'ultimo episodio della terza stagione siamo a quota 76 e verrà raggiunta quota 100 proprio alla fine della quarta stagione. Inoltre l'ultimo episodio della terza stagione era già stato girato e confezionato prima dell'annuncio definitivo che Enterprise sarebbe sopravvissuta; certo, non sarebbe stato eccessivamente oneroso produrre una mezza dozzina di scene con un finale alternativo, probabilmente avrebbe richiesto un giorno in più di lavorazione, ma di questo fantomatico finale alternativo girano solamente delle voci, senza alcuna conferma da parte della produzione. Senza contare che il fatidico annuncio dell'approvazione della quarta stagione è stato fatto pochi giorni prima della messa in onda dell'ultimo episodio, che, guardacaso è un cliffhanger, ovvero un episodio la cui storia viene lasciata a metà per risolversi nell'episodio successivo.
Sospetti più o meno fondati a parte, questa stagione di Enterprise era partita in modo del tutto positivo, rispetto alla stagione precedente; c'è solo stato un calo di qualità delle storie (e, con essa dell'audience americana) verso la metà della stagione, quando, probabilmente, la produzione ha voluto tirare l'arco degli Xindi per tutta la stagione anziché per parte di essa, come era stato annunciato in settembre. Con il senno di poi possiamo constatare che questa diluizione non ha giocato a favore della serie, anche se l'alternativa sarebbe stata quella di far terminare un arco potenzialmente interessante a due terzi della stagione e avere un terzo di stagione da riempire con qualcosa abbastanza interessante da tenere gli spettatori agganciati e lanciare la stagione successiva, un'impresa non certo facile. Ora che abbiamo tolto di mezzo i cattivi e che abbiamo salvato la Terra da un'imminente distruzione da parte di alieni a forma di insetto (no, non è la trama di un b-movie degli anni 60, è Star Trek), resta solo da vedere cosa ci riserveranno gli scrittori per i prossimi 22 episodi, già acquistati da UPN, sebbene ad un prezzo inferiore rispetto allo scorso anno.
Restando in tema di autori, in giugno la Paramount aveva annunciato che Manny Coto avrebbe avuto un ruolo più importante nell'ambito del team creativo della serie, in concomitanza con il fatto che Brannon Braga sarebbe stato impegnato nella creazione di altre serie. Non si era ancora esaurito del tutto l'entusiasmo del fandom ostile a Braga che la Paramount ha puntualizzato che tutto ciò non è da intendersi come un giro di poltrone al comando creativo della serie. Quello che sta succedendo ai vertici di Star Trek non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai con precisione, ma è un fatto che l'audience sia calata e che questo sia dovuto in gran parte alla scarsa qualità delle storie.
Probabilmente la Paramount sta già investigando l'opportunità di creare una nuova serie, forse dopo aver constatato che un prequel dopotutto non è una grande idea. A questo proposito Joseph Michael Straczynski, il creatore di Babylon 5, è stato contattato per creare una nuova serie di Star Trek: una nuova serie Trek con la forza e il respiro epico di Babylon 5 è un'ottima idea su cui basare i nostri sogni estivi.
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